15/01/2018

Gli acufeni

Tipologie degli acufeni, cause, sintomi e possibili cure di questo disturbo che colpisce le orecchie

Sono un disturbo molto comune: del resto possono essere il segnale di tantissime malattie, non solo a carico dell’orecchio. Pur non essendo pericolosi, gli acufeni possono diventare fastidiosi. Per questo, è bene sapere come vanno trattati. 

Ronzii dell’orecchio

Per acufeni si intendono rumori, ronzii o fischi fastidiosi che si avvertono nell’orecchio. Possono essere unilaterali o bilaterali: nel primo caso si avvertono in un solo orecchio, nel secondo in entrambi gli organi. In alcune situazioni sembrano addirittura provenire genericamente dall’interno della testa.

Nella maggior parte dei casi sono di tipo soggettivo, cioè possono essere percepiti solo dalla persona che ne soffre. Possono essere causati da un problema a carico dell’orecchio, del nervo acustico o del cervello dove normalmente vengono interpretati i suoni.

Solo in rarissimi casi sono di tipo oggettivo, ossia sono ascoltabili anche da un esaminatore esterno. Questi acufeni sono generati da un movimento meccanico all’interno del cranio o nel distretto cervico facciale, per esempio da piccole contrazioni di alcuni muscoli o dallo scroscio dell’articolazione della mandibola o da una anomalia dell’arteria carotide.

Da che cosa dipendono

La maggior parte delle malattie a carico dell’orecchio possono causare acufeni. Per esempio, alla base del disturbo ci possono essere:

– infiammazioni locali, che possono interessare l’orecchio esterno e/o l’orecchio medio, deternminando una alterazione della trasmissione del suono;

– traumi all’orecchio con conseguente rottura della membrana timpanica;

– otosclerosi, una malattia che consiste in un’alterazione della mobilità di uno degli ossicini dell’orecchio medio (la staffa) che va incontro a un processo di ossificazione;

– malattia di Ménière, che deriva da un aumento della pressione e del volume del liquido presente all’interno dell’oreccio interno;

– presbiacusia, ossia l’invecchiamento fisiologico dell’apparato uditivo;

– traumi acustici, cioè esposizione a rumori forti sia in forma acuta (esposizione a musica forte in discoteca, durante un concerto eccetera) sia in forma cronica (esposizione a rumore forte continuo senza l’uso di protezioni in ambiente lavorativo).

Possono derivare anche da altre malattie

Gli acufeni però possono essere il campanello di allarme anche di altre malattie, che non interessano l’orecchio, come:

– problemi cardiovascolari, tipo ipertensione arteriosa, aneurismi, ischemia miocardia;

– malattie croniche del sistema nervoso, per esempio il morbo di Parkinson o la malattia di Alzheimer, e le malattie demielinizzanti del sistema nervoso come la sclerosi multipla;

– malattie dismetaboliche, come diabete, malattie del fegato e disturbi del metabolismo dei grassi;

– disturbi della masticazione con malposizionamento della mandibola;

– disturbi della colonna vertebrale;

– infiammazioni delle vie respiratorie, come sinusite o raffreddore (possono causare ristagno di secrezione nella cassa timpanica).

Gli acufeni possono interessare anche i forti fumatori: la mancanza di ossigeno nella zona dell’orecchio interno (provocata dalla nicotina) può determinare la comparsa di fischi per alcuni periodi in quanto determina una sofferenza/morte delle cellule acustiche.

Come si manifestano

Gli acufeni non si presentano sempre allo stesso modo. Nella maggior parte dei casi si tratta di fischi di frequenza acuta, che ricordano un po’ il suono della pentola a pressione. Possono però essere percepiti anche come ronzii più spostati verso le frequenze gravi (simili ai ronzii elettrici) oppure come cinguettii o cigoli. Talvolta sono di tipo pulsante o intermittente, come una sorta di scatto meccanico.

In genere, non sono suoni molto intensi, ma la persona che ne soffre spesso li avverte come rumori insopportabili, intolleranti e fastidiosi. Addirittura, il disturbo può arrivare a condizionare la vita del soggetto colpito ed essere responsabile persino di sindromi ansioso-depressive.

[new_accordion_slh_item title="Come si curano"]

Ovviamente, quando possibile, bisogna cercare di trattare la causa scatenante. Negli altri casi, si può scegliere fra diverse opzioni. Spesso si consiglia un supporto di tipo psicologico associato a tecniche di rilassamento, per attenuare i disagi connessi agli acufeni. L’obiettivo è modificare i pensieri, le emozioni e i comportamenti correlati al disturbo.

In alcune persone si ricorre alla terapia mascherante. In pratica, ci si avvale di un apparecchio speciale, il quale emette un suono che annulla quello prodotto dell’orecchio e che è maggiormente tollerato dalla persona. L’apparecchio assomiglia a una protesi acustica e va inserito nell’orecchio.

Un’altra soluzione è costituita dalla terapia di riallenamento, in cui l’individuo viene sottoposto a una stimolazione sonora per diverso tempo. Questa stimolazione agisce sulle cellule nervose riprogrammandole: in questo modo l’acufene non sarà più visto come negativo e non verrà amplificato. La stimolazione sonora viene erogata da piccoli generatori di suono indossabili oppure da apparecchi acustici speciali o ancora da generatori ambientali e non interferisce con le normali attività della vita quotidiana: è costituita, infatti, da un’energia sonora molto lieve e priva di effetti collaterali che dopo qualche giorno non viene più percepita dalla persona.

Si può ricorrere anche al biofeedback, una particolare metodica che insegna al paziente a modificare il livello della propria attività cerebrale e organica grazie all’auto-controllo.

La cura farmacologica prevede l’uso di farmaci ansiolitici, per ridure l’ansia, farmaci miorilassanti, farmaci antiossidanti.