16/10/2017

Aneurisma addominale

In situazione di normalità, nell’adulto, l’aorta addominale sottorenale presenta un diametro medio di 1,5-1,7 centimetri: quando un segmento del vaso è soggetto a una dilatazione che raggiunge i tre centimetri di diametro, rendendolo a rischio di rottura, si parla di aneurisma. Sino al raggiungimento di tali dimensioni l’aorta addominale interessata dalla dilatazione si definisce ectasica.

Si calcola che questa malattia colpisca in Italia oltre 84.000 persone, con circa 27.000 nuovi casi diagnosticati ogni anno.

Una dilatazione progressiva

Con il termine aneurisma si intende la dilatazione progressiva di un segmento di arteria a causa di un’alterazione della sua parete arteriosa.

In condizioni normali le pareti delle arterie sono costituite perlopiù da tessuto elastico, che consente loro di espandersi o di restringersi a ogni battito (cardiaco). Questa elasticità consente anche un loro costrizione o dilatazione in molteplici situazioni, come nel caso di incremento o diminuzione della temperatura esterna.

In persone con plurimi fattori di rischio cardiovascolare possono comparire alterazioni della componente elastica, in particolare una sua riduzione, che rendono la parete arteriosa più rigida per la presenza di fibrosi. Tale evento può portare a un progressivo incremento del diametro del vaso sino alla comparsa dell’aneurisma, rendendo il vaso maggiormente suscettibile alla rottura.

Nella comparsa di aneurismi delle arterie possono essere coinvolti altri meccanismi, come alterazioni di una componente strutturale della parete del vaso (il collagene) geneticamente determinata, come avviene nel caso della Sindrome di Marfan o altre malattie del connettivo che molto spesso riguardano pazienti giovani.
Un aneurisma, tuttavia, può andare incontro non solo a rottura: la trombosi parietale che generalmente si osserva negli aneurismi può determinare sia occlusione del vaso sia emobolizzazione periferica. Infatti, da essa possono distaccarsi frammenti che nella maggior parte dei casi occludono i piccoli vasi degli arti inferiori, come nel caso della sindrome delle dita blu, nelle quali le dita dei piedi assumono un aspetto bluastro e diventano particolarmente dolenti.

La dilatazione aneurismatica coinvolge, più frequentemente, il tratto sottorenale dell’aorta addominale cioè quel segmento di aorta che decorre in addome, al di sotto del diaframma.

Da che cosa dipende

Le cause della dilatazione di un’arteria non sono a oggi completamente chiare. È ben noto tuttavia come l’arteriosclerosi giochi un ruolo estremante rilevante nell’insorgenza della malattia.

Ecco perché i fattori di rischio sono gli stessi per entrambe le malattie: livelli troppo elevati di colesterolo Ldl, ipertensione arteriosa, diabete, fumo, dieta troppo ricca di grassi e carboidrati, obesità e sovrappeso.

È doveroso sottolineare come il fumo e l’ipertensione arteriosa siano estremamente rilevanti; infatti, anche la presenza di uno solo fra questi due fattori di rischio può favorire la degenerazione della parete dei vasi responsabile della malattia aneurismatica.

L’età gioca un ruolo importante: le arterie, infatti, nel tempo vanno incontro a una progressiva alterazione, che può favorire la comparsa di un aumento permanente del loro lume. Pertanto, sono più a rischio di malattia gli individui che hanno superato i 50 anni.

Come abbiamo visto, anche alcune malattie degenerative della parete aortica, come la sindrome di Marfan, quella di Ehler-Danlos e altre malattie del connettivo, possono essere responsabili dell’insorgenza di un aneurisma.

La famigliarità agisce da elemento predisponente.

Come si manifesta

L’aneurisma non causa quasi mai sintomi. Nella maggior parte dei casi, il tratto di arteria malato si espande progressivamente in maniera silenziosa, fino a quando viene scoperto per caso, durante accertamenti eseguiti per altri motivi (come un’ecografia alla prostata o addominale), oppure si rompe. Talvolta, può anche non venire mai scoperto.

Solo in una minoranza di persone compaiono manifestazioni caratteristiche. Innanzitutto, la presenza di un dolore costante all’addome o alla schiena, che non si modifica nemmeno variando posizione, per esempio iniziando a muoversi se si è fermi o, al contrario, mettendosi a risposo se ci si sta muovendo.

Se il dolore peggiora e si irradia a inguine, glutei o gambe è probabile che la dilatazione sia aumentata, si stia fissurando e stia per avvenire la rottura. In queste situazioni bisogna recarsi immediatamente in ospedale.
Altri due sintomi da non sottovalutare sono pulsazione abnorme in corrispondenza del centro dell’addome (il riscontro di una massa addominale pulsante depone generalmente per la presenza di un aneurisma) e la comparsa di ipotensione.

Le cure

Se la dilatazione è contenuta, il medico può decidere di non intervenire, ma semplicemente di effettuare controlli regolari. Questo tuttavia impone, qualora necessario, una drastica modificazione dello stile di vita: la persona deve smettere di fumare, seguire una dieta più bilanciata che aiuti a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo, incrementare l’attività sportiva.
Il medico potrebbe anche prescrivere delle cure farmacologiche, quali i farmaci antiaggreganti come l’acido acetilsalicilico, o terapie specifiche per esempio contro il diabete, l’ipertensione e l’ipercolesterolemia.

Quando, invece, la dilatazione dell’arteria ha raggiunto dimensioni notevoli o presenta caratteristiche che la rendano instabile o ad alto rischio di rottura o trombosi, in genere, si procede con un intervento chirurgico. Oggi si hanno a disposizione due alternative:

– l’operazione classica, nella quale si incide in corrispondenza dell’arteria ammalata e si sostituisce il tratto di vaso alterato con una protesi biocompatibile;
– la tecnica percutanea mininvasiva, nella quale si procede per via endovascolare: attraverso una grossa arteria, per esempio del braccio o della gamba (tipicamente l’arteria femorale all’inguine), si inserisce una endoprotesi autoespansibile, che viene poi condotta e posizionata in corrispondenza della dilatazione, proteggendo in questo modo le pareti dell’arteria con aneurisma dalla pressione del flusso sanguigno.

Questi interventi possono essere eseguiti anche come cura d’emergenza in caso di rottura dell’aneurisma, ovviamente con rischi operatori più elevati.

Le regole di prevenzione

Per prevenire l’aneurisma è importante prevenirne la sua causa principale: l’aterosclerosi. Ecco perché, se necessario, bisogna modificare le proprie abitudini di vita, come suggerito dagli esperti per prevenire l’aterosclerosi.

È essenziale anche che tutte le persone con più di 50 anni e quelle che presentano uno o più fattori di rischio, quali aterosclerosi, familiarità per aneurisma, ipertensione e fumo, si sottopongano periodicamente a ecocolordoppler dell’aorta addominale, ecocardiogramma, radiografia del torace ed ecocolordoppler delle arterie degli arti inferiori: questi semplici esami, infatti, permettono di diagnosticare eventuali dilatazioni prima che sopraggiungano pericolose complicazioni o rotture.