CABAZITAXEL TE EV FL 6ML 60MG

4.476,20 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: CABAZITAXEL
  • ATC: L01CD04
  • Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 05/02/2023

Cabazitaxel Teva Italia in combinazione con prednisone o prednisolone è indicato per il trattamento di pazienti adulti affetti da carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione, trattati in precedenza con un regime contenente docetaxel (vedere paragrafo 5.1).
Un ml di concentrato per soluzione per infusione contiene cabazitaxel 2-propanolo solvato equivalente a 10 mg di cabazitaxel. Un flaconcino da 6 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene cabazitaxel 2-propanolo solvato equivalente a 60 mg di cabazitaxel. Eccipiente con effetti noti Ogni ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 182 mg di etanolo. Un flaconcino da 6 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 1092 mg di etanolo (23 vol%). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

- Ipersensibilità a cabazitaxel, ad altri taxani o al polisorbato 80 o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1.
- Conta dei neutrofili inferiore a 1.500/mm³.
- Compromissione epatica grave (bilirubina totale >3 x ULN).
- Vaccinazione concomitante con vaccino contro la febbre gialla (vedere paragrafo 4.5).

Posologia

L’uso di Cabazitaxel Teva Italia deve essere limitato a unità specializzate nella somministrazione di farmaci citotossici e deve essere somministrato solo sotto la supervisione di un medico esperto nell’uso della chemioterapia anticancro.
Devono essere disponibili strutture e apparecchiature per il trattamento di reazioni da ipersensibilità gravi quali ipotensione e broncospasmo (vedere paragrafo 4.4).
Premedicazione Il regime di premedicazione raccomandato deve essere eseguito almeno 30 minuti prima di ogni somministrazione di Cabazitaxel Teva Italia con i seguenti medicinali per via endovenosa allo scopo di mitigare il rischio e la gravità di reazioni di ipersensibilità: - antistaminico (desclorfeniramina 5 mg o difenidramina 25 mg o equivalente), - corticosteroide (desametasone 8 mg o equivalente) e - H2 antagonista (ranitidina o equivalente) (vedere paragrafo 4.4).
Si raccomanda una profilassi con antiemetici che possono essere somministrati per via orale o endovenosa secondo necessità.
Nel corso dell’intero trattamento è necessario garantire al paziente un’idratazione adeguata allo scopo di prevenire complicazioni come l’insufficienza renale.
Posologia La dose raccomandata di Cabazitaxel Teva Italia è di 25 mg/m² somministrata in forma di infusione endovenosa di 1 ora ogni 3 settimane in combinazione con prednisone o prednisolone 10 mg per via orale con somministrazione quotidiana durante il trattamento.
Aggiustamenti della dose La dose deve essere modificata se i pazienti manifestano le seguenti reazioni avverse (i gradi si riferiscono ai Common Terminology Criteria for Adverse Events [CTCAE 4.0]): Tabella 1 - Modifiche raccomandate in caso di reazione avversa in pazienti trattati con cabazitaxel
Reazioni avverse Modifica della dose
Neutropenia prolungata di grado ≥ 3 (più di 1 settimana) nonostante adeguata terapia compreso G-CSF Rimandare il trattamento finché la conta dei neutrofili è > 1.500 cellule/mm³, poi ridurre la dose di cabazitaxel da 25 mg/m² a 20 mg/m².
Neutropenia febbrile o infezione neutropenica Rimandare il trattamento fino a miglioramento o risoluzione, e finché la conta di neutrofili è > 1.500 cellule/mm³, poi ridurre la dose di cabazitaxel da 25 mg/m² a 20 mg/m².
Diarrea di grado ≥ 3 o diarrea persistente nonostante terapia adeguata, compresa reidratazione e reintegrazione elettrolitica Rimandare il trattamento fino a miglioramento o risoluzione, poi ridurre la dose di cabazitaxel da 25 mg/m² a 20 mg/m².
Neuropatia periferica di grado ≥ 2 Rimandare il trattamento fino al miglioramento, poi ridurre la dose di cabazitaxel da 25 mg/m² a 20 mg/m².
Nel caso in cui i pazienti continuino a manifestare una di queste reazioni anche alla dose di 20 mg/m², possono essere considerate una ulteriore riduzione di dose a 15 mg/m² oppure l’interruzione di Cabazitaxel Teva Italia.
I dati in pazienti trattati a dose inferiore a 20 mg/m² sono limitati.
Popolazioni speciali Pazienti con compromissione epatica Cabazitaxel è ampiamente metabolizzato dal fegato.
Ai pazienti con compromissione epatica lieve (bilirubina totale compresa tra > 1 e ≤ 1,5 x limite superiore di normalità (upper limit of normal, ULN) o aspartato aminotransferasi (AST) > 1,5 x ULN), deve essere ridotta la dose di cabazitaxel a 20 mg/m².
La somministrazione di cabazitaxel a pazienti con compromissione epatica lieve deve essere intrapresa con cautela e deve essere effettuato un attento monitoraggio della sicurezza.
In pazienti con compromissione epatica moderata (bilirubina totale compresa tra > 1,5 e ≤ 3,0 x ULN), la massima dose tollerata (maximum tolerated dose, MTD) era di 15 mg/m².
Se è previsto il trattamento in pazienti con compromissione epatica moderata, la dose di cabazitaxel non deve superare i 15 mg/m².
Tuttavia, sono disponibili dati di efficacia limitati con questa dose.
Cabazitaxel non deve essere somministrato a pazienti con compromissione epatica grave (bilirubina totale > 3 x ULN) (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).
Pazienti con compromissione renale Cabazitaxel è escreto solo in minima misura dal rene.
Non è necessario alcun aggiustamento della dose in pazienti con compromissione renale, che non necessitano di emodialisi.
I pazienti che presentano una malattia renale terminale (clearance della creatinina [CLCR]: < 15 ml/min/1,73 m²) per la loro condizione e la quantità limitata di dati disponibili devono essere trattati con cautela e monitorati con attenzione durante il trattamento (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Anziani Non si raccomanda un aggiustamento della dose specifico per l’uso di cabazitaxel in pazienti anziani (vedere anche paragrafi 4.4, 4.8 e 5.2).
Uso concomitante di medicinali L’uso concomitante di medicinali che sono forti induttori o forti inibitori del CYP3A deve essere evitato.
Tuttavia, se i pazienti necessitano della co-somministrazione di un forte inibitore del CYP3A, deve essere considerata una riduzione del 25% della dose di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
Popolazione pediatrica Non vi è un uso specifico di Cabazitaxel Teva Italia nella popolazione pediatrica.
La sicurezza e l’efficacia di cabazitaxel nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni di età non sono state stabilite (vedere paragrafo 5.1).
Modo di somministrazione Cabazitaxel Teva Italia è destinato all’uso endovenoso.
Per istruzioni sulla diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
Non devono essere usati contenitori per infusione in PVC e set per infusione in poliuretano.
Cabazitaxel Teva Italia non deve essere miscelato con altri medicinali ad eccezione di quelli menzionati nel paragrafo 6.6.

Avvertenze e precauzioni

Reazioni di ipersensibilità Prima di iniziare l’infusione di cabazitaxel (vedere paragrafo 4.2) tutti i pazienti devono essere premedicati.
I pazienti devono essere attentamente osservati per reazioni di ipersensibilità, specialmente durante la prima e la seconda infusione.
Le reazioni di ipersensibilità possono manifestarsi entro pochi minuti dall’inizio dell’infusione di cabazitaxel, di conseguenza devono essere disponibili strutture ed apparecchiature per il trattamento dell’ipotensione e del broncospasmo.
Possono verificarsi reazioni gravi comprendenti eruzione cutanea/eritema generalizzato, ipotensione e broncospasmo.
Reazioni di ipersensibilità gravi richiedono l’immediata interruzione di cabazitaxel ed una terapia appropriata.
I pazienti con una reazione di ipersensibilità devono interrompere il trattamento con Cabazitaxel Teva Italia (vedere paragrafo 4.3).
Mielosoppressione Si può verificare mielosoppressione, manifestata come neutropenia, anemia, trombocitopenia o pancitopenia (vedere “Rischio di neutropenia” e “Anemia” al paragrafo 4.4 sotto riportato).
Rischio di neutropenia I pazienti trattati con cabazitaxel possono essere sottoposti a profilassi con G-CSF, come previsto dalle linee guida della American Society of Clinical Oncology (ASCO) e/o dalle attuali linee guida istituzionali, per ridurre il rischio di neutropenia o gestirne le complicazioni (neutropenia febbrile, neutropenia prolungata o infezione neutropenica).
Si deve prendere in considerazione una profilassi primaria con G-CSF in pazienti con caratteristiche cliniche ad alto rischio (età > 65 anni, basso performance status, episodi pregressi di neutropenia febbrile, estese aree sottoposte a precedente terapia radiante, condizioni nutrizionali precarie o altre comorbilità gravi) che li predispongano a maggiori complicazioni da neutropenia prolungata.
È stato dimostrato che l’uso di G-CSF limita l’incidenza e la gravità della neutropenia.
La neutropenia è la reazione avversa più comune di cabazitaxel (vedere paragrafo 4.8).
È essenziale un monitoraggio dell’esame emocromocitometrico completo su base settimanale durante il 1° ciclo e prima di ogni ciclo di trattamento successivo per poter aggiustare la dose, se necessario.
La dose deve essere ridotta in caso di neutropenia febbrile o di neutropenia prolungata nonostante un trattamento adeguato (vedere paragrafo 4.2).
I pazienti potranno essere ritrattati solo quando i neutrofili avranno raggiunto un livello ≥ 1.500/mm³ (vedere paragrafo 4.3).
Patologie gastrointestinali Sintomi come dolore addominale e dolorabilità addominale, febbre, stipsi persistente, diarrea con o senza neutropenia, potrebbero essere manifestazioni precoci di tossicità gastrointestinale grave e devono essere valutati e trattati immediatamente.
Potrebbe essere necessario rimandare o terminare il trattamento con cabazitaxel.
Rischio di nausea, vomito, diarrea e disidratazione I pazienti che sono colpiti da diarrea durante la somministrazione di cabazitaxel possono essere trattati con i farmaci antidiarroici comunemente usati.
Devono essere adottate misure adeguate per reidratare i pazienti.
La comparsa della diarrea è più frequente in pazienti sottoposti a precedente irradiazione addomino-pelvica.
La disidratazione è più frequente in pazienti di 65 anni e oltre.
Devono essere adottate misure adeguate per reidratare i pazienti e per monitorare e correggere i livelli di elettroliti nel siero, in particolare del potassio.
Per diarrea di grado ≥ 3 può essere necessario rimandare il trattamento o ridurre la dose (vedere paragrafo 4.2).
Se i pazienti manifestano nausea o vomito, può essere somministrato un trattamento con antiemetici di uso comune.
Rischio di serie reazioni gastrointestinali Nei pazienti trattati con cabazitaxel sono stati riportati casi di emorragia e perforazione gastrointestinale, occlusione intestinale, colite, incluso esito fatale (vedere paragrafo 4.8).
Si raccomanda cautela nel trattamento di pazienti che presentano un rischio maggiore di sviluppare complicanze gastrointestinali: pazienti neutropenici, pazienti anziani, trattamento concomitante con i FANS, terapia antiaggregante piastrinica o anticoagulanti, e pazienti con una storia pregressa di radioterapia pelvica o malattie gastrointestinali, quali ulcere e sanguinamento gastrointestinale.
Neuropatia periferica Sono stati osservati casi di neuropatia periferica, neuropatia sensoriale periferica (ad es.
parestesie, disestesie) e neuropatia motoria periferica nei pazienti che ricevono cabazitaxel.
I pazienti in terapia con cabazitaxel devono essere avvisati di informare il medico prima di continuare il trattamento nel caso in cui si verifichino sintomi di neuropatia quali dolore, bruciore, formicolio, intorpidimento o debolezza.
Prima di ciascun trattamento, il medico deve valutare la presenza o il peggioramento della neuropatia.
La terapia deve essere rimandata fino al miglioramento dei sintomi.
In caso di neuropatia periferica persistente di grado ≥ 2, la dose di cabazitaxel deve essere ridotta da 25 mg/m² a 20 mg/m² (vedere paragrafo 4.2).
Anemia È stata riportata anemia in pazienti trattati con cabazitaxel (vedere paragrafo 4.8).
Emoglobina ed ematocrito devono essere controllati prima del trattamento con cabazitaxel e se i pazienti mostrano segni o sintomi di anemia o di emorragia.
Si raccomanda cautela nei pazienti con emoglobina < 10 g/dl e si devono adottare misure appropriate come clinicamente indicato.
Rischio di insufficienza renale Sono stati riportati disturbi renali associati a sepsi, grave disidratazione dovuta a diarrea, vomito e uropatia ostruttiva.
È stata osservata insufficienza renale con alcuni casi ad esito letale.
È necessario adottare misure adeguate per identificare la causa e, se necessario, sottoporre i pazienti ad un trattamento intensivo.
Durante tutto il trattamento con cabazitaxel deve essere garantita un’idratazione adeguata.
Il paziente deve essere informato della necessità di riferire immediatamente qualsiasi cambiamento significativo del proprio volume quotidiano di urina.
La creatinina sierica deve essere misurata al basale, ad ogni conta ematica e ogni qualvolta il paziente riferisca un cambiamento nell’escrezione urinaria.
Il trattamento con cabazitaxel deve essere interrotto in caso di qualsiasi riduzione della funzionalità renale sino all’insufficienza renale di grado ≥ 3 CTCAE 4.0.
Patologie respiratorie Sono state riportate polmonite interstiziale/polmonite e patologie polmonari interstiziali e possono essere associate ad esito fatale (vedere paragrafo 4.8).
In caso di insorgenza di nuovi sintomi polmonari, o di un loro peggioramento, i pazienti devono essere attentamente monitorati, tempestivamente esaminati ed adeguatamente trattati.
È raccomandata l’interruzione della terapia con cabazitaxel fino a quando non sarà disponibile una diagnosi.
L’utilizzo precoce di misure terapeutiche di supporto può aiutare a migliorare la condizione.
Il beneficio di una ripresa del trattamento con cabazitaxel deve essere attentamente valutato.
Rischio di aritmie cardiache Sono state riportate aritmie cardiache, più comunemente tachicardia e fibrillazione atriale (vedere paragrafo 4.8).
Anziani Alcune reazioni avverse, tra cui neutropenia e neutropenia febbrile (vedere paragrafo 4.8), possono manifestarsi con maggiore probabilità negli anziani (≥ 65 anni di età).
Pazienti con compromissione epatica Il trattamento con Cabazitaxel Teva Italia è controindicato in pazienti con compromissione epatica grave (bilirubina totale > 3 x ULN) (vedere paragrafo 4.3 e 5.2).
La dose deve essere ridotta in pazienti con compromissione epatica lieve (bilirubina totale compresa tra > 1 e ≤ 1,5 x ULN o AST > 1,5 x ULN) (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Interazioni La co-somministrazione con forti inibitori del CYP3A deve essere evitata in quanto questi possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.2 e 4.5).
Se la co-somministrazione di un forte inibitore del CYP3A non può essere evitata, devono essere presi in considerazione uno stretto monitoraggio della tossicità ed una riduzione della dose di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.2 e 4.5).
La co-somministrazione con forti induttori del CYP3A deve essere evitata in quanto questi possono diminuire le concentrazioni plasmatiche di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.2 e 4.5).
Eccipienti Etanolo Cabazitaxel Teva Italia contiene 182 mg di etanolo per ml di concentrato per soluzione per infusione.
Questo medicinale contiene 1092 mg di alcol (etanolo) in ogni flaconcino da 6 ml di concentrato per soluzione per infusione, equivalenti a 23 vol%.
La quantità in 6 ml di questo medicinale è equivalente a 27,6 ml di birra o 11,04 ml di vino.
Una dose di 25 mg/m², ovvero 45 mg (4,5 ml) di questo medicinale, somministrata a un adulto di 70 kg determinerebbe un’esposizione a 11,7 mg/kg di etanolo che potrebbe provocare un aumento della concentrazione di alcol nel sangue (blood alcohol concentration, BAC) di circa 1,95 mg/100 ml.
Misura contraccettiva Gli uomini devono usare misure contraccettive durante il trattamento e per 4 mesi dopo l'interruzione del trattamento con cabazitaxel (vedere paragrafo 4.6).

Interazioni

Studi in vitro hanno dimostrato che il cabazitaxel è metabolizzato principalmente dal CYP3A (dall’80% al 90%) (vedere paragrafo 5.2).
Inibitori del CYP3A Ripetute somministrazioni di ketoconazolo (400 mg una volta al giorno), un forte inibitore del CYP3A, hanno determinato una diminuzione della clearance di cabazitaxel del 20% corrispondente ad un aumento del 25% dell’AUC.
Quindi la somministrazione concomitante di inibitori potenti del CYP3A (ad es.
ketoconazolo, itraconazolo, claritromicina, indinavir, nefazodone, nelfinavir, ritonavir, saquinavir, telitromicina, voriconazolo) deve essere evitata poiché può causare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
La somministrazione concomitante di aprepitant, un inibitore moderato del CYP3A, non ha avuto effetto sulla clearance di cabazitaxel.
Induttori del CYP3A Ripetute somministrazioni di rifampicina (600 mg una volta al giorno), un forte induttore del CYP3A, hanno determinato un aumento della clearance di cabazitaxel del 21% corrispondente a una diminuzione dell’AUC del 17%.
Quindi, la somministrazione concomitante di potenti induttori del CYP3A (ad es.
fenitoina, carbamazepina, rifampicina, rifabutina, rifapentina, fenobarbitale) deve essere evitata poiché può causare una diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Inoltre i pazienti devono evitare l’assunzione di iperico (Erba di San Giovanni).
OATP1B1 In vitro, cabazitaxel ha inoltre dimostrato di inibire le proteine di trasporto dei polipeptidi di trasporto degli anioni organici OATP1B1.
Il rischio di interazione con i substrati OATP1B1 (per esempio statine, valsartan, repaglinide) è possibile in modo particolare durante il periodo di infusione (1 ora) e fino a 20 minuti dopo la fine dell’infusione.
Si raccomanda un intervallo di 12 ore prima dell’infusione e di almeno 3 ore dopo la fine dell’infusione prima di somministrare i substrati OATP1B1.
Vaccinazioni La somministrazione di vaccini vivi o attenuati in pazienti immunocompromessi da agenti chemioterapici può causare infezioni gravi o letali.
La vaccinazione con vaccino vivo attenuato in pazienti sottoposti a trattamento con cabazitaxel deve essere evitata.
Si possono somministrare vaccini uccisi o inattivati; tuttavia la risposta a tali vaccini può essere ridotta.

Effetti indesiderati

Sintesi del profilo di sicurezza La sicurezza di cabazitaxel in combinazione con prednisone o prednisolone è stata valutata in 3 studi randomizzati, in aperto, controllati (TROPIC, PROSELICA e CARD), per un totale di 1092 pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione, trattati con 25 mg/m² di cabazitaxel una volta ogni 3 settimane.
I pazienti hanno ricevuto una mediana di 6-7 cicli di cabazitaxel.
Le incidenze dall’analisi aggregata di questi 3 studi sono presentate di seguito e nell’elenco tabulato.
Le reazioni avverse di tutti i gradi più comuni sono state anemia (99,0%), leucopenia (93,0%), neutropenia (87,9%), trombocitopenia (41,1%), diarrea (42,1%), stanchezza (25,0%) e astenia (15,4%).
Le reazioni avverse di grado ≥ 3 più comuni che si sono verificate in almeno il 5% dei pazienti sono state neutropenia (73,1%), leucopenia (59,5%), anemia (12,0%), neutropenia febbrile (8,0%) e diarrea (4,7%).
L’interruzione del trattamento per reazioni avverse si è verificata con frequenze simili nei 3 studi (18,3% in TROPIC, 19,5% in PROSELICA e 19,8% in CARD) nei pazienti trattati con cabazitaxel.
Le reazioni avverse più comuni (> 1,0%) che hanno determinato la sospensione del trattamento con cabazitaxel sono state ematuria, stanchezza e neutropenia.
Tabella delle reazioni avverse Le reazioni avverse sono elencate nella tabella 2 secondo la classificazione per sistemi ed organi MedDRA e per categorie di frequenza.
All’interno di ciascun gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono elencate in ordine decrescente di gravità.
L’intensità delle reazioni avverse è classificata secondo la scala CTCAE 4.0 (grado ≥3 = G ≥ 3).
Le frequenze si basano su tutti i gradi e sono definite come: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Tabella 2 - Reazioni avverse e anomalie ematologiche osservate con cabazitaxel in combinazione con prednisone o prednisolone nell’analisi aggregata (n=1092)
Classificazione per sistemi e organi Reazione avversa Tutti i gradi n (%) Grado ≥ 3 n (%)
   Molto comune Comune Non comune 
Infezioni e infestazioni Infezione / sepsi neutropenica*  48 (4,4)  42 (3,8)
Shock settico   10 (0,9) 10 (0,9)
Sepsi  13 (1,2)  13 (1,2)
Cellulite   8 (0,7) 3 (0,3)
Infezione delle vie urinarie  103 (9,4)  19 (1,7)
Influenza  22 (2,0)  0
Cistite  22 (2,0)  2 (0,2)
Infezione delle vie respiratorie superiori  23 (2,1)  0
Herpes zoster  14 (1,3)  0
Candidiasi  11 (1,0)  1 (<0,1)
Patologie del sistema emolinfopoietico Neutropeniaa* 950 (87,9)   790 (73,1)
Anemiaa 1073 (99,0)   130 (12,0)
Leucopeniaa 1008 (93,0)   645 (59,5)
Trombocitopeniaa 478 (44,1)   44 (4,1)
Neutropenia febbrile  87 (8,0)  87 (8,0)
Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità   7 (0,6) 0
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Appetito diminuito 192 (17,6)   11 (1,0)
Disidratazione  27 (2,5)  11 (1,0)
Iperglicemia  11 (1,0)  7 (0,6)
Ipokaliemia   8 (0,7) 2 (0,2)
Disturbi psichiatrici Insonnia  45 (4,1)  0
Ansia  13 (1,2)  0
Stato confusionale  12 (1,1)  2 (0,2)
Patologie del sistema nervoso Disgeusia  64 (5,9)  0
Disturbo del gusto  56 (5,1)  0
Neuropatia periferica  40 (3,7)  2 (0,2)
Neuropatia sensoriale periferica  89 (8,2)  6 (0,5)
Polineuropatia   9 (0,8) 2 (0,2)
Parestesia  46 (4,2)  0
Ipoestesia  18 (1,6)  1 (<0,1)
Capogiro  63 (5,8)  0
Cefalea  56 (5,1)  1 (<0,1)
Letargia  15 (1,4)  1 (<0,1)
Sciatica   9 (0,8) 1 (<0,1)
Patologie dell’occhio Congiuntivite  11 (1,0)  0
Lacrimazione aumentata  22 (2,0)  0
Patologie dell’orecchio e del labirinto Tinnito   7 (0,6) 0
Vertigine  15 (1,4)  1 (<0,1)
Patologie cardiache* Fibrillazione atriale  14 (1,3)  5 (0,5)
Tachicardia  11 (1,0)  1 (<0,1)
Patologie vascolari Ipotensione  38 (3,5)  5 (0,5)
Trombosi venosa profonda  12 (1,1)  9 (0,8)
Ipertensione  29 (2,7)  12 (1,1)
Ipotensione ortostatica   6 (0,5) 1 (<0,1)
Vampata di calore  23 (2,1)  1 (<0,1)
Rossore   9 (0,8) 0
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea  97 (8,9)  9 (0,8)
Tosse  79 (7,2)  0
Dolore orofaringeo  26 (2,4)  1 (<0,1)
Polmonite  26 (2,4)  16 (1,5)
Embolia polmonare  30 (2,7)  23 (2,1)
Patologie gastrointestinali Diarrea 460 (42,1)   51 (4,7)
Nausea 347 (31,8)   14 (1,3)
Vomito 207 (19,0)   14 (1,3)
Stipsi 202 (18,5)   8 (0,7)
Dolore addominale  105 (9,6)  15 (1,4)
Dispepsia  53 (4,9)  0
Dolore addominale superiore  46 (4,2)  1 (<0,1)
Emorroidi  22 (2,0)  0
Malattia da reflusso gastroesofageo  26 (2,4)  1 (<0,1)
Emorragia rettale  14 (1,3)  4 (0,4)
Bocca secca  19 (1,7)  2 (0,2)
Distensione addominale  14 (1,3)  1 (<0,1)
Stomatite  46 (4,2)  2 (0,2)
Ileo*   7 (0,6) 5 (0,5)
Gastrite   10 (0,9) 0 0
Colite*   10 (0,9) 5 (0,5)
Perforazione gastrointestinale   3 (0,3) 1 (<0,1)
Emorragia gastrointestinale   2 (0,2) 1 (<0,1)
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Alopecia  80 (7,3)  0
Pelle secca  23 (2,1)  0
Eritema   8 (0,7) 0
Patologia delle unghie  18 (1,6)  0
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Dolore dorsale 166 (15,2)   24 (2,2)
Artralgia  88 (8,1)  9 (0,8)
Dolore a un arto  76 (7,0)  9 (0,8)
Spasmi muscolari  51 (4,7)  0
Mialgia  40 (3,7)  2 (0,2)
Dolore toracico muscoloscheletrico  34 (3,1)  3 (0,3)
Debolezza muscolare  31 (2,8)  1 (0,2)
Dolore al fianco  17 (1,6)  5 (0,5)
Patologie renali e urinarie Insufficienza renale acuta  21 (1,9)  14 (1,3)
Insufficienza renale   8 (0,7) 6 (0,5)
Disuria  52 (4,8)  0
Colica renale  14 (1,3)  2 (0,2)
Ematuria 205 (18,8)   33 (3,0)
Pollachiuria  26 (2,4)  2 (0,2)
Idronefrosi  25 (2,3)  13 (1,2)
Ritenzione urinaria  36 (3,3)  4 (0,4)
Incontinenza urinaria  22 (2,0)  0
Ostruzione ureterica   8 (0,7) 6 (0,5)
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Dolore pelvico  20 (1,8)  5 (0,5)
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Stanchezza 333 (30,5)   42 (3,8)
Astenia 227 (20,8)   32 (2,9)
Piressia  90 (8,2)  5 (0,5)
Edema periferico  96 (8,8)  2 (0,2)
Infiammazione della mucosa  23 (2,1)  1 (<0,1)
Dolore  36 (3,3)  7 (0,6)
Dolore toracico  11 (1,0)  2 (0,2)
Edema   8 (0,7) 1 (<0,1)
Brividi  12 (1,1)  0
Malessere  21 (1,9)  0
Esami diagnostici Peso diminuito  81 (7,4)  0
Aspartato aminotransferasi aumentata  13 (1,2)  1 (<0,1)
Transaminasi aumentate   7 (0,6) 1 (<0,1)
a sulla base dei valori di laboratorio * vedere paragrafo dettagliato che segue Descrizione di reazioni avverse selezionate Neutropenia ed eventi clinici associati L’uso di G-CSF ha dimostrato di limitare l’incidenza e la gravità della neutropenia (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
L’incidenza della neutropenia di grado ≥ 3 basata sui dati di laboratorio variava a seconda dell’uso del G-CSF dal 44,7% al 76,7%, con l’incidenza più bassa riportata quando veniva usata la profilassi con G-CSF.
Allo stesso modo, l’incidenza della neutropenia febbrile di grado ≥ 3 variava dal 3,2% all’8,6%.
Le complicazioni neutropeniche (tra cui neutropenia febbrile, infezione/sepsi neutropenica e colite neutropenica) che in alcuni casi hanno avuto esito fatale, sono state riportate nel 4,0% dei pazienti quando è stata utilizzata la profilassi primaria con G-CSF, e in caso contrario nel 12,8% dei pazienti.
Disturbi cardiaci e aritmie Nell’analisi combinata, gli eventi cardiaci sono stati riportati nel 5,5% dei pazienti, di cui l’1,1% presentava aritmie cardiache di grado ≥ 3.
L’incidenza di tachicardia con cabazitaxel è stata dell’1,0%, di cui meno dello 0,1% di grado ≥ 3.
L’incidenza della fibrillazione atriale è stata dell’1,3%.
Eventi di insufficienza cardiaca sono stati riportati per 2 pazienti (0,2%), uno dei quali ha avuto esito fatale.
La fibrillazione ventricolare fatale è stata riportata in 1 paziente (0,3%) e l’arresto cardiaco in 3 pazienti (0,5%).
Nessuno è stato considerato correlato dallo sperimentatore.
Ematuria Nell’analisi aggregata, la frequenza di ematuria di tutti i gradi è stata del 18,8% a 25 mg/m² (vedere paragrafo 5.1).
In circa metà dei casi sono state identificate cause confondenti quali progressione della malattia, uso di strumentazione, infezione o terapia con anticoagulanti/FANS/acido acetilsalicilico.
Altre anomalie di laboratorio Nell’analisi aggregata le incidenze di anemia di grado ≥ 3, aumento di AST, ALT e della bilirubina sulla base delle anomalie di laboratorio sono state rispettivamente pari a 12,0%, 1,3%, 1,0% e 0,5%.
Patologie gastrointestinali Sono state osservate coliti (comprese enterocoliti ed enterocoliti neutropeniche) e gastriti.
Inoltre sono stati riportati casi di emorragia, perforazione gastrointestinale e ileo (occlusione intestinale) (vedere paragrafo 4.4).
Patologie respiratorie Sono stati riportati casi, talvolta fatali, di polmonite interstiziale/polmonite e patologie polmonari interstiziali con frequenza non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) (vedere paragrafo 4.4).
Patologie renali e urinarie È stata osservata cistite dovuta al fenomeno di recall da radiazioni, inclusa cistite emorragica, con frequenza non comune.
Popolazione pediatrica Vedere paragrafo 4.2 Altre popolazioni speciali Popolazione anziana Dei 1092 pazienti trattati con cabazitaxel 25 mg/m² negli studi sul carcinoma della prostata, 755 pazienti avevano 65 anni o più, di cui 238 pazienti di età superiore a 75 anni.
Le seguenti reazioni avverse non ematologiche sono state segnalate con frequenza ≥ 5% più elevata nei pazienti di età pari o superiore a 65 anni rispetto ai pazienti più giovani: stanchezza (33,5% contro 23,7%), astenia (23,7% contro 14,2%), stipsi (20,4% contro 14,2%) e dispnea (10,3% contro 5,6%), rispettivamente.
Anche neutropenia (90,9% contro 81,2%) e trombocitopenia (48,8% contro 36,1%) sono state osservate con frequenza maggiore del 5% nei pazienti di età pari o superiore a 65 anni rispetto ai pazienti più giovani.
Neutropenia di grado ≥ 3 e neutropenia febbrile hanno registrato i tassi di differenza più elevati tra i due gruppi di età (rispettivamente il 14% e il 4% più elevati nei pazienti di età ≥ 65 anni rispetto ai pazienti di età < 65 anni) (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Misura contraccettiva A causa del rischio genotossico di cabazitaxel (vedere paragrafo 5.3), gli uomini devono usare un metodo contraccettivo efficace durante il trattamento e per 4 mesi dopo l'interruzione del trattamento con cabazitaxel.
Gravidanza Non vi sono dati sull’uso di cabazitaxel in gravidanza.
Studi condotti su animali hanno dimostrato tossicità riproduttiva a dosi maternotossiche (vedere paragrafo 5.3) e che cabazitaxel attraversa la barriera placentare (vedere paragrafo 5.3).
Come per altri farmaci citotossici, cabazitaxel può causare danno fetale nelle donne in gravidanza.
Cabazitaxel non è indicato per l’uso nelle donne.
Allattamento Dati farmacocinetici disponibili in animali hanno mostrato l’escrezione di cabazitaxel e dei suoi metaboliti nel latte (vedere paragrafo 5.3).
Fertilità Studi condotti su animali hanno dimostrato che cabazitaxel influenza il sistema riproduttivo di ratti e cani di sesso maschile senza alcun effetto funzionale sulla fertilità (vedere paragrafo 5.3).
Tuttavia, data l’attività farmacologica dei taxani, il loro potenziale genotossico con un meccanismo aneugenico e l’effetto di svariati composti di questa classe sulla fertilità negli studi su animali, non si possono escludere effetti sulla fertilità nell’uomo.
Agli uomini trattati con cabazitaxel si raccomanda di richiedere una consulenza sulla conservazione dello sperma prima del trattamento.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
Per le condizioni di conservazione dopo la prima apertura e diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.