ACIDO IBANDR TECN 1CPR 150MG

13,00 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: SODIO IBANDRONATO MONOIDRATO
  • ATC: M05BA06
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio: Il farmaco contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 18/10/2015

Trattamento dell’osteoporosi nelle donne in postmenopausa ad elevato rischio di frattura (vedere il paragrafo 5.1). È stata dimostrata una riduzione del rischio di fratture vertebrali; non è stata stabilita l’efficacia nelle fratture del collo del femore.
Ogni compressa contiene 150 mg di acido ibandronico (come acido ibandronico, sodio monoidrato). Eccipiente con effetti noti: contiene 167,205 mg di lattosio monoidrato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

– Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 – Ipocalcemia – Anomalie dell’esofago che ritardano lo svuotamento esofageo, come stenosi o acalasia – Incapacità di mantenere la posizione eretta in piedi o da seduti per almeno 60 minuti.

Posologia

Posologia La dose raccomandata è una compressa rivestita con film da 150 mg una volta al mese.
È preferibile assumere la compressa lo stesso giorno di ogni mese.
Acido Ibandronico TecniGen deve essere assunto dopo un digiuno notturno (di almeno 6 ore) e un’ora prima dell’assunzione dei primi cibi e delle prime bevande (a esclusione dell’acqua) della giornata (vedere il paragrafo 4.5) o di qualsiasi altro medicinale o integratore assunti per via orale (incluso il calcio).
In caso di dimenticanza di una somministrazione, le pazienti devono essere istruite affinchè prendano una compressa di Acido Ibandronico TecniGen da 150 mg il mattino successivo al giorno in cui si ricordano della dimenticanza, a meno che non manchino meno di 7 giorni alla successiva assunzione programmata.
In seguito le pazienti devono continuare ad assumere la dose una volta al mese, nel giorno programmato inizialmente.
Nel caso in cui manchino meno di 7 giorni alla successiva assunzione programmata, le pazienti devono attendere fino a tale data e continuare poi ad assumere una compressa una volta al mese, come da programma iniziale.
Le pazienti non devono assumere due compresse nella stessa settimana.
Se l’assunzione dietetica è inadeguata, le pazienti devono ricevere un integratore di calcio e/o vitamina D (vedere i paragrafi 4.4 e 4.5).
Non è stata stabilità la durata ottimale del trattamento con bisfosfonati per l’osteoporosi.
La necessità di un trattamento continuativo deve essere rivalutata in ogni singolo paziente periodicamente in funzione dei benefici e rischi potenziali di Acido Ibandronico TecniGen, in particolare dopo 5 o più anni d’uso.
Popolazioni speciali Pazienti con compromissione renale A causa della limitata esperienza clinica (vedere i paragrafi 4.4 e 5.2) il tattamento con Acido Ibandronico TecniGen non è raccomandato nelle pazienti con una clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min.
Non è necessario alcun aggiustamento della dose nelle pazienti con compromissione renale da lieve a moderata dove la clearance della creatinina è pari o superiore a 30 ml/min.
Pazienti con compromissione epatica Non è richiesto alcun aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2).
Popolazione anziana Non è richiesto alcun aggiustamento della dose (vedere il paragrafo 5.2).
Popolazione pediatrica Nei bambini al di sotto dei 18 anni non esiste un uso indicato dell’acido ibandronico, e l’acido ibandronico non è stato studiato in questa popolazione (vedere paragrafi 5.1 e 5.2).
Modo di somministrazione Per uso orale.
– Le compresse devono essere deglutite intere, con un bicchiere di acqua (da 180 a 240 ml), con la paziente seduta o in piedi, in posizione eretta.
Non deve essere usata acque con elevata concentrazione di calcio.
Si consiglia di utilizzare acqua in bottiglia con un basso contenuto di minerali se c’è un problema associato a livelli potenzialmente elevati di calcio nell’acqua del rubinetto (acqua dura).
– Le pazienti non devono sdraiarsi per 1 ora dopo l’assunzione di Acido Ibandronico TecniGen.
– L’acqua è l’unica bevanda che può essere assunta con Acido Ibandronico TecniGen.
– Le pazienti non devono né masticare né succhiare le compresse per il rischio di ulcerazioni orofaringee.

Avvertenze e precauzioni

Ipocalcemia L’ipocalcemia esistente deve essere corretta prima di iniziare la terapia con Acido Ibandronico TecniGen.
Anche altri disturbi del metabolismo osseo e minerale devono essere trattati efficacemente.
In tutte le pazienti è importante un’adeguata assunzione di calcio e vitamina D.
Patologie gastrointestinali I bisfosfonati somministrati per via orale possono causare irritazione locale della mucosa gastrointestinale superiore.
A causa di questi possibili effetti irritanti e del potenziale peggioramento della patologia di base, si deve prestare cautela quando si somministra Acido Ibandronico TecniGen a pazienti con disturbi del tratto gastrointestinale superiore in corso (per esempio esofago di Barrett, disfagia, altre malattie esofagee, gastrite, duodenite o ulcere noti).
Nelle pazienti in trattamento con bisfosfonati orali sono stati riportati eventi avversi quali esofagite, ulcere esofagee ed erosioni esofagee, in alcuni casi gravi e che richiedono l’ospedalizzazione, raramente con sanguinamento o seguite da stenosi esofagee o perforazione.
Il rischio di eventi avversi gravi a livello esofageo sembra essere maggiore nelle pazienti che non si sono attenute alle istruzioni di dosaggio e/o che continuano ad assumere bisfosfonati per via orale dopo lo sviluppo di sintomi indicativi di irritazione esofagea.
Le pazienti devono prestare particolare attenzione ed essere in grado di attenersi alle istruzioni di dosaggio (vedere il paragrafo 4.2).
I medici devono prestare attenzione a qualsiasi segno o sintomo che indica una possibile reazione esofagea e le pazienti devono essere istruite affinchè sospendano Acido Ibandronico TecniGen e consultino il medico se sviluppano disfagia, odinofagia, dolore retrosternale o insorgenza o peggioramento di pirosi.
Mentre negli studi clinici controllati non è stato osservato alcun aumento del rischio, con l’uso orale di bisfosfonati vi sono state segnalazioni post–marketing di ulcere gastriche e duodenali, alcune delle quali gravi e con complicanze.
Poiché i farmaci antinfiammatori non steroidei) e i bisfosfonati sono entrambi associati a irritazione gastrointestinale, si deve prestare cautela durante la somministrazione concomitante.
Osteonecrosi della mascella In pazienti con tumore trattate con regimi terapeutici che includevano bisfosfonati somministrati principalmente per via endovenosa è stata segnalata osteonecrosi della mascella, generalmente associata a estrazioni dentarie e/o infezioni locali (compresa osteomielite).
Molte di queste pazienti ricevevano anche chemioterapia e corticosteroidi.
È stata riportata osteonecrosi della mascella anche in pazienti con osteoporosi trattate con bisfosfonati per via orale.
Prima del trattamento con bisfosfonati nelle pazienti con fattori di rischio concomitanti (per esempio tumore, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, scarsa igiene orale) si deve considerare una visita odontoiatrica con un’appropriata profilassi dentale.
In corso di trattamento queste pazienti devono evitare se possibile procedure odontoiatriche invasive.
Nelle pazienti che sviluppano osteonecrosi della mascella durante il trattamento con bisfosfonati, la chirurgia dentale può peggiorare il disturbo.
Per le pazienti che necessitano di procedure dentistiche non vi sono dati disponibili che indichino se la sospensione del trattamento con bisfosfonati riduce il rischio di osteonecrosi della mascella.
Il giudizio clinico del medico deve guidare la gestione di ciascuna paziente, sulla base della valutazione individuale del rapporto rischi/benefici.
Fratture atipiche del femore Sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bisfosfonati per l’osteoporosi.
Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea.
Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato a evidenze di diagnostica per immagini di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa.
Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bisfosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale.
È stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture.
Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale si deve prendere in considerazione l’interruzione della terapia con bisfosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio rischio individuale.
Durante il trattamento con bisfosfonati i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all’anca o all’inguine e qualsiasi paziente che manifesti tali sintomi deve essere valutato per la presenza di un’incompleta frattura del femore.
Compromissione renale A causa della limitata esperienza clinica, Acido Ibandronico TecniGen non è raccomandato nelle pazienti con una clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min (vedere il paragrafo 5.2).
Rari problemi ereditari Acido Ibandronico TecniGen contiene lattosio.
Le pazienti affette da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.

Interazioni

Interazione farmaco–cibo La biodisponibilità orale dell’acido ibandronico è generalmente ridotta in presenza di cibo.
In particolare prodotti contenenti calcio, incluso il latte, e altri cationi polivalenti (quali alluminio, magnesio e ferro), possono interferire con l’assorbimento di Acido Ibandronico TecniGen, coerentemente con quanto rilevato negli studi sugli animali.
Pertanto le pazienti devono osservare un digiuno notturno (di almeno 6 ore) prima di assumere Acido Ibandronico TecniGen e devono continuare a digiunare per un’ora dopo l’assunzione di Acido Ibandronico TegniGen (vedere il paragrafo 4.2).
Interazioni con altri medicinali Le interazioni metaboliche non sono considerate probabili, poichè l’acido ibandronico non inibisce i principali isoenzimi epatici umani P450 ed è stato dimostrato che non induce il sistema dei citocromi epatici P450 nel ratto (vedere paragrafo 5.2).
L’acido ibandronico viene eliminato solo mediante escrezione renale e non è sottoposto ad alcuna biotrasformazione.
Integratori a base di calcio, antiacidi e alcuni farmaci orali contenenti cationi polivalenti Gli integratori a base di calcio, gli antiacidi e alcuni farmaci orali contenenti cationi polivalenti (quali alluminio, magnesio e ferro) possono interferire con l’assorbimento di Acido Ibandronico TecniGen.
Pertanto le pazienti non devono assumere altri farmaci per via orale per almeno 6 ore prima di assumere Acido Ibandronico TecniGen e per 1 ora dopo l’assunzione di Acido Ibandronico TecniGen.
Acido acetilsalicilico e FANS In uno studio di due anni condotto su donne in postmenopausa affette da osteoporosi (BM 16549), l’incidenza di eventi a carico del tratto gastrointestinale superiore in pazienti che assumevano contemporaneamente acido acetil salicilico o FANS è risultata simile a quella riscontrata nelle pazienti in trattamento con acido ibandronico 2,5 mg al giorno o 150 mg una volta al mese dopo uno e due anni.
Bloccanti dei recettori H2 o inibitori della pompa protonica Delle oltre 1500 pazienti arruolate nello studio BM 16549, che metteva a confronto un regime posologico di acido ibandronico mensile con uno giornaliero, il 14% e il 18% assumeva bloccanti dei recettori H2 istaminergici o inibitori della pompa protonica, rispettivamente dopo uno e due anni.
Tra queste pazienti l’incidenza di eventi a carico del tratto gastrointestinale superiore in quelle trattate con acido ibandronico 150 mg una volta al mese è risultata simile a quella riscontrata nelle pazienti trattate con acido ibandronico 2,5 mg al giorno.
In volontari maschi sani e donne in postmenopausa, la somministrazione per via endovenosa di ranitidina ha determinato un aumento della biodisponibilità dell’acido ibandronico del 20% circa, probabilmente come risultato della ridotta acidità gastrica.
Tuttavia, poichè questo aumento è nell’ambito della normale variabilità della biodisponibilità dell’acido ibandronico, non si considera necessario effettuare alcun aggiustamento di dosaggio quando Acido Ibandronico TecniGen viene somministrato in concomitanza con H2–antagonisti o con altri principi attivi che aumentano il pH gastrico.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza Il profilo di sicurezza per l’acido ibandronico si basa su studi clinici controllati e dall’esperienza successiva alla commercializzazione.
Le reazioni avverse più frequentemente riportate sono state artralgia e sintomi simil–influenzali.
Questi sintomi, in genere di breve durata, di intensità lieve o moderata, sono tipicamente associati alla prima dose e di solito si risolvono nel corso di un trattamento continuativo senza bisogno di interventi correttivi (vedere paragrafo "malattia simil–influenzale").
Elenco tabellare delle reazioni avverse Nella tabella 1 è presentata una sintesi delle reazioni avverse.
La sicurezza del trattamento orale con acido ibandronico 2,5 mg una volta al giorno è stata valutata su 1251 pazienti trattati in 4 studi clinici controllati verso placebo, di cui la maggior parte dei pazienti proveniva dallo studio principale sulle fratture della durata di tre anni (MF4411).
Nello studio principale della durata di due anni su donne in post–menopausa affette da osteoporosi (BM 16549), la sicurezza complessiva di 150 mg di acido ibandronico una volta al mese è risultata simile a quella di 2,5 mg di acido ibandronico al giorno.
La percentuale complessiva delle pazienti che hanno riportato una reazione avversa è stata del 22,7% e 25,0% con la somministrazione di 150 mg di acido ibandronico una volta al mese, rispettivamente dopo uno e due anni.
La maggioranza dei casi non ha comportato l’interruzione del trattamento.
Tabella 1: Reazioni avverse verificatesi in donne in post–menopausa in trattamento con acido ibandronico 150 mg una volta al mese o con acido ibandronico 2,5 mg al giorno negli studi di fase III BM16549 e MF4411 e nell’esperienza successiva alla commercializzazione.
Le reazioni avverse sono elencate in accordo alla classificazione per sistemi e organi MedRA e alla categoria di frequenza.
Le categorie di frequenza sono definite usando le seguenti convenzioni: molto comune (>1/10), comune (≥ 1/100 a < 1/10), non comune (≥ 1/1.000 a < 1/100), raro (≥ 1/10.000 a < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000), non noto (non può essere valutato dai dati disponibili).
All’interno di ciascun gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine decrescente di gravità.
Classificazione per sistemi ed organi Comune Non comune Raro Molto raro
Disturbi del sistema immunitario  Reazioni di ipersensibilitàReazione anafilattica/shock*†
Patologie del sistema nervosoCefaleaCapogiro  
Patologie dell’occhio  Infiammazione oculare*† 
Patologie gastrointestinali*Esofagite, gastrite, malattia da reflusso gastroesofageo, dispepsia, diarrea, dolore addominale, nauseaEsofagite incluse ulcerazioni esofagee o stenosi e disfagia, vomito, flatulenzaDuodenite 
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneoEruzione cutaneaAngioedema, edema del volto, orticaria  
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivoArtralgia, mialgia, dolore muscoloscheletrico, crampi muscolari, rigidità muscoloscheletricaLombalgiaFratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore†Osteonecrosi della mascella*†
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazioneMalattia simil influenzale*Affaticamento  
*Per ulteriori informazioni si veda sotto.
† identificate durante l’esperienza successiva alla commercializzazione.
Descrizione di alcune reazioni avverse Reazioni avverse gastrointestinali Nello studio sul trattamento mensile sono state incluse pazienti con anamnesi positiva per patologie gastrointestinali, comprese le pazienti affette da ulcera peptica, in assenza di sanguinamento o ricovero ospedaliero recenti, e le pazienti affette da dispepsia o reflusso sotto controllo farmacologico.
Per queste pazienti non sono emerse differenze nell’incidenza degli eventi avversi a carico del tratto superiore dell’apparato gastrointestinale tra il regime terapeutico con 150 mg una volta al mese e quello con 2,5 mg al giorno.
Malattia simil–influenzale La malattia simil–influenzale comprende eventi segnalati come reazioni di fase acuta o sintomi quali mialgia, artralgia, febbre, brividi, affaticamento, nausea, perdita dell’appetito o dolore alle ossa.
Osteonecrosi della mascella L’osteonecrosi della mascella è stata segnalata in pazienti in trattamento con bisfosfonati.
La maggior parte dei casi si riferisce a pazienti con tumore, ma alcuni casi si sono manifestati anche in pazienti trattati per l’osteoporosi.
L’osteonecrosi della mascella è generalmente associata a estrazioni dentarie e/o infezioni locali (compresa l’osteomielite).
Anche la diagnosi di tumore, la chemioterapia, la radioterapia, i corticosteroidi e la scarsa igiene orale sono ritenuti fattori di rischio (vedere paragrafo 4.4).
Infiammazione oculare Con l’utilizzo dell’acido ibandronico sono stati riportati eventi infiammatori oculari come uveiti, episcleriti e scleriti.
In alcuni casi, questi eventi non si sono risolti fino alla sospensione della terapia con acido ibandronico.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Non ci sono dati adeguati relativi all’uso di acido ibandronico in donne in gravidanza.
Gli studi condotti nei ratti hanno dimostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Il rischio potenziale per l’uomo non è noto.
Acido Ibandronico TecniGen non deve essere somministrato durante la gravidanza.
Allattamento Non è noto se l’acido ibandronico venga escreto nel latte materno.
Studi condotti nei ratti in fase di allattamento hanno dimostrato la presenza di bassi livelli di acido ibandronico nel latte dopo somministrazione endovenosa.
Acido Ibandronico TecniGen non deve essere usato nelle pazienti che allattano al seno.
Fertilità Non vi sono dati sugli effetti dell’acido ibandronico nell’uomo.
Negli studi di riproduzione condotti nei ratti utilizzando la somministrazione orale, l’acido ibandronico ha ridotto la fertilità.
Negli studi condotti nei ratti utilizzando la somministrazione endovenosa, l’acido ibandronico ha ridotto la fertilità a dosi giornaliere alte (vedere paragrafo 5.3).

Conservazione

Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.