11/09/2020

Il raffreddore

È la malattia più comune a carico del naso e fra i disturbi più diffusi in assoluto. Del resto, basta davvero molto poco per contrarre un raffreddore: un colpo di freddo, un abbigliamento non adeguato, uno sforzo eccesivo con conseguente iperproduzione di sudore. Ecco di che cosa si tratta esattamente.

Le cause

Il raffreddore, chiamato anche rinite, è un’affezione delle prime vie aeree, in particolare delle cavità nasali e del nasofaringe, un grosso canale a forma di imbuto posto in continuità con le cavità nasali.

Ha quasi sempre un’origine virale: può essere provocato da cinque famiglie diverse di virus. Nel 30-40% dei casi, comunque, i responsabili sono i Rhinovirus, di cui esistono circa 200 varietà distinte.

Tutti questi virus amano il freddo. Ecco perché trovano un habitat ideale nelle vie aeree superiori, e in particolare nelle mucose del naso, a contatto diretto con l’aria esterna. Negli ambienti caratterizzati da temperature leggermente più basse di quella corporea si replicano più facilmente.
Fra l’altro, alcuni studi hanno dimostrato che il freddo sembra in grado di ridurre l’immunità contro i Rhinovirus.

La rinite allergica

Esiste però anche un’altra forma di raffreddore, che non dipende da un’infezione virale. Nelle persone predisposte, infatti, la rinite può essere anche di tipo allergico, causata cioè da allergeni (sostanze normalmente innocue che vengono percepite come pericolose scatenando la reazione del sistema immunitario) come pollini, acari della polvere, muffe e altro.

Come si trasmette

I virus responsabili del raffreddore si diffondono soprattutto per via aerea, attraverso le minuscole particelle emesse quando si starnutisce, si tossisce o si parla.

La trasmissione può essere indiretta: ci si può ammalare anche toccando gli oggetti manipolati da una persona infetta e poi portandosi le mani agli occhi, al naso o alla bocca. I virus, infatti, possono sopravvivere sugli oggetti fino a circa tre ore.

I giorni più a rischio da questo punto di vista sono quelli iniziali: il raffreddore raggiunge la massima contagiosità nei primi tre giorni della malattia, quando la concentrazione del virus nelle secrezioni nasali è più alta.

I sintomi

Generalmente il raffreddore dura all’incirca una settimana. Durante questo arco di tempo, segue una parabola ascendente. Ecco perché gli esperti distinguono tre fasi.

1.      Durante la prima, i sintomi sono lievi e il raffreddore non si associa a particolari fastidi. La persona, di solito, avverte solo un malessere generale, accompagnato da pochi starnuti e un prurito e/o pizzicore al naso.

2.      A distanza di poche ore, comincia la fase conclamata: gli starnuti diventano frequenti, compare una sensazione di bruciore agli occhi che diventano lucidi, il naso si arrossa e si “tappa”. La rinorrea si fa sempre più abbondante: se inizialmente è sierosa, chiara, acquosa, poi diventa mucosa, bianca e densa. Possono subentrare anche tosse e febbre.

3.      Infine, si passa allo stadio finale, caratterizzato dalla presenza di muco ancora più denso e giallastro, catarro in gola e sensazione di orecchie tappate.

Specialmente durante i primi giorni, il raffreddore può provocare anche problematiche meno specifiche, come stanchezza, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno.

Alcune persone possono andare incontro ad anosmia, ossia una perdita temporanea dell’olfatto. Il muco in eccesso e l’infiammazione della mucosa, infatti, possono ostacolare il lavoro dei recettori olfattivi, impedendo loro di captare gli odori. Inoltre, i virus responsabili del raffreddore possono danneggiare momentaneamente le cellule olfattive o le strutture nervose deputate a sentire gli odori.

Le cure

In genere, il raffreddore si risolve spontaneamente nell’arco di una settimana.

Se i disturbi sono molto intensi e la persona si sente particolarmente fuori forma, il medico può consigliare una cura sintomatica, per alleviare le manifestazioni. Per esempio, si può ricorrere ai decongestionanti spray a base di vasocostrittori, sostanze che riducono l’irrorazione della mucosa del naso. Danno sollievo immediato, ma vanno usati con cautela perché provocano effetti collaterali, come tachicardia, ipertensione, senso di irrequietezza e assuefazione.
Nei casi più complessi può essere utile stare a riposo per recuperare le energie.
Gli antibiotici sono inutili, in quanto del tutto inefficaci contro i virus. Possono però essere prescritti nel caso il medico abbia diagnosticato una sovrainfezione batterica.