23/10/2017

Malattie del ginocchio

Come è fatta l’articolazione del ginocchio

Il ginocchio è un’articolazione complessa, formata da un delicato apparato di sostegno che si compone di strutture fibrose (i legamenti) e cartilaginee (i menischi), che permettono di eseguire una gran varietà di movimenti.

La lesione o il danneggiamento di ognuna di queste componenti dà luogo a un insieme di segni e sintomi, a volte sovrapponibili. Per questo è importante imparare a riconoscerli e a riferirli al medico con la maggior precisione possibile.

L’articolazione del ginocchio è composta da quattro ossa:

  • il femore, l’osso della coscia,
  • la tibia, l’osso principale della gamba,
  • il perone, un osso laterale alla tibia,
  • la rotula, un osso rotondo che ha lo scopo di proteggere l’articolazione quando ci si inginocchia.

Ogni ginocchio è dotato, poi, di due strutture fibrocartilaginee (poste fra il femore e la tibia) che permettono lo scorrimento delle ossa, come due ammortizzatori: i menischi, uno laterale e uno mediale.

L’articolazione è mantenuta stabile dai muscoli (il quadricipite, davanti, e il bicipite femorale, dietro) e da quattro legamenti: legamento collaterale mediale (Lcm), legamento collaterale laterale (Lcl) e legamenti crociati anteriore e posteriore (Lca e Lcp).

Ginocchio varo

È una deformità assiale della gamba, che consiste in una deviazione dell’asse dell’arto inferiore verso l’esterno. In pratica, femore e tibia non sono perfettamente allineati, ma formano un angolo ottuso aperto verso l’altro ginocchio.

Le cause

Fino ai 36 mesi di vita, è un difetto per certi versi “fisiologico”: non deve dunque destare preoccupazione. Se persiste oltre questa età, costituisce una vera e propria deformità.

In molti casi non ha cause evidenti. In altri, può derivare da lesioni legamentose, fratture malconsolidate, artrosi, disturbi neurologici, malattie ossee focali.

I sintomi

In posizione eretta, a piedi uniti, le ginocchia non si toccano perché le gambe formano una sorta di doppia parentesi chiusa ( ). Questa condizione è infatti detta “ginocchia a O”. Il difetto comporta una scorretta distribuzione del peso corporeo durante la deambulazione fra le varie componenti del ginocchio. A lungo andare, dunque, se la deformità è severa, può portare a un’artrosi.

Le cure

Se il difetto è modesto, può essere indicato l’uso di plantari correttivi. Se, invece, il varismo è severo va corretto chirurgicamente. In pratica, si lima l’osso, in genere la tibia (osteotomia tibiale), e si applicano piccole placche in titanio.

Ginocchio valgo

In questo caso tibia e femore formano un angolo ottuso aperto lateralmente e l’asse dell’arto inferiore è deviato verso l’interno.

Le cause

Il ginocchio valgo è fisiologico (normale) entro i sette anni di età. Cause e conseguenze sono simili a quelle del ginocchio varo.

I sintomi

In posizione eretta, le ginocchia si toccano, ma piedi restano divaricati perché le gambe formano una sorta di doppia parentesi aperta )(. Questa condizione è infatti chiamata comunemente “ginocchia a X”

Le cure

Si interviene esattamente come per il ginocchio varo.

Gonartrosi

Si tratta dell’artrosi del ginocchio, la più comune malattia del ginocchio in età senile.

Le cause

Alla base ci sono cause diverse: invecchiamento, obesità, fattori predisponenti costituzionali, postumi di fratture articolari del ginocchio, malallineamenti, instabilità, postumi di interventi (oggi non più praticati) di asportazione totale dei menischi.

I sintomi

La persona con artrosi prova dolore al ginocchio, che migliora con il riposo, e tende a zoppicare. Con il tempo, inoltre, può comparire un malallineamento in varo o in valgo o aggravarsi un malallineamento pre-esistente.

Nei casi più seri si possono verificare anche rotture degenerative dei menischi. 

Le cure

Come sempre, in caso di artrosi sono utili: farmaci antinfiammatori e antidolorifici, farmaci condroprotettori, iniezioni di cortisone, terapie fisiche, calo ponderale, moderata attività fisica.

Danno beneficio anche le infiltrazioni di acido ialuronico, per migliorare la lubrificazione del ginocchio e il trofismo delle cartilagini.

Nei casi più complessi, può essere necessario ricorrere a una protesi.

Lesione del menisco

Quella a carico del menisco è la lesione più comune che interessa il ginocchio. Può derivare sia dall’attività sportiva, che provoca un trauma o determina un’eccessiva sollecitazione dell’arto, sia dall’usura dovuta all’età e ai normali movimenti che si svolgono durante il giorno.

Si tratta di un danno lacerativo a carico del menisco, una struttura molto poco vascolarizzata e, quindi, incapace di ripararsi. Esistono tre tipi di lesioni:

  • radiale, che si estende dal bordo del piatto tibiale verso il centro del menisco;
  • longitudinale, che segue la forma di mezza luna del menisco;
  • a flap, che parte come lesione radiale, ma si propaga in direzione longitudinale. Se si estende molto può arrivare a raggiungere il punto opposto a quello in cui si trova, diventando una lesione “a manico di secchio”, in grado di provocare un blocco dell’articolazione.

Le cause

Le lesioni dei menischi hanno origine traumatica o degenerativa.

Nel primo caso, compaiono quasi sempre in seguito a una brusca torsione del ginocchio mentre il piede è fermo oppure a una flessione del ginocchio al limite massimo: in entrambi casi, come conseguenza il tessuto meniscale con una buona consistenza si lesiona.

Nel secondo, il tessuto meniscale ha una ridotta consistenza ed elasticità e si lesiona in assenza di trauma, per colpa dell’usura.

I sintomi

Le lesioni del menisco si manifestano soprattutto con dolore, che però spesso non impedisce di camminare.

La persona può anche avvertire la sensazione di “rottura interna” e sentire un rumore caratteristico, un vero e proprio “crac”.

Nel giorni successivi possono comparire gonfiore, difficoltà a muovere la parte o addirittura impossibilità a piegare il ginocchio e ad appoggiare il piede a terra, rumori di pseudo scatto dell’articolazione.

Le lesioni degenerative, di solito, hanno un decorso più subdolo e nel tempo possono rimodellarsi e stabilizzarsi. Di conseguenza il dolore e la limitazione calano, ingannando la persona.

Le cure

Non sempre è necessario l’intervento. Soprattutto quando la lesione è piccola e localizzata sul bordo esterno del menisco, si può procedere con:

  • riposo della gamba, se possibile ricorrendo all’uso delle stampelle;
  • applicazione del ghiaccio più volte al giorno per qualche giorno;
  • applicazione di un bendaggio compressivo elastico;
  • sollevamento dell’arto quando si è seduti;
  • uso di farmaci antinfiammatori per quattro-cinque giorni;
  • infiltrazioni di acido ialuronico, sostanza contenuta all’interno delle articolazioni, in grado di ridurre l’infiammazione e il dolore.

Spesso, però, la soluzione migliore è quella chirurgica, con asportazione della sola porzione di menisco lesionata. Gli studi, infatti, hanno dimostrato che la rimozione dell’intero menisco comporta, negli anni, una significativa accelerazione del processo degenerativo artrosico.

Nelle persone giovani con lesioni nette che riguardano la parte più periferica (quella più vicina alla capsula articolare) del menisco si può ricorrere anche alla sutura meniscale: in pratica, la lesione viene letteralmente cucita.

Dopo l’intervento serve una riabilitazione specifica.

Tendinite rotulea

È l’infiammazione del tendine rotuleo, il robusto tendine terminale del muscolo quadricipite. È caratterizzata da micro-rotture che avvengono nel contesto del tendine.

Le cause

Nella maggior parte dei casi, è causata da un uso eccessivo dell’articolazione: per questo è tipica degli sportivi, in particolare di quelli che praticano attività che prevedono molti salti, come pallavolo e basket.

I sintomi

Si manifesta con un dolore anteriore al ginocchio, inizialmente solo durante l’allenamento, poi ogni volta che si salta o ci si piega sulle ginocchia. 

Le cure

Occorre innanzitutto sospendere l’attività fisica per alcune settimane e usare farmaci antinfiammatori. Utile anche l’applicazione di una borsa del ghiaccio a periodi alterni.

Se la situazione non migliora, si ricorre a programmi riabilitativi e terapie fisiche, come ultrasuoni, laserterapia e ionoforesi.

Lussazione o sublussazione della rotula

La rotula può spostarsi in modo più o meno marcato. Può, cioè, spingere verso l’esterno oppure abbandonare completamente la propria sede. La prima è la situazione più frequente, soprattutto nelle donne, e si chiama sindrome da iperpressione esterna.

Le cause

In genere, il problema dipende da problemi costituzionali, come un mal allineamento della parte. A volte, i responsabili sono traumi sportivi, soprattutto in attività che mettono a rischio il ginocchio, come pallavolo, calcio e basket. Al di fuori dell’attività sportiva, in età adulta questi disturbi possono comparire anche dopo uno sforzo intenso o un movimento scorretto. 

I sintomi

Il sintomo più caratteristico è il dolore diffuso, che si avverte maggiormente quando si è sotto sforzo, quando si cammina in discesa oppure quando ci si alza dopo essere stati seduti a lungo. Si avverte anche una sorta di crepitio, dovuto allo sfregamento della rotula sulla cartilagine al di fuori dell’articolazione.

Infine, si può avere una sensazione di cedimento del ginocchio o di impossibilità di muoverlo, oltre che comparsa di gonfiore. 

Le cure

Fino a qualche tempo fa si credeva che in caso di danno non serio potessero essere sufficienti un periodo di fisioterapia per rafforzare i muscoli del ginocchio e l’utilizzo di un tutore rigido per qualche tempo.

Oggi, invece, si preferisce optare per l’intervento chirurgico. Non esiste un trattamento univoco: la scelta della procedura dipende essenzialmente dalla causa del disallineamento.

Rottura dei legamenti crociati

I legamenti crociati sono i principali responsabili della stabilità del ginocchio: sono chiamati in questo modo perché si incrociano all’interno dell’articolazione. 

Le cause

Nella maggior parte dei casi, la loro rottura è il risultato di traumi di tipo distorsivo, che si verificano durante l’esecuzione di un’attività sportiva o in seguito a un incidente (come una caduta). Spesso questo problema si accompagna anche a una lesione dei legamenti collaterali e dei menischi. 

I sintomi

In caso di rottura dei crociati, compaiono dolore, versamento di sangue e difficoltà a muovere l’articolazione.

Nel giro di due-tre settimane, se non ci sono lesioni associate, la persona recupera buona parte della funzione articolare, ma continua ad avere una sensazione di instabilità che impedisce la pratica sportiva. 

Le cure

I legamenti crociati, una volta rotti, degenerano irreversibilmente.

In fase acuta occorre immobilizzare il ginocchio per alcuni giorni, poi è possibile riprendere gradualmente una vita normale. È necessario, però, seguire un programma riabilitativo finalizzato al potenziamento del quadricipite.

Nei pazienti giovani o sportivi si può pensare di sostituire il legamento danneggiato con un innesto tendineo.

Sindrome della bendelletta ileo-tibiale

Si tratta di un’infiammazione dei tendini del lato esterno del ginocchio. Può essere causata da microlesioni ripetute che sollecitano in maniera eccessiva il tendine, indebolendo e/o rompendo alcune sue fibre.

Le cause

Queste lesioni sono frequenti in chi compie sforzi a freddo senza riscaldamento o senza un’adeguata preparazione, nelle persone che giocano a calcio, nei soggetti che corrono e in chi soffre di varismo.

I sintomi

Questa sindrome è caratterizzata da dolore e gonfiore al ginocchio e da difficoltà nei movimenti. Inoltre, la persona può avvertire rumori e strepitii, oltre che cedimenti dell’articolazione. 

Le cure

Nella maggior parte dei casi, è sufficiente indossare plantari correttivi che correggono il varismo e magari assumere blandi antinfiammatori. È bene anche osservare un periodo di riposo, durante il quale applicare spesso del ghiaccio.

In alcune situazioni è indicata la fisioterapia, in particolare programmi riabilitativi specifici, Tens, ultrasuoni e ipertermia (terapia con l’utilizzo di microonde che producono calore all’interno dei tessuti). In certi individui, invece, può essere necessario ricorrere a infiltrazioni di cortisonici (è il medico a stabilirlo).

Nei casi più seri si deve ricorrere all’intervento chirurgico di correzione del varismo.