08/11/2023

Long raffreddore: può durare anche 11 settimane

Simona Lovati
A cura di Simona Lovati
Pubblicato il 08/11/2023 Aggiornato il 08/11/2023

Il raffreddore quest'anno è duro a esaurirsi e fastidioso. Sotto accusa un sistema immunitario ancora troppo lento e agenti patogeni difficili da eliminare 

Little girl aged 10 cleaning her nose in autumn. The girl is not feeling well and looks quite pale and sick.

Il Covid non è l’unico responsabile di infiammazioni a lungo termine. Quest’anno anche il raffreddore in alcuni casi potrebbe durare fino a 11 settimane.

È il fenomeno che gli studiosi della Queen Mary University di Londra hanno definito long cold o long flu, letteralmente “raffreddore lungo”.

«Al momento non sono ancora chiari gli agenti eziologici responsabili di questa infiammazione prolungata», spiega il professor Pasquale Capaccio, otorinolaringoiatra della Casa di Cura La Madonnina, Gruppo San Donato, e professore associato di Otorinolaringoiatria dell’Università degli Studi di Milano. L’ipotesi è che il nostro sistema immunitario si sia adeguato all’uso di mascherine e all’isolamento del periodo pandemico, diventando meno reattivo nei confronti degli agenti patogeni esterni. A ciò si aggiunge il risveglio di alcuni batteri e virus “dormienti” che si trovano nell’anello linfatico di Waldeyer, che comprende i tessuti linfatici della mucosa della faringe e delle tonsille, fondamentale per rispondere in modo efficace a tutto ciò che entra nell’organismo attraverso le vie respiratorie. «Tra quelli con una maggiore predisposizione a stanziare nel tessuto linfatico ci sono lo streptococco beta emolitico di gruppo A e il virus EBV, che rimangono essenzialmente nelle tonsille, l’adenovirus e il coronavirus nelle vegetazioni linfatiche adenoidee della rinofaringe», precisa lo specialista.

I sintomi e le cure

Un sistema immunitario ancora intorpidito, la riattivazione e l’interazione di questi virus annidati da molto tempo possono essere responsabili del long raffreddore. Oltre alla congestione nasale e alle secrezioni siero-mucose nasali anteriori, si possono associare secrezioni retronasali che scendono verso le vie respiratorie inferiori e l’apparato gastro-intestinale, causando altri sintomi come mal di gola, voce rauca, tosse e fastidi allo stomaco. Per gestire la situazione è utile utilizzare decongestionanti nasali e anti-infiammatori e se la condizione non si risolve nel giro di quattro settimane, o si presentano altri sintomi, è indispensabile rivolgersi al medico per valutare lo stato di salute.

Il fattore C

In genere i tamponi molecolari effettuati su questi pazienti risultano negativi al Covid, anche se la loro affidabilità non è sicura al 100 per cento. «Senza dimenticare che non è possibile al momento stabilire quale sia la nostra risposta immunitaria di fronte al coronavirus a causa della immunità ibrida acquisita, data dall’azione delle varie vaccinazioni e dalla replicazione del virus nelle sue diverse varianti, che incontrano le nostre vie respiratorie», conclude Capaccio.