09/10/2020

Le ghiandole lacrimali

Le lacrime che versiamo quando siamo tristi, felici, stanchi sono prodotte da particolari ghiandole esocrine situate negli occhi. Ecco in che cosa consistono, qual è il loro ruolo e quando hanno un problema.

L’apparato lacrimale

Le ghiandole esocrine lacrimali fanno parte dell’apparato lacrimale, il complesso delle strutture che presiedono alla secrezione e all’eliminazione del liquido che costituisce le lacrime, la cui funzione è quella di mantenere pulita ed umida la superficie anteriore dell’occhio.

L’apparato lacrimale può essere diviso in una porzione secretoria e una escretoria. La componente secretoria è costituita dalle ghiandole lacrimali (la ghiandola lacrimale principale e le ghiandole lacrimali accessorie).
L’apparato escretore è costituito invece da quattro componenti: i puntini lacrimali, i canalicoli lacrimali, il sacco lacrimale e il dotto naso-lacrimale. Insieme permettono al film lacrimale prodotto dalle ghiandole di arrivare sulla superficie esterna dell’occhio.

Il ruolo del liquido lacrimale

Il liquido lacrimale normale (che è un poco diverso da quello che scorre quando piangiamo) difende l’occhio dalla secchezza e deterge la cornea da germi e corpi estranei.
Contiene inoltre componenti (enzimi, anticorpi e lisozima) a elevato potere battericida che proteggono l’occhio da molte infezioni.
È formato da tre strati:
– lipidico, è il più superficiale ed è composto dai grassi;

– acquoso, è quello che aumenta quando piangiamo;

– mucoso, che è formato dalla mucina (componente del muco) e ha un alto potere lubrificante.

LE MALATTIE DELLE GHIANDOLE LACRIMALI

Il disturbo più frequente a carico delle ghiandole lacrimali è l’occhio secco, che è dovuto a una scarsa presenza di lacrime.

L’occhio secco

 La scarsa presenza di lacrime, detta ipolacrimia, che caratterizza l’occhio secco, può essere causata da un’eccessiva evaporazione (quasi sempre per cause ambientali) oppure da una scarsa funzionalità delle ghiandole che, per un’atrofia (diminuzione di volume) parziale o totale o per alterazioni, non producono più liquido lacrimale a sufficienza.
Alla base possono esserci alterazioni dell’equilibrio ormonale, malattie autoimmuni, malattie della pelle, congiuntiviti, dieta scorretta, uso di alcuni farmaci, inquinamento ambientale.

I fattori di rischio più comuni sono l’utilizzo delle lenti a contatto e l’uso prolungato di computer, smartphone, tablet e videogiochi, che riducono la frequenza all’ammiccamento, cioè l’apertura e chiusura delle palpebre, che aiuta a diffondere le lacrime sulla cornea e sulla congiuntiva. Inoltre, costituiscono una fonte di stress per gli occhi.

I sintomi

I sintomi più comuni sono bruciore, sensazione di corpo estraneo nell’occhio, fastidio alle luci intense, difficoltà nell’apertura della palpebra al risveglio e, nei casi più gravi, dolore e annebbiamento visivo.

Talvolta, le persone colpite da ipolacrimia paradossalmente “piangono” copiosamente: il liquido lacrimale è però molto acquoso, contiene poche componenti protettive, è leggermente irritante (per questo gli occhi sono rossi dopo aver pianto) ed evapora velocemente lasciando la cornea esposta all’azione di agenti esterni. Questa secrezione, che viene detta di tipo riflesso, protegge poco la superficie oculare.

Le cure

Innanzitutto è bene adottare una serie di precauzioni: bere molto, seguire un’alimentazione bilanciata, non abusare delle lenti a contatto, non stare troppo tempo davanti a pc e cellulari.

Il medico può consigliare una cura sostitutiva e/o correttiva a base di colliri o gel (lacrime artificiali) formati da sostanze che possiedono l’azione detergente, lubrificante e disinfettante delle lacrime naturali. Talvolta, possono essere impiantati tappi di silicone temporanei o permanenti canalini di drenaggio lacrimale a livello del bordo palpebrale, per stabilizzare il film lacrimale a livello della superficie oculare impedendone il deflusso.