19/01/2018

I pidocchi e le piattole

Si tratta di piccolissimi insetti parassiti (visibili però a occhio nudo), che infestano determinate aree della pelle come il capo e il pube. Meno diffusi rispetto a un tempo grazie ai prodotti disinfestanti, rappresentano ancora un problema perché si trasmettono con facilità, soprattutto tra le persone che vivono per molte ore a stretto contatto.

Non sono pericolosi, ma causano fastidio e prurito, quindi per motivi igienici vanno debellati. Esistono due tipi di pidocchi:

  • il pidocchio del capo, di colore grigio-perlaceo, lungo circa 4 millimetri, che vive sul cuoio capelluto;
  • la piattola, più piccola e di colore scuro, che si annida nella zona del pube.

 

I pidocchi del capo

I pidocchi del capo (Pediculus humanus capitis) causano una parassitosi della cute detta pediculosi. Si riproducono attraverso uova, le lendini, deposte dagli esemplari femmina in numero di circa 300 per volta, alla base del capello, soprattutto su nuca e tempie.

Nel giro di una settimana-dieci giorni le lendini si schiudono e i nuovi pidocchi possono passare da una testa all’altra. Qui, le femmine deporranno altre uova e così via.

I pidocchi hanno la possibilità di diffondersi negli ambienti sovraffollati, dove molte persone convivono in poco spazio utilizzando oggetti in comune, come cuscini, cappelli, spazzole. Per questo motivo sono molto diffusi in inverno, soprattutto nelle scuole materne ed elementari, ma anche in estate si ritrovano nei luoghi di vacanza frequentati dai bambini.

Negli adulti sono più rari, perché il grasso naturale del capello, che contiene ormoni, non costituisce un habitat ideale. 

I sintomi

I pidocchi, pungendo il cuoio capelluto per nutrirsi di sangue, iniettano la loro saliva alla base del pelo: la sua azione irritante causa prurito e pustole, che possono infettarsi perché la persona colpita tende a grattarsi.

La diagnosi

Qualche volta le lendini possono essere scambiate per forfora. La forfora, però, si stacca facilmente scuotendo o spazzolando i capelli, mentre le lendini, restano saldamente attaccate, e lo stesso avviene per i pidocchi.

Appena si avverte la presenza di pidocchi, è necessario tenere il bambino o l’adulto lontano dagli altri per evitare il contagio.

Le cure

Contro i pidocchi serve un trattamento a base di prodotti specifici disponibili in polvere, crema fluida, shampoo, lozione.

Solitamente si procede in questo modo: si cosparge il capo con il prodotto, lo si lascia agire con la testa avvolta in un asciugamano, quindi si lavano accuratamente i capelli con uno shampoo specifico.

Dopo alcuni giorni, per sicurezza, si ripete il trattamento. La prima applicazione infatti elimina i parassiti già adulti, ma le lendini possono sopravvivere e schiudersi a distanza di una settimana.

Le lendini possono anche essere staccate manualmente: si applicare sulla zona un impacco di acqua calda e aceto in parti uguali, lasciando agire per qualche minuto. Quindi si passa un pettine a denti stretti e fitti. È importante accertarsi che non resti nemmeno una lendine perché questa potrebbe dare vita a un nuovo pidocchio.

Consigli utili

È importante limitare la diffusione di questi parassiti evitando di prestare oggetti personali come pettini, mollette, cuscini eccetera.

È necessario inoltre lavare accuratamente in acqua a sessanta gradi o, meglio ancora, far bollire tutti gli oggetti in uso. Se questo non è possibile, li si possono chiudere in un sacchetto dopo averli cosparsi con un prodotto in polvere specifico. Trascorsa una mezzora si procede con il lavaggio, anche a mano, a temperature inferiori.

Le piattole

La piattola (Phthirus pubis) si annida tra gli altri peli del corpo, sul pube, ma anche sotto le ascelle e nelle sopracciglia.

Il contagio avviene attraverso il contatto corpo a corpo dei rapporti sessuali: il parassita salta sul corpo dell’altra persona, depone le uova e queste si dischiudono dopo circa una settimana.

La trasmissione, però, può verificarsi anche utilizzando servizi igienici contaminati, posti a sedere pubblici, perfino lenzuola o coperte non ben disinfettati.

I sintomi

Le piattole causano un intenso prurito nella zona genitale, soprattutto durante la notte. Il loro morso provoca a volte una reazione infiammatoria della pelle di colore grigio bluastro. Inoltre il grattamento conseguente all’intenso prurito dà luogo a escoriazioni che possono provocare infezioni secondarie.

La diagnosi

Come succede per i pidocchi, anche le piattole possono essere riconosciute dall’esame obiettivo, vedendo il piccolissimo parassita (poco più di un millimetro) oppure la lendine attaccata alla base del pelo.

Le cure

Questi parassiti possono essere eliminati osservando alcune misure igieniche. In commercio esistono prodotti in saponi, schiume, spray e polveri, che vanno applicati localmente, lasciati agire e quindi risciacquati accuratamente.

Un unico trattamento può bastare, ma per essere più sicuri si può ripetere l’applicazione dopo qualche giorno. Rasare la zona aiuta a eliminare meglio i parassiti. Il trattamento va eseguito da tutti coloro che vivono insieme alla persona infestata e, in particolare, dal partner sessuale.

Consigli utili

È necessario trattare con particolare attenzione i vestiti, la biancheria e gli oggetti personali, che andrebbero lavati a sessanta gradi, temperatura che uccide i parassiti.

Gli oggetti che non possono essere lavati possono essere trattati con gli stessi prodotti usati per il corpo, meglio se in spray, e poi chiusi in un sacchetto di plastica e non utilizzati per due settimane, in modo che gli eventuali parassiti ancora presenti muoiano.