23/10/2017

Malattie della colonna vertebrale

Come è fatta la colonna vertebrale

La schiena è un’area rigida ma flessibile, costituita da un insieme di ossa e muscoli. La sua struttura ossea più importante è la colonna vertebrale, detta anche rachide o spina dorsale, un vero e proprio pilastro costituito da una serie di ossa: le vertebre.

Sono ossa spesse e tondeggianti: poste le une sopra le altre, e “forate”, costituiscono una sorta di canale attraverso il quale passano i nervi e il midollo spinale.

Tra una vertebra e l’altra si trovano i dischi che, per la loro posizione, sono detti intervertebrali. Si tratta di cuscinetti circolari che proteggono le vertebre dallo sfregamento reciproco durante i movimenti e funzionano da ammortizzatori idraulici, distribuendo gli sforzi tra le diverse strutture della colonna, per evitare che si danneggino.

All’interno del rachide è presente una serie di articolazioni diverse, come quelle che congiungono le vertebre contigue, quelle che uniscono la colonna al cranio e quelle che uniscono vertebre e coste.

artrosi cervicale

È una malattia degenerativa che coinvolge i dischi intervertebrali del tratto cervicale, la parte superiore della colonna vertebrale.

In pratica, i dischi, ossia i “cuscinetti” posti fra una vertebra e l’altra, vanno incontro a un progressivo assottigliamento. Di conseguenza, le due vertebre vicine sfregano fra di loro, usurandosi.

Le cause

Si tratta di un processo fisiologico: quella cervicale è la parte più mobile di tutta la colonna; basti pensare alle migliaia di movimenti che si compiono ogni giorno con il collo. È normale, dunque, che si assista a una progressiva usura.

I sintomi

In alcuni casi, compaiono forti dolori al collo, dovuti appunto all’usura dei dischi e allo sfregamento delle vertebre. Si tratta di fastidi che comunemente si manifestano con l’espressione “ho la cervicale”. In altri casi, la malattia non provoca sintomi e la persona non si accorge nemmeno di averla.

Le cure

Solo se l’artrosi si manifesta in modo doloroso si prescrivono trattamenti. In ogni caso, l’artrosi non può essere guarita: si possono solo adottare dei rimedi per tenere sotto controllo i sintomi.

Per combattere il dolore nelle fasi acute possono essere utili i farmaci miorilassanti, che aiutano a sciogliere le tensioni muscolari e a migliorare le sensazioni dolorose. In alternativa, vanno bene gli antidolorifici, come il paracetamolo. Se è presente anche infiammazione, possono essere efficaci i farmaci antinfiammatori. Tutti andrebbero presi solo al bisogno.

Durante la fase acuta della malattia, quando il dolore è molto forte, stare fermi può giovare. Passato il momento critico, però, l’immobilità può peggiorare la situazione. Invece, tenere in movimento le articolazioni aiuta a contrastare il processo degenerativo. In particolare, sono consigliate le ginnastiche dolci, come lo stretching o lo yoga, e il nuoto.

Anche la fisioterapia (terapie fisiche e riabilitazione) costituisce un valido aiuto in caso di artrosi cervicale, sia per limitare l’uso dei farmaci sia per ottenere un migliore controllo del dolore.

Infine, possono risultare utili i massaggi. Infatti, aiutano a sciogliere le contratture muscolari e ad arrecare benessere. Possono essere indicati anche i trattamenti chiropratici e osteopatici.

scoliosi

Per scoliosi si intende una deformità della colonna vertebrale. Più precisamente, in caso di scoliosi la colonna si torce con una flessione laterale, una rotazione e una riduzione delle normali curve di cifosi (incurvatura all’indietro della parte toracica della colonna) e lordosi (incurvatura in avanti del tratto cervicale e lombare della colonna).

Le cause

In genere, la scoliosi compare durante la fase della crescita, ecco perché si parla di scoliosi dell’adolescenza: ne è colpito circa il due per cento dei ragazzi.

È detta idiopatica perché nella maggioranza dei casi non se ne conoscono le cause. Probabilmente, è il risultato di più fattori, genetici e ambientali. Le posture scorrette possono solo peggiorare il problema, ma non determinarlo. Anche lo zainetto scolastico, da sempre sotto accusa, è innocente.

I sintomi

Un ragazzo con scoliosi, in genere, non presenta sintomi. Ma questo non significa che il problema possa essere trascurato o sottovalutato. Con il passare del tempo, infatti, la curvatura tende ad accentuarsi e questo in età adulta potrebbe causare dolore e deformità più accentuate.

Le cure

La scoliosi non può essere risolta: non è possibile, infatti, raddrizzare completamente una colonna storta. Si può fare in modo, però, che la deformità non peggiori.

Secondo alcuni esperti, gli esercizi specifici, se eseguiti correttamente, possono frenare l’evoluzione della scoliosi. Perché siano utili, devono essere insegnati da équipe con esperienza e competenze specifiche nel campo della colonna vertebrale.

Il medico, in molti casi, prescrive il corsetto: una struttura rigida da indossare, in grado di provocare delle spinte passive sulla colonna, che fanno in modo che questa cresca in maniera corretta.

Anche l’attività fisica è utile contro la scoliosi e, in genere, i problemi alla schiena.

Nei casi più seri è necessario ricorrere all’operazione chirurgica. Attraverso un sistema di ganci, uncini e viti, si bloccano le ossa interessate dalla curvatura.

In pratica, la parte di colonna colpita dalla scoliosi viene bloccata in una posizione corretta: in questo modo la curvatura non peggiora.

spondilite anchilosante

Si tratta di una malattia infiammatoria cronica della colonna vertebrale, che in alcuni casi può coinvolgere anche le articolazioni periferiche e i tendini che le tengono unite. 

Le cause

Ancora oggi le cause di questa forma di artrite sono poco chiare. Sicuramente c’è una predisposizione genetica di base.

All’origine della malattia potrebbe esserci anche un’anomalia del sistema immunitario che, per ragioni ancora sconosciute, invece di attaccare gli agenti nocivi, attacca componenti interne, come le articolazioni.

I sintomi

È caratterizzata da un dolore alla schiena che persiste da almeno sei mesi e tende a migliorare con il movimento e l’esercizio fisico. In genere, poi, è presente una rigidità articolare mattutina, che tende a migliorare con il passare delle ore e dopo una doccia calda. Più la malattia avanza, più le difficoltà di movimento al risveglio si accentuano e durano a lungo. La persona, inoltre, può avere un sonno disturbato, soprattutto verso il mattino, a causa dei dolori alla colonna.

Le cure

In presenza di spondilite anchilosante è necessario intervenire il prima possibile. Attualmente, non esiste ancora una cura per la malattia, ma sono comunque disponibili vari trattamenti che aiutano a ridurre il dolore e la rigidità e a contenere il danno articolare.

Il medico può consigliare innanzitutto una cura a base di farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans) o di paracetamolo, che mitigano i sintomi.

Se l’infiammazione non riguarda la colonna vertebrale, ma le altre articolazioni, può essere necessario ricorrere a farmaci antireumatici modificanti la malattia (i cosiddetti “Dmard”), che agiscono regolando l’azione del sistema immunitario.

Il dolore alla colonna che non risponde ai Fans può essere trattato con i farmaci biologici, in particolare gli anti-Tnf. Le persone con malattie immunitarie come la spondilite anchilosante, infatti, hanno aumentati livelli di Tnf (una citochina alla base dell’infiammazione) nel loro organismo.

È importantissimo anche mantenere una corretta postura ed effettuare con regolarità un’attività sportiva dolce, che non sovraccarichi le articolazioni, ma le tenga in movimento, come il nuoto. In questo modo si evita che la colonna vertebrale si “irrigidisca”.

Il medico può prescrivere anche dei cicli di riabilitazione, che aiutano a gestire meglio la malattia.

Stenosi del canale vertebrale

L’artrosi avanzata può causare la riduzione del volume del canale vertebrale (nel cui lume si trova il midollo spinale) e la formazione di osteofiti, ossia di escrescenze ossee a livello dei dischi e delle vertebre. 

Le cause

Queste formazioni vanno a comprimere le radici dei nervi e soprattutto il midollo spinale o nervoso, una struttura che ha sede nella colonna vertebrale e ha il compito di trasmettere gli impulsi nervosi a tutto l’organismo.

I sintomi

Di conseguenza, la persona può lamentare disturbi come debolezza nelle gambe, stanchezza, impossibilità di camminare per più di 100 metri senza accusare pesantezza agli arti inferiori. 

Le cure

Bisogna intervenire chirurgicamente per limare gli osteofiti e decomprimere così il midollo nervoso. Si tratta di un’operazione delicata, che richiede grande professionalità, ma che ormai viene praticata in molti ospedali italiani.

Si opera, però, solo se la persona accusa sintomi dolorosi. Se gli esami diagnostici mettono in luce una situazione molto compromessa a livello anatomico, con molte escrescenze e sofferenza delle radici nervose, ma la persona non sente nulla, ci si limita a controllare la situazione una volta all’anno.

spondilolistesi

Si parla di spondilolistesi quando una vertebra scivola in avanti su quella sottostante a causa di un mancato ancoraggio. Il caso più frequente è lo scivolamento della quinta vertebra lombare sull’osso sacro. 

Le cause

Il disturbo può essere congenito, derivare da un trauma oppure dall’invecchiamento delle strutture articolari della spina dorsale. 

I sintomi

Si manifesta con un dolore cronico a livello lombare, che può peggiorare con il movimento,

in particolar modo durante i movimenti in cui si porta la pancia in avanti e le spalle all’indietro.

Le cure

È utile seguire un programma riabilitativo specifico che eviti l’irrigidimento della schiena e mantenga forte la muscolatura, in modo da rendere più stabile la vertebra scivolata in avanti.

Qualora gli esercizi non permettano di ridurre significativamente il dolore e migliorare la qualità di vita, si può ricorrere a un intervento chirurgico che blocchi le vertebre interessate.

frattura vertebrale

La frattura di una vertebra è un evento più comune di quanto si possa pensare. 

Le cause

Nella maggior parte dei casi la colpa è dell’osteoporosi (fragilità delle ossa). Tuttavia, non sono rari i casi di frattura da trauma, quasi sempre derivati da un incidente stradale o sul luogo di lavoro, ma anche da una caduta da cavallo. Si calcola che ogni anno siano 10.000 le fratture di origine traumatica a carico della schiena.

I sintomi

Quasi sempre compare un dolore acuto alla schiena, al livello corrispondente alla vertebra rotta. Se la vertebra rotta è a contatto con il midollo o i nervi spinali, si possono avere alterazioni della forza e della sensibilità alle braccia o alle gambe

Le cure

Nei casi di frattura da osteoporosi nella maggior parte dei casi vengono prescritti un busto, riposo e terapia antidolorifica.

Per riparare le fratture vertebrali stabili dovute a osteoporosi, si può ricorrere alla vertebroplastica o alla cifoplastica. Quest’ultima è una tecnica mininvasiva che consiste nell’introduzione, attraverso piccole incisioni cutanee, di un catetere e di un palloncino nella vertebra fratturata. Il palloncino, una volta in sede, viene “gonfiato” attraverso l’immissione di liquido di contrasto. Grazie a questa dilatazione, la vertebra “schiacciata” viene risollevata dal suo interno: internamente si crea così una cavità che viene poi riempita con cemento biocompatibile, che si solidifica in dieci minuti circa. In questo modo, la vertebra si “salda”.

Nel caso di fratture instabili traumatiche, prima bisogna intervenire chirurgicamente per stabilizzarle con sistemi di viti e barre.