09/10/2020

I testicoli

L’equivalente maschile delle ovaie sono i testicoli. Si tratta di due organi a forma ovoidale, di consistenza duro-elastica, localizzati alla base del pene, con un volume di circa 20-25 ml. Ecco come funzionano e quali sono le principali problematiche a cui possono andare incontro.

GHIANDOLE SESSUALI MASCHILI

I testicoli o didimi sono le ghiandole sessuali maschili (gonadi maschili). Si formano già durante la vita fetale nell’addome e solo negli ultimi mesi di gravidanza scendono verso il basso. In alcuni neonati però ciò non avviene: in circa metà dei casi scenderanno spontaneamente nel primo anno di vita. Altrimenti bisogna intervenire.

Contenuti in una sorta di sacchetto, lo scroto, hanno il prezioso compito di produrre sia gli spermatozoi, le cellule riproduttive, sia gli ormoni maschili. 

Sono formati, infatti, da due tipi differenti di cellule:

– le cellule di Leydig, che producono l’ormone maschile testosterone;

– le cellule di Sertoli, che consentono la maturazione degli spermatozoi. Questi ultimi rimangono all’interno del testicolo per il tempo necessario a completare il proprio processo maturativo. Quando raggiungono la maturazione vengono espulsi all’esterno attraverso il complesso meccanismo dell’erezione e dell’eiaculazione.

UNA STRUTTURA COMPLESSA

Ogni testicolo è diviso internamente in lobuli nei quali sono contenuti i tubuli seminiferi, al cui interno avviene la produzione degli spermatozoi (spermiogenesi).

I tubuli seminiferi sono dapprima attorcigliati (si parla di tubuli contorti), poi assumono una conformazione rettilinea (tubuli rettilinei) e confluiscono nella rete testicolare (o “rete testis”), formata da canali di varia ampiezza.

Dalla rete testicolare partono i dotti efferenti che raggiungono l’epididimo, un piccolo corpo allungato localizzato sul bordo posteriore-superiore del testicolo, che costituisce il tratto delle vie spermatiche compreso tra i condotti efferenti della rete testicolare e il dotto deferente (condotto deputato al trasporto dello sperma).

LE MALATTIE DEI TESTICOLI

Anche i testicoli o didimi, come le ovaie, possono sviluppare diverse problematiche o vere e proprie malattie: per esempio, l’ipogonadismo, il varicocele, il criptorchidismo, l’idrocele, la torsione del testicolo, il tumore.

L’IPOGONADISMO

Una delle problematiche più comuni è l’ipogonadismo, ossia una riduzione nella produzione di spermatozoi. Questa condizione può essere causata da due fattori:

– una ridotta stimolazione del testicolo da parte di ipotalamo e ipofisi (si parla allora di ipogonadismo ipogonadotropo);

– una ridotta funzione dei testicoli stessi (si parla di ipogonadismo ipergonadotropo). In quest’ultimo caso, l’ipotalamo e l’ipofisi continuano a funzionare, anzi funzionano anche più del normale nel tentativo di stimolare un testicolo che, essendo danneggiato, non riesce a svolgere la sua normale attività.

Alla base possono esserci cause diverse, come patologie autoimmuni, malattie genetiche o dello sviluppo, infezioni, disturbi al fegato o ai reni, esposizione a radiazioni, interventi chirurgici, emorragie, alcuni farmaci (inclusi steroidi e oppiacei), carenze nutrizionali, eccesso di ferro, traumi o tumori.

I sintomi

L’ipogonadismo può aumentare il volume del tessuto mammario (ginecomastia), ridurre barba e peli, portare a perdita di massa muscolare e causare problemi sessuali.
In caso di tumori cerebrali, si possono aggiungere mal di testa e perdita della vista, perdite lattiginose dai capezzoli e sintomi di altre carenze ormonali.

Le cure

Laddove possibile, si cerca di rimuovere la causa. Per esempio, in caso di tumori si può ricorrere a interventi chirurgici, mentre in presenza di squilibri nutrizionali si dovranno seguire diete specifiche.
È anche possibile assumere testosterone tramite iniezioni o sotto forma di gel per uso topico.
Se l’ipogonadismo è dovuto a un mancato stimolo dei testicoli, è possibile favorire la maturazione degli spermatozoi mediante iniezioni di ormoni normalmente prodotti dall’ipofisi.

IL VARICOCELE

Si tratta di una dilatazione varicosa anomala delle vene del funicolo spermatico, quel piccolo cordone a cui è appeso il testicolo (e che contiene il dotto deferente insieme, appunto, a vasi sanguigni e nervi).

Di conseguenza, il sangue invece che risalire verso l’addome, ristagna nella zona, innalzando la temperatura dei testicoli (quando la loro temperatura, di solito, è inferiore a quella del resto del corpo) e causando un’insufficiente ossigenazione dei tessuti.

Il problema interessa soprattutto il testicolo sinistro (per la conformazione anatomica del sistema venoso che rende da questo lato più difficile il deflusso del sangue proveniente dal testicolo), solo raramente riguarda il destro o entrambi. È più frequente nei giovani fra i 18 e i 30 anni.
Le cause non sono ancora del tutto chiare, anche se si pensa che alla base del suo sviluppo spesso esista una predisposizione congenita. Ci sono poi alcuni comportamenti che favoriscono la malattia come gli sforzi intensi, l’utilizzo di pantaloni troppo stretti, l’esposizione continuativa a fonti di calore. Fra i possibili fattori favorenti anche il tumore renale e una massa addominale.

I sintomi

La malattia è subdola e spesso non ci si accorge nemmeno di averla. Tuttavia, soprattutto quando è presente da molto tempo e la dilatazione delle vene è significativa, possono comparire alcuni campanelli di allarme, assolutamente da non trascurare:

– un senso di peso o di costrizione a livello dei testicoli, anche se saltuario o molto leggero;

– un vago senso di disagio allo scroto, specialmente durante o dopo un’attività sportiva;

– piccoli dolori, anche transitori, all’inguine, soprattutto quando si sta in piedi.

Le cure

L’unico modo per risolvere il varicocele è ricorrere a un’operazione chirurgica. Oggi esistono varie tecniche, ma tutte hanno l’obiettivo di chiudere e/o asportare le vene interessate dalla malattia.

IL CRIPTORCHIDISMO

Detto anche testicolo ritenuto, è l’anomalia più frequente dell’apparato urogenitale maschile in età pediatrica. Consiste nella mancata discesa del testicolo dalla cavità addominale fino allo scroto attraverso il canale inguinale. Si accompagna ad alterazioni della struttura del testicolo e alla riduzione della produzione di spermatozoi e ormoni in età adulta.
Alla base possono esserci alterazioni genetiche, esposizione a interferenti endocrini, cause ormonali. Fra i fattori di rischio per la comparsa del criptorchidismo ci sono la prematurità e il basso peso alla nascita, oltre al diabete in gravidanza e al fumo.

I sintomi

La malattia è ben riconoscibile visivamente, perché causa l’assenza del testicolo. Questa condizione predispone a un maggior rischio di tumore testicolare.

Le cure

In circa il 75% dei bambini affetti da criptorchidismo monolaterale, il testicolo ritenuto tende a discendere spontaneamente nella sacca scrotale, ma se ciò non avviene entro il primo o il secondo anno di vita bisogna intervenire.
Per favorire la discesa del testicolo, si può ricorrere alla somministrazione di ormoni-gonadotropine oppure a un intervento chirurgico mediante il quale il testicolo ritenuto viene fissato chirurgicamente nella borsa scrotale (orchidopessi).

L’IDROCELE

Si tratta dell’ingrossamento di uno o di entrambi i testicoli, a causa di un versamento patologico di liquido sieroso nello spazio esistente tra i due foglietti della tonaca di rivestimento dei testicoli stessi: la tonaca vaginale.
In pratica, il liquido prodotto normalmente per consentire lo scorrimento del testicolo non riesce a essere riassorbito e ristagna fra il testicolo e la tunica, provocando un rigonfiamento più o meno grande.

Può derivare da un’altra malattia primaria a carico del testicolo (come tubercolosi, sifilide, tumore), può essere una complicanza di un intervento di varicocelectomia, può essere congenito (presente fin dalla nascita) oppure può comparire senza una causa apparente.  

I sintomi

Appare come una tumefazione, di vario volume (fino a 10-15 cm di diametro). In genere, non dà dolore.

Se l’ingrossamento è di una certa entità, la cute appare tesa.

Se non si ingrossa troppo, non interferisce con le funzioni sessuali e non è causa di sterilità.

Le cure

Se l’idrocele è secondario, prima è opportuno intervenire sulla malattia che l’ha causato, poi si  procedereà con l’operazione. Nell’idrocele idiopatico e in quello congenito si effettua direttamente l’intervento chirurgico.

LA TORSIONE DEL TESTICOLO

La torsione del testicolo (detta anche torsione testicolare) si verifica quando il testicolo ruota intorno al proprio asse.

Se si torce anche il funicolo spermatico, il cordone che collega il testicolo all’inguine composto da terminazioni nervose e vasi sanguigni, si può determinare una riduzione dell’irrorazione sanguigna del didimo, che per questo rischia di atrofizzarsi, perdendo volume e vitalità.

La torsione testicolare, essendo legata allo sviluppo dei testicoli, è più frequente tra 12 e 16 anni di età, ma talvolta può comparire anche nel neonato per un’anomalia congenita. 
Fra i fattori di rischio ci sono: un’attività fisica particolarmente intensa, sforzi fisici, infortuni e traumi, movimenti accidentali durante il sonno, temperature molto fredde.

I sintomi

Si manifesta con un dolore improvviso e acuto nello scroto, la borsa che contiene i testicoli, e un gonfiore localizzato.
Inoltre possono comparire dolore addominale, nausea e vomito.

Le cure

L’unica soluzione è rappresentata dall’intervento chirurgico, per riportare in sede il testicolo.

IL TUMORE

Quello ai testicoli è il tumore più comune negli uomini con meno di 50 anni. La fascia d’età più colpita è quella compresa fra i 15 e i 35 anni.
I medici distinguono fra due tipi principali di tumore: i seminomi, che consistono nella trasformazione maligna delle cellule germinali, cioè le cellule che danno origine agli spermatozoi; e i non seminomi, che includono differenti forme.

Il più importante fattore di rischio per il tumore al testicolo è costituito dal criptorchidismo, che aumenta le probabilità di trasformazione maligna delle cellule fino a 10 volte.

Altri fattori di rischio sono: la sindrome di Klinefelter, un difetto cromosomico; precedenti casi di tumore testicolare in famiglia; un tumore all’altro testicolo; l’esposizione a sostanze che alterano l’equilibrio endocrino (come l’esposizione professionale intensa a pesticidi); il fumo; l’infertilità (gli uomini infertili hanno un rischio di malattia tre volte superiore agli uomini fertili).

I sintomi

Nella maggior parte dei casi, il tumore si manifesta con la comparsa di un indurimento, un gonfiore, un senso di pesantezza o un vero e proprio nodulo a livello del testicolo.

Talvolta, la malattia causa un dolore acuto al testicolo e/o un rapido aumento del suo volume che può dipendere dalla formazione di un’emorragia all’interno della massa maligna. Tuttavia, anche il rimpicciolimento del testicolo può essere un segnale di esordio della malattia.
Oltre a questi, non compaiono altri segnali caratteristici né segni aspecifici. Ecco perché spesso accade che l’uomo scopra il tumore in modo causale, per esempio durante l’esecuzione di un’ecografia in seguito a un trauma.

Le cure

Nelle forme meno avanzate della malattia si procede quasi sempre con l’asportazione del testicolo e del funicolo spermatico e talvolta dei linfonodi dell’addome.

Se l’uomo lo desidera e le condizioni cliniche lo consentono, il testicolo naturale può essere sostituito con una protesi, che consente di mantenere la simmetria con l’altro testicolo.

Spesso, dopo l’operazione il paziente deve sottoporsi a uno o più cicli di radioterapia, per perfezionare la cura e aumentare le probabilità di guarigione. Quando il tumore è più aggressivo e/o si è già diffuso in altre zone del corpo è necessario ricorrere quasi sempre anche alla chemioterapia.