15/01/2018

Cause e sintomi dello stress

Lo stress è una reazione personale. Ciò significa che un evento può essere stressante per alcuni soggetti e del tutto sopportabile per altri e che una stessa situazione può risultare più o meno stressante nello stesso individuo a seconda dei momenti in cui compare.

I fattori di rischio

Tuttavia, ci sono alcuni fattori che risultano stressanti per la maggior parte delle persone. I più comuni sono:

i grandi eventi della vita, sia che siano piacevoli sia che siano spiacevoli, come un matrimonio, la nascita di un figlio, un divorzio, un nuovo lavoro, il pensionamento, i problemi sessuali, un lutto;

fattori fisici, come il freddo o il caldo intenso, l’abuso di fumo e di alcol, le disabilità fisiche;

fattori ambientali, come catastrofi e cataclismi naturali, il fatto di vivere in ambienti rumorosi e/o inquinati; il non avere una casa;

malattie organiche che pongono l’organismo in uno stato di tensione e debolezza.

Non bisogna dimenticare, poi, che persone particolarmente a rischio di stress sono quelle convinte di doversi fare carico di una serie quasi infinita di responsabilità, che si sentono indispensabili e insostituibili, per cui si impegnano moltissimo per fare tutto quello che, nella loro visione, compete loro. Così finiscono per sostenere ritmi altissimi e per perdere di vista i loro reali desideri e sogni, accumulando tensioni.

Attenzione al lavoro

Fra gli agenti stressogeni più comuni c’è sicuramente il lavoro. Infatti, i ritmi lavorativi intensi e le richieste pressanti delle aziende, uniti alla crescente tendenza a identificarsi con la propria professione, determinano spesso un grande investimento di risorse che, prolungato nel tempo, può facilitare la comparsa dello stress.

Addirittura, in alcuni casi può comparire il cosiddetto “burn out”, un processo stressogeno caratterizzato dalla presenza di problematiche fisiche e psicologiche.

Il lavoratore che ne è soggetto arriva al punto di “non farcela più”, di essere completamente insoddisfatto e irritato dalla routine lavorativa quotidiana, di sentirsi svuotato e prostrato, di non sopportare più colleghi, clienti e superiori, di diventare aggressivo e, talvolta, di sviluppare una malattia depressiva.

Il burn out non si manifesta quasi mai in modo improvviso, ma è un processo graduale che si sviluppa nel tempo. I primi campanelli di allarme sono spesso sottovalutati perché considerati normali. I principali sono: insonnia, cefalea, mal di stomaco, insofferenza per i turni, poca voglia di lavorare.

Queste spie, invece, non andrebbero mai ignorate: sono segnali, più o meno intensi, che il corpo manda alla persona per avvertirla che c’è qualcosa che non va e che è il momento di intervenire.

Se si agisce subito, senza aspettare troppo, si evita che si inneschino meccanismi più complessi e difficili da bloccare.

I sintomi da non sottovalutare

Praticamente a tutti, prima o poi, capita di definirsi stressati. Ma che cosa significa esattamente essere sotto stress?

Occorre sapere che lo stress porta a una sorta di contrazione. L’organismo reagisce come se dovesse far fronte a una situazione di pericolo, quindi, si irrigidisce. I primi sintomi riguardano proprio questo senso di irrigidimento.

I più diffusi? Mal di schiena, vertigini, tensioni muscolari, lombalgia, insonnia, stanchezza, ipertensione, disturbi sessuali o riproduttivi, affaticamento, tachicardia, dolori e problemi digestivi, sudorazione delle mani.

Se non si interviene, le manifestazioni si estendono anche alla sfera psicoemotiva. La persona inizia così a sperimentare un senso di soffocamento, tremori, infelicità, agitazione, nervosismo, pianto frequente, palpitazioni, ansia, se non vere e proprie crisi di panico e anche depressione.

A questi si associano poi sintomi comportamentali. I principali sono: abuso di alcol, cibo e sostanze psicoattive (anche farmaci), iper o ipoattività fisica, atteggiamento critico verso gli altri, passività, isolamento, autolesionismo, impoverimento della vita di relazione, difficoltà a portare a termine i compiti, aumento della conflittualità.

Non bisogna dimenticare, infine, i sintomi cognitivi, come indecisione, mancanza di attenzione e concentrazione, difficoltà a pensare in maniera chiara, preoccupazione costante, perdita del senso dell’umorismo, mancanza di creatività.

Non ignorare il problema

Purtroppo molte persone sottovalutano questi sintomi, considerandoli passeggeri e poco importanti. Invece, non è così. Non prestare attenzione a certi campanelli d’allarme aumenta il carico cui l’organismo è sottoposto e al quale sta reagendo.

Il risultato? La situazione potrebbe sfuggire di mano e sfociare in uno stress cronico che minaccia il benessere personale, oltre che la salute.

Se lo stress diventa cronico, infatti, arriva a indebolire tutto il sistema immunitario, addetto alle difese e, di conseguenza rende l’organismo, già sotto sforzo proprio a causa dei sintomi causati dallo stress, più vulnerabile agli attacchi esterni. Il tutto sfocia in una maggiore probabilità più elevata di andare incontro a malattie più serie.

Non bisogna dimenticare che lo stress è connesso a molti altri disturbi psicologici, come il disturbo da stress post-traumatico, le malattie psicosomatiche, la depressione, il disturbo bipolare, i disturbi d’ansia. Ignorare i segnali dunque è davvero un errore.