18/09/2020

Broncoscopia

La broncoscopia è l’indagine diagnostica eseguita con l’ausilio di uno strumento a fibre ottiche, detto broncoscopio, che è introdotto dalla bocca o da una narice per raggiungere i bronchi.
Questo strumento sottile e flessibile è dotato di una luce e di una telecamera all’estremità che permette di osservare tutto ciò che si incontra durante il percorso.
Oltre che per fare diagnosi, anche attraverso il prelievo di un piccolo frammento di tessuto per eseguire una biopsia, si usa con scopi curativi: in quest’ultimo caso può servire, per esempio, a rimuovere secreti in caso di bronchi ostruiti. È un esame molto invasivo.

A cosa serve

In generale, si ricorre alla broncoscopia per fini diagnostici: per esempio per approfondire sintomi di cui non si comprende la causa.
Serve anche per prelevare frammenti di tessuto, dai bronchi o dai polmoni, su cui fare la biopsia, che è l’esame di laboratorio che indaga sulla presenza di cellule atipiche, tumorali e non.
È impiegata anche per liberare i bronchi da un’eventuale accumulo di secrezioni o da corpi estranei che ostacolano la respirazione.
A volte si usa per effettuare il lavaggio bronco-alveare o BAL (broncho-alveolar-lavage), che consiste nello spruzzare una piccola quantità di liquido direttamente nei bronchi. Questo liquido viene poi recuperato ed esaminato. 
Infine è utile per diagnosticare particolari infezioni, alcuni tipi di tumore del polmone e per le malattie polmonari interstiziali.

Chi non può farla

Ci sono varie controindicazioni per la broncoscopia. Non la possono effettuare le persone con alterazioni della coagulazione del sangue e in cura con anticoagulanti orali, tuttavia in questa eventualità il medico può valutare la possibilità e la necessità di interrompere (temporaneamente) la terapia.
È controindicata anche in caso di gravi malattie del cuore (salvo eccezioni, che sono valutate di volta in volta dallo specialista). Alle persone colpite da asma bronchiale, problemi respiratori gravi, pressione polmonare alta si prescrive con grande cautela.
Queste ultime malattie non sono però controindicazioni assolute: spetta al medico valutare il rapporto tra rischio (legato all’esame) e beneficio, che è rappresentato da quanto è importante ciò che si può ottenere dall’esame in quel preciso momento, per quella persona. In base a questo, il medico propone la soluzione migliore.

Come si svolge

Il paziente deve prepararsi all’esame circa mezz’ora prima dello svolgimento. Poi è fatto sdraiare su un lettino dove gli sarà somministrato un anestetico locale all’interno del naso e nel tratto iniziale della gola, allo scopo di attenuare l’impatto con lo strumento.
È inoltre somministrato un sedativo (tranquillante) in gocce, quindi per bocca, oppure attraverso un’iniezione endovenosa. Talvolta, circa 30 minuti prima dell’esame, si somministra anche un farmaco (atropina solfato) che riduce le secrezioni bronchiali e che può dare un senso di secchezza alla bocca e alla gola.
L’esame inizia con l’inserimento del broncoscopio nelle vie aeree. Durante la procedura, che consiste principalmente nella visualizzazione dei bronchi attraverso lo strumento, la persona può respirare normalmente, senza incontrare difficoltà; tuttavia, è frequente che possa essere disturbata da colpi di tosse. Un operatore tiene costantemente monitorata la pressione del sangue, la frequenza cardiaca e l’ossigenazione del sangue.
Il medico che esegue l’indagine può comunicare immediatamente ciò che vede, mentre in caso di biopsia è necessario attendere i risultati del laboratorio.

Quanto dura

Circa 15 minuti, per quanto riguarda l’esame in sé. Circa 45 minuti, se si tiene conto  della preparazione.

Provoca fastidio?

È un’indagine molto fastidiosa, anche se il dolore fisico è praticamente nullo per via dell’impiego di sedazione e di anestetico locale. Il disagio è soprattutto di natura psicologica, legato all’introduzione di un corpo estraneo nelle vie aeree.

Come prepararsi

Bisogna presentarsi all’esame a digiuno, in genere da almeno quattro ore, ma alcune strutture richiedono un tempo superiore: molto dipende anche dal motivo per cui viene effettuato l’esame.
È particolarmente importante segnalare quali farmaci si stanno eventualmente assumendo (come del resto va fatto prima di qualsiasi esame).
Prima dell’esame bisogna togliere tutti gli accessori: orecchini, bracciali, collane, anelli e anche gli occhiali o le lenti a contatto. Da riporre anche le protesi dentarie mobili.

Cosa fare dopo

Al termine della broncoscopia, si è trattenuti in osservazione per un paio d’ore: si tratta di una semplice precauzione, che consente di intervenire tempestivamente se dovesse subentrare un malore o, eventualità molto più rara, un sanguinamento. Il preparato anestetico e la sedazione potrebbero causare, nelle ore successive, secchezza della bocca, sensazione di stordimento, sonnolenza, rallentamento dei riflessi.
Per alcuni giorni è possibile avere gola e naso leggermente indolenziti. Ci si deve fare accompagnare a casa da qualcuno e non si può guidare nelle successive 24 ore.