Occhi

Sono una delle nostre più importanti finestre sul mondo: è grazie agli occhi che possiamo ammirare
un panorama, innamorarci del viso di una persona, leggere un giornale, fare la spesa.
In pochi ci pensano, ma sono proprio gli occhi a captare informazioni importantissime per la vita di relazione: essi possono percepire qualcosa come dieci milioni di gradazioni di luce e circa sette milioni di sfumature di colori diversi.
Eppure, nonostante il loro ruolo così prezioso, gli occhi vengono spesso bistrattati: sono esposti senza protezione alla luce solare e artificiale, sono costretti a osservare per ore videoterminali e tivù, sono bersagliati da fumo, smog e altri agenti irritanti.
Di conseguenza, essendo strutture delicate e complesse, possono facilmente andare incontro a disturbi di varia entità, come infezioni, secchezza, irritazioni fino a vere e proprie malattie.
Senza dimenticare che, in molti casi, il fenomeno della visione può essere alterato dai cosiddetti “vizi refrattivi” e cioè miopia, ipermetropia, astigmatismo, oltre che, con l’avanzare dell’età, presbiopia. In generale, si calcola che nei paesi industrializzati l’80 per cento della gente soffra di almeno uno di questi problemi.

Gli occhi sono il risultato di un meccanismo molto complesso: basti pensare che da questi organi viene inviato al cervello circa un miliardo di dati al secondo. E proprio da queste informazioni hanno origine le immagini che permettono alle persone di conoscere il mondo. Ma come sono fatti gli occhi? E come funzionano?


Come è fatto l’occhio

L’occhio, o bulbo oculare, è una struttura complessa e delicata, paragonabile a una macchina fotografica molto precisa.
Ha la funzione di recepire i segnali luminosi provenienti dal mondo esterno e di trasmetterli sotto forma di impulsi nervosi al cervello, dove vengono interpretati e trasformati in immagini.
L’occhio è formato da tre membrane concentriche che, procedendo dall’esterno verso l’interno, si chiamano:

  • tonaca esterna (fibrosa), formata dalla sclera e dalla cornea;

  • tonaca media (vascolare), detta anche uvea, formata rispettivamente dalla coroide, dal corpo ciliare e dall’iride;

  • tonaca interna (nervosa), composta dalla retina.


La superficie interna delle palpebre e la parete esterna dell’occhio sono rivestite dalla congiuntiva, una sottile membrana semitrasparente.

Le componenti principali

Ecco nel dettaglio, quali sono le principali strutture dell’occhio.

  • La sclera è la parte bianca del bulbo oculare, una membrana resistente e opaca ai raggi luminosi.

  • La cornea è la lente esterna posta al centro dell’occhio. È trasparente ed è separata dal cristallino (un’altra lente, ma interna), da uno spazio chiamato camera anteriore.

  • L’iride è una struttura dotata di un muscolo dilatatore e un muscolo costrittore che si attivano a seconda della luminosità dell’ambiente, modificando così l’apertura del diaframma pupillare. L’iride determina il colore degli occhi.

  • La coroide è un insieme di vasi e capillari, fonte di nutrimento soprattutto per la retina, una delicatissima membrana costituita da tessuto nervoso, aderente proprio all’uvea.

  • La retina ha la funzione di registrare i segnali luminosi e di convertirli in impulsi elettrici che, attraverso il nervo ottico, vengono trasmessi al cervello, dove sono poi rielaborati in immagini.


Le tre camere
All’interno dell’occhio si trovano anche tre spazi che vengono denominati “camere”:

  • la camera anteriore si trova tra la cornea, il cristallino e l’iride ed è riempita di un liquido detto umore acqueo,

  • la camera posteriore si trova tra l’iride e il cristallino e contiene anch’essa umore acqueo;

  • la camera vitrea si trova dietro il cristallino e contiene appunto umor vitreo, una sostanza gelatinosa.



La capacità visiva

La capacità visiva dipende da due sistemi distinti, ma profondamente legati: il sistema sensoriale e il sistema motorio.
Il primo trasmette al secondo le informazioni necessarie per correggere sia la messa a fuoco sia la posizione dei bulbi oculari. Allo stesso modo, il sistema sensoriale può svolgere le sue funzioni solo a condizione che il sistema motorio operi correttamente.

Il sistema sensoriale
È costituito dalla retina, dal nervo ottico e da tutte le vie nervose che trasmettono gli impulsi elettrici al cervello. Qui gli impulsi vengono elaborati in immagini.

Il sistema motorio
È formato dai muscoli esterni al bulbo, che muovono l’occhio stesso, da quelli interni, che permettono la messa a fuoco delle immagini, e da tutti quei tessuti che fanno da supporto al bulbo oculare permettendone la rotazione.
L’occhio viene mosso in tutte le direzioni possibili grazie all’azione di sei muscoli: quattro retti e due obliqui.
I quattro muscoli retti nascono all’apice dell’orbita (cavità ossea che contiene il bulbo) e arrivano al bulbo seguendo una traiettoria diritta. Sono denominati in base alla posizione di attacco sulla sclera (retto superiore, inferiore, interno ed esterno).
Sul bulbo oculare si inseriscono anche due muscoli obliqui (obliquo superiore e obliquo inferiore), così chiamati per la loro particolare traiettoria all’interno dell’orbita.
Poiché gli occhi sono fatti per muoversi insieme, quando si attiva un muscolo di un occhio contemporaneamente si attiva un determinato muscolo dell’altro occhio (chiamato antagonista controlaterale). Se, per esempio, si vuole guardare verso destra si contraggono simultaneamente il muscolo retto interno dell’occhio sinistro e il muscolo retto esterno dell’occhio destro.


L’immagine si imprime sulla retina

I raggi luminosi che provengono dall’esterno entrano nell’occhio tramite la pupilla, passano attraverso la cornea e vengono focalizzati dal cristallino.
Quindi sono proiettati sulla retina, che li mette a fuoco e li trasforma in impulsi elettrici. Attraverso il nervo ottico, gli impulsi elettrici raggiungono il cervello, che li elabora e li trasforma in immagini in tempi rapidissimi.
Il modo in cui i raggi luminosi vengono messi a fuoco sulla retina si chiama refrazione. Questa capacità dipende dalla cornea, che ha un potere fisso di messa a fuoco a causa della sua forma, e dal cristallino, che ha un potere refrattivo variabile poiché cambia forma a seconda della diversa distanza dell’oggetto.
Quando un occhio non ha problemi di visione, i raggi luminosi che entrano nell’occhio in modo parallelo vengono messi a fuoco dalla cornea e dal cristallino in un unico punto. La persona allora vede bene sia da vicino sia da lontano.


Come avviene la “messa fuoco”

Il funzionamento degli occhi, per molti versi, è molto simile a quello di una comune macchina fotografica: i raggi luminosi entrano attraverso la pupilla, un foro che funziona come un diaframma in grado di dilatarsi o restringersi in modo da dosare la quantità di luce necessaria a ottenere una visione chiara e fedele alla realtà. Poi, attraversano una lente frontale, il cristallino, infine si fissano su una pellicola posta posteriormente: la retina.
In una macchina fotografica l’operazione di messa a fuoco viene compiuta muovendo la lente avanti e indietro, mentre nell’occhio la lente (il cristallino) cambia la sua forma grazie all’intervento dei muscoli interni, detti ciliari.
Quando i muscoli si contraggono, la lente si regola per una visione ravvicinata, mentre quando sono in condizione di riposo l’occhio si focalizza su una visione da lontano.


Lo sviluppo della vista

Lo sviluppo della vista e della acuità visiva (cioè la capacità di discriminare i dettagli di uno stimolo visivo) comincia durante la vita intrauterina e si conclude attorno ai dieci anni di età. Ecco le tappe principali.

  • Nascita: nel neonato l’acuità visiva, è nettamente inferiore rispetto a quella dell’adulto, così come è minore la sensibilità al contrasto.

  • Primi giorni: nei primi giorni di vita il neonato vede in modo sfuocato e “a testa in giù”. In poche settimane il cervello, maturando in modo rapido e costante, “raddrizza” l’immagine e ne migliora progressivamente la nitidezza: presto il bambino vede a 18-30 cm il viso della mamma che lo allatta.

  • 1 mese: è in grado di seguire la traiettoria di una sorgente luminosa che gli passa davanti agli occhi. Il sistema nervoso centrale non è ancora maturo, ma è in continuo e rapido accrescimento. Il miglioramento della funzione visiva cresce con la maturazione del cervello. Gradualmente riesce a seguire con la testa il movimento di un oggetto.

  • 2 mesi: riconosce il volto umano, vede gli occhi, il naso e la bocca. Distingue i sorrisi, le smorfie, i movimenti delle labbra. Acquisisce anche la capacità di ricordare i volti delle persone più vicine, come la mamma e il papà. Comincia inoltre a percepire e a riconoscere i colori.

  • 3 mesi: compare il fenomeno della convergenza, per la quale man mano che un oggetto si avvicina gli occhi convergono all’interno.

  • 4-5 mesi: la macula, che rappresenta la regione centrale della retina ed è responsabile dell’acuità visiva e della sensibilità al contrasto, comincia a svilupparsi solo in questa fase.

  • 6 mesi: compare la visione binoculare che consiste nella capacità di utilizzare entrambi gli occhi contemporaneamente e in modo coordinato. Le pupille sono in asse e si muovono parallelamente. Il bambino acquisisce sempre più la capacità di calcolare la forma, le dimensioni, la localizzazione e la distanza di un giocattolo e, grazie alla coordinazione oculo-motoria, lo afferra e lo manipola con interesse.

  • 9 mesi: il bambino acquisisce il senso della profondità e amplia progressivamente il campo visivo, riuscendo a esplorare sempre meglio l’ambiente che lo circonda.

  • Tra 1 e 3 anni: l’acutezza visiva aumenta e con test specifici si possono escludere difetti come l’amblioplia (o occhio pigro) e lo strabismo.

  • Verso i 10 anni: la funzione visiva è completamente matura.



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