15/01/2018

Il calo dell’udito

Cause, sintomi e cure del problema dell'udito. Le soluzioni ad eventuali infezioni che causano cali di udito e quando serve l'impianto

Circa 8 milioni di italiani soffrono di problemi di udito. Eppure, sono poche le persone che si rivolgono a un esperto per cercare una soluzione. La ragione? Molti tendono a sottovalutare la sordità e a considerarla una problematica inevitabile dell’invecchiamento. Invece non è propriamente così.

Dall’ipoacusia alla sordità

Quando la perdita di udito è parziale si parla di ipoacusia, mentre quando l’udito scompare completamente si è in presenza di sordità o anacusia.

Occorre sapere che con il passare degli anni anche l’orecchio e le sue strutture invecchiano e, a partire da una certa età, non funzionano più con la stessa precisione ed efficienza. La persona, dunque, mano a mano che passa il tempo sviluppa piccoli problemi. Tuttavia, la perdita di udito può essere anche indipendente dall’età.

Da che cosa dipende

Oltre all’invecchiamento, alla base delle difficoltà uditive possono esserci tante cause diverse.

Uno dei principali colpevoli è sicuramente l’esposizione prolungata al rumore, per esempio per cause lavorative. Infatti, provoca la progressiva distruzione delle cellule dell’orecchio interno.
Anche alcuni farmaci, definiti ototossici, come alcuni tipi di antibiotici, antineoplastici, salicilati e diuretici, se usati in quantità notevoli per lungo tempo, possono compromettere la funzionalità uditiva.

La capacità uditiva può essere compromessa poi da molte malattie dell’orecchio, come l’otite e l’otosclerosi (in cui cresce tessuto osseo sulla staffa, ostacolandone la funzionalità), e da problemi circolatori, come la pressione alta, che possono ostacolare la circolazione all’interno dell’orecchio.

Non bisogna dimenticare che stili di vita scorretti costituiscono fattori di rischio riconosciuti per il problema, come vita sedentaria, fumo, dieta grassa, obesità.

All’origine del calo di udito ci può essere, infine, un fattore genetico: sembra, infatti, che i due terzi dei deficit uditivi siano ereditari.

Come si manifesta

In genere, in un primo tempo si fa fatica a sentire distintamente solo alcuni tipi di suoni, solitamente quelli acuti, come il campanello e lo squillo del telefono. In presenza di otosclerosi, però, i primi suoni a essere compromessi sono quelli gravi/bassi.

Progressivamente subentra anche un’alterazione della capacità di comprendere bene le parole. Infatti, le persone che hanno difficoltà uditive, con l’avanzare del disturbo, tendono ad alzare il volume del televisore e della radio e a fare fatica a sentire nel rumore.

In alcuni casi il calo di udito potrebbe essere accompagnato dagli acufeni. È anche possibile che il soggetto avverta la sensazione di orecchio pieno, “tappato”.

Bisogna, infine, tenere presente che, a causa del calo di udito, la persona può vivere una condizione di isolamento e solitudine, che compromette la qualità della vita sociale e di relazione e determina l’insorgere della depressione fino ad aggravare i problemi cognitivi, quali la demenza.

Come si cura

Se le difficoltà uditive dipendono da un danneggiamento delle strutture dell’orecchio esterno e/o medio, come il condotto uditivo esterno, la membrana timpanica e i tre ossicini dell’orecchio medio (per esempio per traumi o malattie dell’orecchio) si può ricorrere a un intervento chirurgico. Lo scopo è ricostruire le parti danneggiate, in modo da ripristinare la funzionalità meccanica dell’orecchio.

Se, invece, il danno riguarda l’orecchio interno si può procedere solo con le protesi acustiche o, nei casi più gravi, con gli impianti cocleari (l’orecchio bionico).

I primi sono dispositivi elettronici che ricevono i suoni, li analizzano, li amplificano (riducendo anche i rumori di fondo) e li trasmettono all’orecchio. Ne esistono di due tipi. Quelli retroauricolari si posizionano dietro il padiglione auricolare e trasmettono i suoni attraverso un tubicino di plastica, collegato a un auricolare, realizzato su misura e posizionato direttamente nel condotto uditivo esterno. Questi apparecchi hanno dimensioni variabili e sono ormai poco visibili. Gli apparecchi endoauricolari, invece, si inseriscono all’interno del condotto uditivo esterno, al quale devono adattarsi perfettamente, hanno dimensioni particolarmente ridotte e sono, di conseguenza, meno visibili.

Quando serve l’impianto cocleare

Quando la sordità è completa e bilaterale, il medico può decidere di ricorrere all’impianto cocleare, un vero e proprio sostituto della funzione dell’orecchio, in grado di stimolare direttamente il nervo acustico.

Si tratta di un dispositivo formato da una parte interna e da una esterna. La parte esterna è costituita da un microfono e da un processore, che ha il compito di captare il suono, trasformarlo in impulsi elettrici e inviarlo alla parte interna. La parte interna è costituita da un trasduttore che termina con un elettrodo: questo viene inserito all’interno della coclea e stimola direttamente le fibre del nervo acustico, “saltando” le cellule ciliate, che sono gravemente lese. Questo impianto va inserito attraverso un intervento chirurgico.

Da qualche tempo è disponibile anche l’impianto tronco encefalico, che si differenzia dal precedente solo perché gli elettrodi non sono inseriti nelle fibre del nervo acustico, ma raggiungono direttamente il tronco encefalico, che è la “zona di passaggio” delle vie che mettono in comunicazione il cervello con l’esterno e da cui passano i nervi che, attraverso il midollo spinale, portano i messaggi alle diverse zone del corpo e dal corpo al cervello. Questo apparecchio è utile quando il nervo acustico stesso risulta compromesso.

Se il calo di udito è improvviso

Può anche succedere che la perdita di udito sia improvvisa. In questi casi potrebbe dipendere da un disturbo di natura vascolare. Quello dell’orecchio, infatti, è un circolo terminale. Quindi, se a causa di un piccolo embolo, una lieve ischemia o una placca aterosclerotica il flusso di quel vaso si interrompe, il trasporto di ossigeno in quell’area viene interrotto. Di conseguenza, le cellule acustiche (che consumano moltissimo ossigeno) vanno incontro a degenerazione nel giro di brevissimo tempo.

In altri casi, la perdita uditiva improvvisa è di natura infettiva, per esempio provocata dai virus influenzali o da quelli causano infiammazione delle alte vie respiratorie.

Infine, l’evento improvviso può dipendere da forti traumi all’orecchio o traumi acustici (come lo scoppio di un petardo), che possono danneggiare la zona.

In tutti i casi, se si verifica una perdita improvvisa dell’udito bisogna rivolgersi al più presto al proprio medico o al pronto soccorso. Infatti, se si interviene con tempestività, le probabilità di risolvere la situazione sono maggiori.

L’ipoacusia può anche essere un fenomeno temporaneo, causato, per esempio, da un tappo di cerume, dalla presenza di un corpo estraneo nell’orecchio, dall’accumulo di acqua (come dopo un bagno) nel condotto uditivo, o dall’esposizione a forti rumori (per esempio subito dopo l’uscita dalla discoteca si può avere la sensazione di sentire poco, a causa del volume troppo alto della musica).