Cefalee secondarie
Oltre alle cefalee primarie, esistono anche quelle secondarie, in cui il mal di testa è il sintomo o uno dei sintomi di altri disturbi o malattie. Ecco i più comuni.
Se la persona soffre di un attacco occasionale e isolato di mal di testa e non avverte altri particolari sintomi non deve preoccuparsi. In tutti gli altri casi, invece, è importante che parli con il medico della sua situazione. Solo in questo modo, infatti, è possibile capire se si tratta di un disturbo o di un sintomo che richiede interventi adeguati.
Se il medico diagnostica una cefalea primaria può prescrivere tutte le cure e gli accorgimenti del caso o, eventualmente, se lo reputa necessario, inviare il soggetto da uno specialista. Se, invece, ha dubbi sulla reale natura del problema può richiedere ulteriori accertamenti.
Nella maggior parte dei casi, alla base delle cefalee secondarie ci sono:
- traumi cranici o lesioni del capo;
- malattie o disfunzioni dei vasi sanguigni cerebrali, per esempio ictus, trombosi, aneurisma, emorragia cerebrale;
- malattie del cervello o delle strutture circostanti, come tumori, meningiti, alterazioni del liquido cefalorachidiano;
- assunzione o sospensione di sostanze come alcol, caffeina, oppiacei;
- infezioni batteriche o virali (come l'influenza);
- malattie del metabolismo, come diabete, malattie renali, celiachia, anemia;
- dolori facciali legati a disturbi del cranio, del collo, delle orecchie, del naso, dei denti, della bocca, degli occhi;
- nevriti e nevralgie craniche;
- ipertensione arteriosa.
Talvolta, le cefalee secondarie possono essere confuse anche con quelle primarie. Le condizioni che più frequentemente traggono in inganno, perché hanno tra i loro sintomi proprio una cefalea, sono la sinusite, la nevralgia del trigemino, la malocclusione e il trauma cranico. Ci sono poi molte altre patologie che si manifestano con mal di testa (ma anche altri sintomi).
La sinusite
Si tratta di un’infiammazione acuta o cronica dei seni paranasali, le cavità che contengono aria situate all’interno delle ossa del cranio, al di sopra e lateralmente al naso, quasi sempre per colpa di batteri. È caraterizzata da una produzione eccessiva di muco e da un rigonfiamento della mucosa dei seni, situazione che ostacola il normale drenaggio del muco verso le cavità del naso e della bocca.
La sinusite si manifesta con forte mal di testa, naso chiuso, tosse con catarro, secrezioni di muco giallastro, voce nasale, dolore alla fronte o alla guance che peggiora quando ci si sdraia, dolore simmetrico al volto.
Nella maggior parte dei casi la cura si basa sull’uso antibiotici, che rappresentano il trattamento di prima linea. In associazione a questi, il medico può prescrivere altri farmaci che agiscono sui sintomi: decongestionanti locali (per areosol) per sciogliere il muco e corticosteroidi locali per fluidificare le secrezioni e liberare le vie aeree.
Se la sinusite è cronica e dipende da alterazioni della struttura ossea del naso, può rendersi
La nevralgia del trigemino
La nevralgia del trigemino è una sintomatologia che riguarda il nervo trigemino, il quinto nervo cranico che innerva il volto, la parte anteriore del cranio e la cavità orale, e che ha funzioni motorie e sensitive. In realtà, si tratta di una coppia di nervi: il trigemino, infatti, si dirama sia a destra sia a sinistra.
Nella maggior parte dei casi, dipende da un contatto fra il nervo e un vaso sanguigno che decorre vicino. Talvolta, però può essere legato ad altre malattie, come la sclerosi multipla, i tumori (per esempio quelli del nervo acustico o del trigemino), i traumi, le infezioni.
Il disturbo si manifesta con brevi crisi di dolore lancinante che interessano, in genere, la fronte e l’occhio, oppure la regione compresa fra la mandibola e il mento o, ancora, la parte superiore della guancia. Il dolore, in genere monolaterale, è spesso descritto come una scarica elettrica o una staffilata e a volte è paragonato alla rottura di un dente. Talvolta, negli intervalli tra un attacco e l’altro, può persistere un male sordo di fondo, anche se in genere ci sono pause di benessere.
La nevralgia del trigemino, specialmente all’inizio, può essere confusa con altri problemi, soprattutto con la cosiddetta “cefalea a grappolo”.
Se la nevralgia dipende dal contatto fra nervo e vasi, con un intrevernto si può “scollare” il vaso dal nervo e ridurre così la possibilità di dolore. Se invece è di tipo primario, cioè non si rileva il contatto vaso/nervo, si possono prescrivere farmaci (soprattutto gli antiepilettici) oppure si può procedere con un intervento chirurgico sintomatico, che lede (bruciandole) le cellule nervose responsabili del dolore.
La malocclusione dentale
La bocca chiude correttamente quando i denti sono ben allineati e l’osso mascellare, che sostiene l’arcata superiore, è in equilibrio con l’osso mandibolare, che invece sostiene l’arcata inferiore.
Si parla, invece, di malocclusione quando:
- la mascella è troppo avanti o troppo indietro rispetto alla mandibola,
- vi è una chiusura troppo profonda o, al contrario, c’è spazio fra i denti frontali superiori e inferiori,
- i denti sono storti o accavallati,
- la linea che divide gli incisivi superiori non coincide con quella che separa gli incisivi inferiori,
- non c’è sufficiente spazio per i denti a causa di un insufficiente sviluppo delle ossa di sostegno.
In queste situazioni possono comparire dolori all’articolazione mandibolare, che possono coinvolgere anche la testa, specie in fase di masticazione o durante la notte. Per risolvere la situazione, spesso è necessario ricorrere all’uso di un apparecchio ortodontico.
Il trauma cranico
Si tratta di una lesione alla testa, provocata da un evento traumatico. Può causare forte mal di testa, nei casi più gravi anche perdita di coscienza, tendenza all’addormentamento, perdita di contatto con la realtà, episodi di vomito, disturbi dell’equilibrio.
In queste situazioni, è importante andare subito al Pronto soccorso. In genere, la persona va tenuta qualche giorno sotto osservazione. Nei casi più seri, se il trauma ha provocato un danno al cervello, si interviene chirurgicamente per rimuovere eventuali ematomi all’interno della scatola cranica.
I difetti della vista
Alcuni difetti della vista, assenti al risveglio e aggravati dal prolungato impegno visivo, possono essere causa di cefalea. Tra questi l’ipermetropia (difetto dell’occhio provocato da una cornea troppo piatta o da un bulbo oculare troppo corto), in cui l’occhio non è in grado di “accomodare”:
il mal di testa è dovuto alla sofferenza delle strutture dell'occhio (soprattutto del cristallino e dei muscoli oculari) che devono “fare degli sforzi” per mettere a fuoco.
Anche l’astigmatismo può causare cefalea. Si tratta di un difetto ottico molto comune dovuto alla forma particolare della cornea che ha aspetto ovoidale anziché sferico: le cause sono genetiche ma il difetto può insorgere anche in seguito a traumi o a interventi chirurgici agli occhi non perfettamente riusciti. Nell'astigmatismo la retina assume un aspetto simile a quello di una palla da rugby. Gli stimoli luminosi non convergono nello stesso punto della retina: quelli che attraversano il diametro più corto convergono nel punto che mette a fuoco le immagini, mentre quelli che percorrono il diametro più lungo si fermano sfuocati sulla retina. Per ragioni simili a quelle dell’ipermetropia, le strutture oculari si affaticano per mettere a fuoco e questo causa sofferenza e mal di testa, simile a una morsa. È importante, quindi, soprattutto nei bambini che lamentano cefalea, escludere un disturbo della vista: spesso un paio di occhiali è sufficiente a risolvere il mal di testa, a vederci bene e anche ad avere una migliore resa a scuola.
Infine, un dolore oculare accompagnato da cefalea attorno alle orbite, disturbi visivi descritti come un alone intorno alle luci nella notte, nausea e vomito, deve far pensare ad un glaucoma (ovvero un aumento della pressione endo-oculare.
La celiachia
La celiachia o intolleranza al glutine può avere tra i suoi sintomi più aspecifici il mal di testa.
Si tratta di una infiammazione cronica dell'intestino tenue, scatenata dall'ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti, che causa sintomi diversi, dalla diarrea con marcato dimagrimento a problemi extraintestinali o addirittura altre malattie autoimmuni.
Chi soffre di celiachia e non lo sa, ogni volta che ingerisce glutine è soggetto a una reazione auto-immune per cui si producono anticorpi diretti contro le stesse componenti dell’organismo, soprattutto verso la mucosa intestinale. I villi (estroflessioni digitiformi che hanno la funzione di aumentare la superficie assorbente dell’intestino) si appiattiscono, quindi le sostanze nutritive apportate attraverso gli alimenti non riescono più a essere assorbite. La diagnosi si effettua tramite il dosaggio degli autoanticorpi nel sangue ed eventualmente con la biopsia intestinale. Il trattamento consiste nell’eliminazione del glutine dalla dieta.
L’anemia sideropenica
È una carenza di ferro nell’organismo, quasi sempre dovuta a una perdita ematica, che non dà sintomi evidenti fino a quando i livelli di emoglobina nel sangue si mantengono sopra i 9-10 grammi per decilitro (g/dl), in quanto l'organismo mette in atto meccanismi di compenso tali da assicurare un normale apporto di ossigeno ai tessuti. Quando però tali meccanismi non sono più in grado di assicurare una sufficiente ossigenazione, compaiono i tipici segni dell'anemia come pallore, stanchezza muscolare, dispnea da sforzo, tachicardia, scarso appetito, accresciuta sensibilità al freddo. E spesso compare anche mal di testa, dovuto alla sofferenza dei tessuti cerebrali che non ricevono abbastanza ossigeno. L’anemia può essere scoperta per caso, dopo esami del sangue eseguiti per altri motivi. La cura con aumento di ferro risolve i sintomi, tra cui anche la cefalea.
L’ipoglicemia
La cefalea si può accompagnare anche a valori alterati di glicemia, il livello di zucchero nel sangue. In condizioni normali, la glicemia si aggira sui 100 mg/dl. Se è più bassa - si parla di ipoglicemia secondaria a dieta squilibrata o troppo restrittiva - può determinare cefalea, insieme a tachicardia, sudorazione e tremori.
Il calo di zuccheri dovuta al digiuno prolungato (superiore alle 16 ore) può favorire la comparsa di una cefalea pomeridiana, concentrata a livello della fronte, fissa, di lieve-media intensità che regredisce entro le 72 ore dall’assunzione di cibo. Anche saltare o ritardare un pasto può essere un fattore scatenante la crisi di cefalea nei soggetti predisposti.
L’ipertensione arteriosa
Un’ipertensione arteriosa cronica non sembra di per sé essere causa di cefalea. Tuttavia si ipotizza che predisponga alla cefalea. L’aumento della pressione arteriosa, infatti, dovuto al progressivo irrigidirsi delle pareti delle arterie, si associa spesso a un dolore tipicamente sordo e continuo, bilaterale e solitamente insorge durante la notte.
È opportuno effettuare regolari controlli della misurazione della pressione arteriosa, dal proprio medico, in farmacia o anche con gli strumenti per la rilevazione a casa. I valori variano a seconda dell’età ma se sono superiori a 135/85 mmHg è bene valutare con il medico un trattamento antipertensivo.
La meningite
È un’infiammazione delle meningi, ovvero delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale, causata da virus o da batteri.
La forma virale, piuttosto comune, in genere guarisce senza grosse conseguenze, e si utilizzano farmaci per controllare la febbre.
La forma batterica, relativamente rara ma molto seria, è provocata da diversi batteri. Il più pericoloso è il meningococco o Neisseria meningitidis, di cui esistono diversi ceppi (A, B, C, W135 e Y), ma c'è anche lo pneumococco o Streptococcus pneumoniae e l’emofilo o Haemophilus influentiae, contro i quali però esistono efficaci vaccini raccomandati già nella prima infanzia.
Nella fase iniziale, i sintomi della meningite possono essere confusi con quelli di una comune influenza. Dopo qualche ora però insorgono i segnali tipici: febbre alta, irrigidimento del collo, mal di testa intenso, vomito o nausea, senso di confusione, sonnolenza, convulsioni, inappetenza, fastidio della luce. Nei bimbi molto piccoli i sintomi sono diversi poiché compaiono più spesso pianto flebile e continuo, irritabilità, sonnolenza, scarso appetito.
In caso di sospetta meningite è bene condurre subito la persona al pronto soccorso: mediante il prelievo e l’esame del liquor (liquido cefalorachidiano), viene effettuata la diagnosi. In questo modo, non solo può essere confermato il sospetto della malattia ma anche isolato il batterio responsabile e, quindi, somministrata una terapia antibiotica mirata.
L’ictus
L’ictus è un’interruzione dell’apporto di sangue in un’area del cervello, che determina la morte delle cellule cerebrali e la perdita delle funzioni cerebrali controllate da quell’area (il movimento di un braccio o di una gamba, il linguaggio, la vista, l’udito o altro).
Può avere origine ischemica o emorragica. Quest’ultimo caso è più spesso legato alla rottura di un aneurisma cerebrale, che è una dilatazione permanente, presente nella parete di un'arteria.
Una cefalea improvvisa, violenta e che non si allevia può essere il primo sintomo d’allarme per una rapida individuazione dell’evento vascolare. La cefalea che accompagna l'ictus ischemico è presente solo nel 17- 34% dei casi, è accompagnata da segni neurologici focali e alterazioni dello stato di coscienza che usualmente permettono una facile diagnosi rispetto alle cefalee primarie.
In presenza di questi disturbi occorre un immediato approfondimento diagnostico e terapeutico presso un centro di neurologia possibilmente dotato di Stroke Unit, l'unità di cura ospedaliera dell'ictus.
I tumori cerebrali
I tumori del cervello possono causare mal di testa. Si tratta però di eventi abbastanza rari.
Se il tumore origina da una struttura dell’encefalo (meningi, cervello, cervelletto) si parla di tumori cerebrali primitivi, mentre se la malattia ha origine da un tumore in un’altra zona del corpo (per esempio il polmone) si parla di metastasi cerebrali o di tumori cerebrali secondari. I tumori primitivi dell’encefalo possono essere benigni o maligni, quelli secondari sono di solito maligni.
I sintomi che il tumore può provocare sono la conseguenza dell’aumento della pressione che si crea all’interno della scatola cranica a causa della presenza della massa.
La cefalea ha caratteri aspecifici, con un dolore diffuso, non pulsante, più intenso la mattina che la sera e che risente spesso dei cambiamenti di posizione. Oltre al mal di testa compaiono disturbi visivi, affaticabilità, disturbi della memoria, alterazioni del tono dell’umore e del comportamento, disturbi del linguaggio.
Inoltre, ci sono sintomi che variano a seconda della localizzazione del tumore, come crisi epilettiche, perdita della capacità dei movimenti o della sensibilità di un arto o di una metà del corpo, disturbi dell’equilibrio, perdita dell’udito e di altre funzioni sensoriali.
L’anamnesi e l’esame obiettivo possono già aiutare nella diagnosi, che viene poi confermata dalle neuroimmagini, ovvero dalla Tc o Tac (tomografia computerizzata), dalla risonanza magnetica (Rm) e dalla Pet (tomografia a emissione di positroni). Il trattamento è solitamente chirurgico, se il tumore può essere asportato, con la possibilità di associare radio e chemioterapia.
Le alterazioni del liquor
Il liquor o liquido cefalorachidiano (denominato anche liquido cerebrospinale o liquido rachido-spinale) è un fluido corporeo che si trova nel sistema nervoso centrale, in particolare nello spazio subaracnoideo, e ha tra le varie funzioni quella di ridurre il peso dell'encefalo e di proteggerlo.
Qualsiasi alterazione della sua pressione (per esempio dovuta a un prelievo con puntura lombare) determina una cefalea che si modifica in base alle variazioni posturali del soggetto e che si associa ad altri sintomi neurologici come visione sdoppiata, acufeni, deficit visivi transitori.
Il disturbo psichiatrico
Le cefalee spesso sono un sintomo tipico di vari disturbi psichiatrici, ma gli esperti stanno ancora cercando di capire quanto questa relazione sia effettiva e se sia il disturbo psichiatrico a causare cefalea oppure se al disordine cerebrale che causa mal di testa sia anche legato il problema psichiatrico. Nel fare la diagnosi - per capire se si tratta di cefalea da disturbo depressivo maggiore, da disturbo di panico, ansia di separazione, attacchi di panico, disturbo post traumatico da stress e da fobia sociale - è fondamentale stabilire se il mal di testa in questione si presenta esclusivamente nel corso del disturbo psichiatrico, vale a dire solo quando sono presenti anche i sintomi tipici.
L’importanza della diagnosi
Se la persona soffre di un attacco occasionale e isolato di mal di testa e non avverte altri particolari sintomi non deve preoccuparsi. In tutti gli altri casi, invece, è importante che parli con il medico della sua situazione. Solo in questo modo, infatti, è possibile capire se si tratta di un disturbo o di un sintomo che richiede interventi adeguati.
Se il medico diagnostica una cefalea primaria può prescrivere tutte le cure e gli accorgimenti del caso o, eventualmente, se lo reputa necessario, inviare il soggetto da uno specialista. Se, invece, ha dubbi sulla reale natura del problema può richiedere ulteriori accertamenti.
Colpa di un'altra malattia
Nella maggior parte dei casi, alla base delle cefalee secondarie ci sono:
- traumi cranici o lesioni del capo;
- malattie o disfunzioni dei vasi sanguigni cerebrali, per esempio ictus, trombosi, aneurisma, emorragia cerebrale;
- malattie del cervello o delle strutture circostanti, come tumori, meningiti, alterazioni del liquido cefalorachidiano;
- assunzione o sospensione di sostanze come alcol, caffeina, oppiacei;
- infezioni batteriche o virali (come l'influenza);
- malattie del metabolismo, come diabete, malattie renali, celiachia, anemia;
- dolori facciali legati a disturbi del cranio, del collo, delle orecchie, del naso, dei denti, della bocca, degli occhi;
- nevriti e nevralgie craniche;
- ipertensione arteriosa.
Le cause più comuni
Talvolta, le cefalee secondarie possono essere confuse anche con quelle primarie. Le condizioni che più frequentemente traggono in inganno, perché hanno tra i loro sintomi proprio una cefalea, sono la sinusite, la nevralgia del trigemino, la malocclusione e il trauma cranico. Ci sono poi molte altre patologie che si manifestano con mal di testa (ma anche altri sintomi).
La sinusite
Si tratta di un’infiammazione acuta o cronica dei seni paranasali, le cavità che contengono aria situate all’interno delle ossa del cranio, al di sopra e lateralmente al naso, quasi sempre per colpa di batteri. È caraterizzata da una produzione eccessiva di muco e da un rigonfiamento della mucosa dei seni, situazione che ostacola il normale drenaggio del muco verso le cavità del naso e della bocca.
La sinusite si manifesta con forte mal di testa, naso chiuso, tosse con catarro, secrezioni di muco giallastro, voce nasale, dolore alla fronte o alla guance che peggiora quando ci si sdraia, dolore simmetrico al volto.
Nella maggior parte dei casi la cura si basa sull’uso antibiotici, che rappresentano il trattamento di prima linea. In associazione a questi, il medico può prescrivere altri farmaci che agiscono sui sintomi: decongestionanti locali (per areosol) per sciogliere il muco e corticosteroidi locali per fluidificare le secrezioni e liberare le vie aeree.
Se la sinusite è cronica e dipende da alterazioni della struttura ossea del naso, può rendersi
La nevralgia del trigemino
La nevralgia del trigemino è una sintomatologia che riguarda il nervo trigemino, il quinto nervo cranico che innerva il volto, la parte anteriore del cranio e la cavità orale, e che ha funzioni motorie e sensitive. In realtà, si tratta di una coppia di nervi: il trigemino, infatti, si dirama sia a destra sia a sinistra.
Nella maggior parte dei casi, dipende da un contatto fra il nervo e un vaso sanguigno che decorre vicino. Talvolta, però può essere legato ad altre malattie, come la sclerosi multipla, i tumori (per esempio quelli del nervo acustico o del trigemino), i traumi, le infezioni.
Il disturbo si manifesta con brevi crisi di dolore lancinante che interessano, in genere, la fronte e l’occhio, oppure la regione compresa fra la mandibola e il mento o, ancora, la parte superiore della guancia. Il dolore, in genere monolaterale, è spesso descritto come una scarica elettrica o una staffilata e a volte è paragonato alla rottura di un dente. Talvolta, negli intervalli tra un attacco e l’altro, può persistere un male sordo di fondo, anche se in genere ci sono pause di benessere.
La nevralgia del trigemino, specialmente all’inizio, può essere confusa con altri problemi, soprattutto con la cosiddetta “cefalea a grappolo”.
Se la nevralgia dipende dal contatto fra nervo e vasi, con un intrevernto si può “scollare” il vaso dal nervo e ridurre così la possibilità di dolore. Se invece è di tipo primario, cioè non si rileva il contatto vaso/nervo, si possono prescrivere farmaci (soprattutto gli antiepilettici) oppure si può procedere con un intervento chirurgico sintomatico, che lede (bruciandole) le cellule nervose responsabili del dolore.
La malocclusione dentale
La bocca chiude correttamente quando i denti sono ben allineati e l’osso mascellare, che sostiene l’arcata superiore, è in equilibrio con l’osso mandibolare, che invece sostiene l’arcata inferiore.
Si parla, invece, di malocclusione quando:
- la mascella è troppo avanti o troppo indietro rispetto alla mandibola,
- vi è una chiusura troppo profonda o, al contrario, c’è spazio fra i denti frontali superiori e inferiori,
- i denti sono storti o accavallati,
- la linea che divide gli incisivi superiori non coincide con quella che separa gli incisivi inferiori,
- non c’è sufficiente spazio per i denti a causa di un insufficiente sviluppo delle ossa di sostegno.
In queste situazioni possono comparire dolori all’articolazione mandibolare, che possono coinvolgere anche la testa, specie in fase di masticazione o durante la notte. Per risolvere la situazione, spesso è necessario ricorrere all’uso di un apparecchio ortodontico.
Il trauma cranico
Si tratta di una lesione alla testa, provocata da un evento traumatico. Può causare forte mal di testa, nei casi più gravi anche perdita di coscienza, tendenza all’addormentamento, perdita di contatto con la realtà, episodi di vomito, disturbi dell’equilibrio.
In queste situazioni, è importante andare subito al Pronto soccorso. In genere, la persona va tenuta qualche giorno sotto osservazione. Nei casi più seri, se il trauma ha provocato un danno al cervello, si interviene chirurgicamente per rimuovere eventuali ematomi all’interno della scatola cranica.
I difetti della vista
Alcuni difetti della vista, assenti al risveglio e aggravati dal prolungato impegno visivo, possono essere causa di cefalea. Tra questi l’ipermetropia (difetto dell’occhio provocato da una cornea troppo piatta o da un bulbo oculare troppo corto), in cui l’occhio non è in grado di “accomodare”:
il mal di testa è dovuto alla sofferenza delle strutture dell'occhio (soprattutto del cristallino e dei muscoli oculari) che devono “fare degli sforzi” per mettere a fuoco.
Anche l’astigmatismo può causare cefalea. Si tratta di un difetto ottico molto comune dovuto alla forma particolare della cornea che ha aspetto ovoidale anziché sferico: le cause sono genetiche ma il difetto può insorgere anche in seguito a traumi o a interventi chirurgici agli occhi non perfettamente riusciti. Nell'astigmatismo la retina assume un aspetto simile a quello di una palla da rugby. Gli stimoli luminosi non convergono nello stesso punto della retina: quelli che attraversano il diametro più corto convergono nel punto che mette a fuoco le immagini, mentre quelli che percorrono il diametro più lungo si fermano sfuocati sulla retina. Per ragioni simili a quelle dell’ipermetropia, le strutture oculari si affaticano per mettere a fuoco e questo causa sofferenza e mal di testa, simile a una morsa. È importante, quindi, soprattutto nei bambini che lamentano cefalea, escludere un disturbo della vista: spesso un paio di occhiali è sufficiente a risolvere il mal di testa, a vederci bene e anche ad avere una migliore resa a scuola.
Infine, un dolore oculare accompagnato da cefalea attorno alle orbite, disturbi visivi descritti come un alone intorno alle luci nella notte, nausea e vomito, deve far pensare ad un glaucoma (ovvero un aumento della pressione endo-oculare.
La celiachia
La celiachia o intolleranza al glutine può avere tra i suoi sintomi più aspecifici il mal di testa.
Si tratta di una infiammazione cronica dell'intestino tenue, scatenata dall'ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti, che causa sintomi diversi, dalla diarrea con marcato dimagrimento a problemi extraintestinali o addirittura altre malattie autoimmuni.
Chi soffre di celiachia e non lo sa, ogni volta che ingerisce glutine è soggetto a una reazione auto-immune per cui si producono anticorpi diretti contro le stesse componenti dell’organismo, soprattutto verso la mucosa intestinale. I villi (estroflessioni digitiformi che hanno la funzione di aumentare la superficie assorbente dell’intestino) si appiattiscono, quindi le sostanze nutritive apportate attraverso gli alimenti non riescono più a essere assorbite. La diagnosi si effettua tramite il dosaggio degli autoanticorpi nel sangue ed eventualmente con la biopsia intestinale. Il trattamento consiste nell’eliminazione del glutine dalla dieta.
L’anemia sideropenica
È una carenza di ferro nell’organismo, quasi sempre dovuta a una perdita ematica, che non dà sintomi evidenti fino a quando i livelli di emoglobina nel sangue si mantengono sopra i 9-10 grammi per decilitro (g/dl), in quanto l'organismo mette in atto meccanismi di compenso tali da assicurare un normale apporto di ossigeno ai tessuti. Quando però tali meccanismi non sono più in grado di assicurare una sufficiente ossigenazione, compaiono i tipici segni dell'anemia come pallore, stanchezza muscolare, dispnea da sforzo, tachicardia, scarso appetito, accresciuta sensibilità al freddo. E spesso compare anche mal di testa, dovuto alla sofferenza dei tessuti cerebrali che non ricevono abbastanza ossigeno. L’anemia può essere scoperta per caso, dopo esami del sangue eseguiti per altri motivi. La cura con aumento di ferro risolve i sintomi, tra cui anche la cefalea.
L’ipoglicemia
La cefalea si può accompagnare anche a valori alterati di glicemia, il livello di zucchero nel sangue. In condizioni normali, la glicemia si aggira sui 100 mg/dl. Se è più bassa - si parla di ipoglicemia secondaria a dieta squilibrata o troppo restrittiva - può determinare cefalea, insieme a tachicardia, sudorazione e tremori.
Il calo di zuccheri dovuta al digiuno prolungato (superiore alle 16 ore) può favorire la comparsa di una cefalea pomeridiana, concentrata a livello della fronte, fissa, di lieve-media intensità che regredisce entro le 72 ore dall’assunzione di cibo. Anche saltare o ritardare un pasto può essere un fattore scatenante la crisi di cefalea nei soggetti predisposti.
L’ipertensione arteriosa
Un’ipertensione arteriosa cronica non sembra di per sé essere causa di cefalea. Tuttavia si ipotizza che predisponga alla cefalea. L’aumento della pressione arteriosa, infatti, dovuto al progressivo irrigidirsi delle pareti delle arterie, si associa spesso a un dolore tipicamente sordo e continuo, bilaterale e solitamente insorge durante la notte.
È opportuno effettuare regolari controlli della misurazione della pressione arteriosa, dal proprio medico, in farmacia o anche con gli strumenti per la rilevazione a casa. I valori variano a seconda dell’età ma se sono superiori a 135/85 mmHg è bene valutare con il medico un trattamento antipertensivo.
La meningite
È un’infiammazione delle meningi, ovvero delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale, causata da virus o da batteri.
La forma virale, piuttosto comune, in genere guarisce senza grosse conseguenze, e si utilizzano farmaci per controllare la febbre.
La forma batterica, relativamente rara ma molto seria, è provocata da diversi batteri. Il più pericoloso è il meningococco o Neisseria meningitidis, di cui esistono diversi ceppi (A, B, C, W135 e Y), ma c'è anche lo pneumococco o Streptococcus pneumoniae e l’emofilo o Haemophilus influentiae, contro i quali però esistono efficaci vaccini raccomandati già nella prima infanzia.
Nella fase iniziale, i sintomi della meningite possono essere confusi con quelli di una comune influenza. Dopo qualche ora però insorgono i segnali tipici: febbre alta, irrigidimento del collo, mal di testa intenso, vomito o nausea, senso di confusione, sonnolenza, convulsioni, inappetenza, fastidio della luce. Nei bimbi molto piccoli i sintomi sono diversi poiché compaiono più spesso pianto flebile e continuo, irritabilità, sonnolenza, scarso appetito.
In caso di sospetta meningite è bene condurre subito la persona al pronto soccorso: mediante il prelievo e l’esame del liquor (liquido cefalorachidiano), viene effettuata la diagnosi. In questo modo, non solo può essere confermato il sospetto della malattia ma anche isolato il batterio responsabile e, quindi, somministrata una terapia antibiotica mirata.
L’ictus
L’ictus è un’interruzione dell’apporto di sangue in un’area del cervello, che determina la morte delle cellule cerebrali e la perdita delle funzioni cerebrali controllate da quell’area (il movimento di un braccio o di una gamba, il linguaggio, la vista, l’udito o altro).
Può avere origine ischemica o emorragica. Quest’ultimo caso è più spesso legato alla rottura di un aneurisma cerebrale, che è una dilatazione permanente, presente nella parete di un'arteria.
Una cefalea improvvisa, violenta e che non si allevia può essere il primo sintomo d’allarme per una rapida individuazione dell’evento vascolare. La cefalea che accompagna l'ictus ischemico è presente solo nel 17- 34% dei casi, è accompagnata da segni neurologici focali e alterazioni dello stato di coscienza che usualmente permettono una facile diagnosi rispetto alle cefalee primarie.
In presenza di questi disturbi occorre un immediato approfondimento diagnostico e terapeutico presso un centro di neurologia possibilmente dotato di Stroke Unit, l'unità di cura ospedaliera dell'ictus.
I tumori cerebrali
I tumori del cervello possono causare mal di testa. Si tratta però di eventi abbastanza rari.
Se il tumore origina da una struttura dell’encefalo (meningi, cervello, cervelletto) si parla di tumori cerebrali primitivi, mentre se la malattia ha origine da un tumore in un’altra zona del corpo (per esempio il polmone) si parla di metastasi cerebrali o di tumori cerebrali secondari. I tumori primitivi dell’encefalo possono essere benigni o maligni, quelli secondari sono di solito maligni.
I sintomi che il tumore può provocare sono la conseguenza dell’aumento della pressione che si crea all’interno della scatola cranica a causa della presenza della massa.
La cefalea ha caratteri aspecifici, con un dolore diffuso, non pulsante, più intenso la mattina che la sera e che risente spesso dei cambiamenti di posizione. Oltre al mal di testa compaiono disturbi visivi, affaticabilità, disturbi della memoria, alterazioni del tono dell’umore e del comportamento, disturbi del linguaggio.
Inoltre, ci sono sintomi che variano a seconda della localizzazione del tumore, come crisi epilettiche, perdita della capacità dei movimenti o della sensibilità di un arto o di una metà del corpo, disturbi dell’equilibrio, perdita dell’udito e di altre funzioni sensoriali.
L’anamnesi e l’esame obiettivo possono già aiutare nella diagnosi, che viene poi confermata dalle neuroimmagini, ovvero dalla Tc o Tac (tomografia computerizzata), dalla risonanza magnetica (Rm) e dalla Pet (tomografia a emissione di positroni). Il trattamento è solitamente chirurgico, se il tumore può essere asportato, con la possibilità di associare radio e chemioterapia.
Le alterazioni del liquor
Il liquor o liquido cefalorachidiano (denominato anche liquido cerebrospinale o liquido rachido-spinale) è un fluido corporeo che si trova nel sistema nervoso centrale, in particolare nello spazio subaracnoideo, e ha tra le varie funzioni quella di ridurre il peso dell'encefalo e di proteggerlo.
Qualsiasi alterazione della sua pressione (per esempio dovuta a un prelievo con puntura lombare) determina una cefalea che si modifica in base alle variazioni posturali del soggetto e che si associa ad altri sintomi neurologici come visione sdoppiata, acufeni, deficit visivi transitori.
Il disturbo psichiatrico
Le cefalee spesso sono un sintomo tipico di vari disturbi psichiatrici, ma gli esperti stanno ancora cercando di capire quanto questa relazione sia effettiva e se sia il disturbo psichiatrico a causare cefalea oppure se al disordine cerebrale che causa mal di testa sia anche legato il problema psichiatrico. Nel fare la diagnosi - per capire se si tratta di cefalea da disturbo depressivo maggiore, da disturbo di panico, ansia di separazione, attacchi di panico, disturbo post traumatico da stress e da fobia sociale - è fondamentale stabilire se il mal di testa in questione si presenta esclusivamente nel corso del disturbo psichiatrico, vale a dire solo quando sono presenti anche i sintomi tipici.