18/09/2020

Cistoscopia

La cistoscopia è un esame che si effettua con l’aiuto di uno strumento a fibre ottiche, detto fibroscopio, dotato di un tubicino che va inserito nella vescica, passando dall’uretra (condotto che collega la vescica con l’esterno). Consente di visualizzare l’uretra, la vescica e l’ultimo tratto degli ureteri (condotti che collegano la vescica ai reni).

A cosa serve

Serve a individuare eventuali alterazioni o malattie che interessano la vescica o gli sbocchi uretrali, come calcoli, polipi, o tumori, anche prelevando, quando opportuno, minuscoli frammenti di tessuto da fare poi analizzare in laboratorio.
In genere è prescritta quando si manifestano sintomi che interessano la vescica, tra cui infezioni urinarie ricorrenti, sangue nelle urine, incontinenza urinaria, dolore mentre si fa pipì.
Talvolta l’esame è effettuato per eseguire piccoli interventi, come l’asportazione di un polipo. In quest’ultimo caso,  è eseguito in anestesia, generalmente spinale, e richiede il ricovero di un giorno: né l’anestesia spinale né il ricovero di un giorno sono richiesti se l’esame è condotto al solo scopo diagnostico.  

Chi non può farla

È preferibile, anche se non strettamente necessario, evitarla nelle donne che aspettano un bambino. Non si può eseguire nelle persone con infezioni delle vie urinarie in corso.

Come si svolge

Il paziente si sdraia su un lettino e nella zona dove dovrà passare una piccola sonda viene applicato un preparato anestetico. 
Poi dall’esterno è inserita nell’uretra la sonda flessibile, detta cistoscopio, dotata all’estremità di una telecamera. Lentamente la sonda è spinta fino in vescica, appena prima fatta dilatare immettendovi (sempre dall’esterno) una certa quantità di acqua sterile.
Le immagini raccolte dalla telecamera vengono proiettate su un monitor, osservate e interpretate dall’operatore in tempo reale.

Quanto dura?

L’esame si protrae per 10-15 minuti.

Provoca fastidio?

È più fastidiosa per gli uomini, in quanto l’inserimento della piccola sonda è fatto percorrendo il pene in tutta la sua lunghezza. In realtà, anche le donne possono avvertire una sensazione spiacevole, ma in ogni caso l’applicazione dell’anestetico locale rende tutto sopportabile.
Il fastidio più grosso può essere legato al fatto che l’introduzione di acqua in vescica può determinare l’urgenza di fare pipì (che invece va trattenuta).

Come prepararsi

Non c’è bisogno di particolare preparazione. Si deve invece avvertire il medico dell’eventuale assunzione di anticoagulanti orali (ma questo vale in generale per tutti gli esami invasivi).
Ci sono casi in cui è prescritta una terapia antibiotica da intraprendere a partire da qualche giorno prima dell’esame: non è comunque la regola.

Cosa fare dopo

Dopo l’esame è possibile che sia somministrato un disinfettante delle vie urinarie, per prevenire le infezioni che si possono sviluppare facilmente quando si inserisce in vescica una sonda (anche se sottile).
Può capitare che nelle 24 ore successive all’esame, le urine appaiano rosate per la presenza di sangue: è normale e non occorre preoccuparsi. Se, invece, subentrassero febbre, brividi, dolore significativo durante la minzione si deve contattare il medico.

ALTRE INDAGINI SULLE VIE URINARIE

URO-TC

Tra le indagini che si conducono sulle vie urinarie c’è anche la TC (Tac), che in questo caso prende il nome di Uro-TC.

Scintigrafia renale

Ci si rivolge a questa indagine per identificare le cause di un possibile mal funzionamento dei reni o per appurare se un determinato trattamento per una malattia dei reni sta avendo effetto oppure no.

Risonanza magnetica reni, ureteri, vescica

La risonanza magnetica è richiesta di solito per avere ulteriori informazioni sulle caratteristiche di un’alterazione emersa con la TC, oppure può essere considerata l’indagine di prima scelta se non fosse possibile sottoporre la persona a radiazioni o somministrarle mezzi di contrasto iodato, come nel caso di donne in gravidanza o di bambini, che è sempre meglio non esporre a radiazioni.