13/02/2018

Esami diagnostici per le vie urinarie

Sono diverse le indagini di cui si dispone per accertare eventuali problemi che coinvolgono le vie urinarie.

Dal più semplice test delle urine, fino all’uroTc. Ecco in che cosa consistono e che cosa possono svelare (o escludere).

L’esame delle urine e del sedimento urinario

È l’esame più comune, che viene effettuato anche di routine, quando si vuole accertare la condizione di salute generale di una persona.

Il sedimento urinario è l’insieme dei corpuscoli contenuti nelle urine. Per ottenerlo, i laboratori di analisi sottopongono le urine a un processo di centrifugazione.

In condizioni normali contiene minime quantità di vari elementi: globuli rossi (eritrociti), globuli bianchi (leucociti), cellule epiteliali (provengono da vecchie cellule del tessuto di rivestimento della vescica e dell’uretra), cristalli (particelle costituite da sali minerali).

Solo se c’è in atto un’infezione, nel sedimento è possibile individuare la presenza di batteri, che tuttavia potrebbe anche sfuggire a questa analisi. Per questa ragione se si sospetta un’infezione delle vie urinarie viene prescritta anche (o solo) l’urinocoltura.

Ecco i valori delle principali voci su cui indaga l’esame del sedimento urinario.

– Leucociti (globuli bianchi). Valori normali: assenti o 4-5 per campo microscopico; in caso di cistite il valore aumenta.

– Eritrociti (globuli rossi). Valori normali: assenti o 4-5 per campo microscopico; in caso di cistite il valore aumenta.

– Batteri. In condizioni normali l’urina è sterile. La presenza di batteri segnala che può essere in atto un’infezione a carico della vescica.

L’urinocoltura

L’urinocoltura è l’esame che permette di individuare quanti e quali microrganismi infettivi sono eventualmente presenti nell’urina. Grazie a essa,  si può fare la diagnosi di cistite batterica.

Va effettuata anche quando l’analisi del sedimento fornisce risultati negativi, se sono presenti i sintomi caratteristici della cistite. Ecco i valori:

– valori normali: meno di 100 batteri per millilitro di urina;

– valori superiori denunciano la presenza di una cistite causata da batteri (per esempio, Escherichia coli, Proteus, Stafilococco).

Per convenzione la presenza di un’infezione viene espressa con la sigla >10 (5) UFC x ml (Unità formanti colonia).

L’antibiogramma

L’antibiogramma si ricava dall’urinocoltura, che permette di identificare quali batteri sono responsabili dell’infezione in atto.

Indica quali antibiotici sono più efficaci per sconfiggere l’infezione, consente quindi di ricorrere a un principio attivo che agisce non “ad ampio spettro”, ovvero su molti altri batteri presenti nell’organismo, ma solo su quelli che si devono debellare.

Per eseguire l’esame, i microrganismi isolati nell’urina vengono messi in contatto con vari tipi di antibiotici; questo permette di valutare quale principio attivo si rivela più efficace per debellarli.

Come si effettua la raccolta dell’urina

Ai fini dell’attendibilità del risultato è molto importante raccogliere le urine da far esaminare in modo corretto. Ecco come:

prima della raccolta effettuare un accurato lavaggio dei genitali esterni, sciacquando con cura allo scopo di eliminare ogni traccia di sapone; è meglio utilizzare (ma questa è una regola generale da seguire sempre) un detergente per l’igiene intima.

l’urina deve essere raccolta in un contenitore sterile (si acquista in farmacia o viene dato direttamente dal laboratorio);

si deve fare attenzione a non mettere le dita nel recipiente per non contaminarlo, con il rischio di ottenere risultati alterati.

Contrariamente a quanto in genere si crede, non è vero che i risultati sono più attendibili se le analisi vengono eseguite sull’urina raccolta al mattino: in qualsiasi momento della giornata l’urina emessa può fornire informazioni su un’eventuale infezione in atto.

È vero invece che l‘urina raccolta deve essere recapitata al laboratorio entro massimo un’ora dal prelievo. Se ciò non è possibile, bisogna conservarla in frigorifero per un periodo massimo di 12 ore, trascorse le quali è necessario effettuare un’altra raccolta.

Gli esami strumentali

Per diagnosticare una semplice cistite non è necessario ricorrere a esami strumentali, mentre ci sono casi in cui occorre eseguire indagini più approfondite, per accertare, per esempio, la presenza di calcoli renali, in presenza di infezioni delle vie urinarie ricorrenti.

Ecografia, urografia, Uro-Tc, cistoscopia, cistografia minzionale, uroflussimetria, scintigrafia renale, risonanza magnetica (Rmn): ecco le indagini a cui si fa ricorso quando si pone la necessità di comprendere meglio l’origine di particolari disturbi che coinvolgono l’apparato urinario.

Ecografia

L’ecografia è l’esame strumentale più semplice e meno invasivo.  Sfrutta la proprietà degli ultrasuoni per raccogliere immagini degli organi interni e si effettua con una sonda, collegata a un monitor. Non richiede anestesia e può evidenziare anomalie a carico della vescica e dei reni.

Urografia

Per anni è stata l’indagine di riferimento, ma oggi è sostituita dalla Uro-Tc (vedi oltre).

Cistografia minzionale retrograda

Detta anche cistografia minzionale ascendente, è un’indagine radiologica che si avvale di mezzo di contrasto (opaco ai raggi X) iniettato in vescica mediante un catetere infilato nell’uretra.

Il medico radiologo ha così modo di vedere come si svolge il percorso dell’urina anche in senso inverso rispetto al naturale (cioè dall’uretra verso la vescica, oltre che dalla vescica all’uretra). Non si può fare in gravidanza e durante un’infezione acuta delle vie urinarie.

Cistoscopia

Viene condotta con un particolare strumento a fibre ottiche dotato di un tubo rigido o flessibile detto fibroscopio, che viene inserito nell’uretra e da qui fino alla vescica.

Il fibroscopio è collegato a un monitor sul quale appaiono le immagini. Prima dell’esame può essere somministrata una benzodiazepina dal potere ansiolitico e calmante. Il fibroscopio viene inserito dopo aver applicato localmente un gel anestetico.

Può essere effettuata per individuare alterazioni della vescica o degli sbocchi ureterali in vescica (ultimo tratto degli ureteri che arrivano in vescica) sfuggite ad altre indagini.

L’esame non ha controindicazioni, anche se è preferibile, se non è strettamente necessario, che le donne incinte non lo facciano.

È inoltre consigliabile la somministrazione di un disinfettante urinario il giorno stesso dell’esame.

Uroflussometria

Detta anche Test uroflussometrico di I Livello, l’uroflussometria è un esame funzionale, semplice e non invasivo, che consente di studiare il flusso urinario mentre avviene la minzione.

Viene consigliato a fronte di sintomi che coinvolgono la minzione: difficoltà a urinare e a svuotare completamente la vescica, getto d’urina scarso o intermittente, stimolo urgente e frequente, gocciolamento post minzione, sensazione di vescica piena dopo aver urinato.

Ciascuno di questi sintomi può segnalare qualsiasi problema delle vie urinarie e, nel caso dell’uomo, anche della prostata.

Si esegue con l’aiuto di un apparecchio, l’uroflussometro, che misura la quantità di urina emessa in un dato arco di tempo, costruendo con rilevazione un tracciato.

La minzione viene dunque rappresentata graficamente, prendendo in esame due caratteristiche: il tempo di emissione e la quantità.

La lettura del diagramma permette di appurare (o escludere) alterazioni delle basse vie urinarie. Non consente però di stabilire con sicurezza la causa e la localizzazione precisa dell’eventuale problema rilevato.

Così, in seguito a questa indagine si viene a sapere se ci sono anomalie, ma per avere maggiori informazioni occorre effettuare altri accertamenti. L’esame non ha controindicazioni.

Scintigrafia renale

La scintigrafia renale impiega piccole quantità di sostanze radioattive, dette “radiotraccianti”, una particolare macchina fotografica e un computer, per indagare in modo approfondito sui reni e scoprire eventuali alterazioni che altri esami strumentali non riescono a individuare con altrettanta chiarezza.

Per questa ragione a volte viene usata quando si sospetta una pielonefrite, ma la diagnosi non è del tutto certa, o per valutare la funzionalità di ciascun rene.

Le sostanze radioattive vengono somministrate con un’iniezione endovenosa e vanno a distribuirsi nei reni, dando luogo a variazioni di colore che esprimono la funzionalità (o disfunzionalità) renale.

I radiofarmaci utilizzati, a differenza dei mezzi di contrasto che vengono impiegati con i raggi X, non influiscono sulla funzionalità renale.

Uro-Tc

La Tc (o Tac) che si effettua sulle vie urinarie viene definita Uro-Tc. È lo studio, con metodica Tac, delle vie urinarie (reni, ureteri, vescica) che si trovano nell’addome. È impiegata per valutare le condizioni dell’apparato urinario e per accertare l’eventuale presenza di tumori, calcoli, malformazioni.

Impiega i raggi X e in genere per effettuarla è necessaria la somministrazione, per via endovenosa, di un mezzo di contrasto.

Fornisce immagini tridimensionali e a sezioni, ovvero la parte indagata viene visualizzata come se fosse tagliata a fettine, come appunto avviene con la normale Tac.

Risonanza magnetica

La risonanza magnetica nucleare (Rmn) può essere richiesta quando non si riescono a ottenere informazioni sufficienti da altri esami oppure può essere l’analisi di prima scelta a giudizio del medico, in base al singolo caso.

L’indagine impiega le proprietà di un campo magnetico di grande intensità e di onde elettromagnetiche; queste, una volta captate dal corpo, si traducono in segnali che un computer legge e trasforma in immagini che svelano lo stato dell’organo.

Le immagini fornite sono non solo su piani “assiali” (come quelle della Tac), ovvero “a fettine”, ma anche su tutti gli altri piani possibili (frontale, laterale, obliquo, in varie angolazioni).

Talvolta anche nella risonanza magnetica è necessaria la somministrazione di un mezzo di contrasto.

Per sottoporsi all’esame è necessaria la permanenza in una sorta di tunnel scorrevole, che in molti centri diagnostici è parzialmente aperto: questo evita il disagio di sentirsi intrappolati nello spazio angusto delle apparecchiature di prima generazione.