11/09/2020

I problemi di denti e gengive

Fra le malattie e problematiche che riguardano la bocca, ovviamente, non si possono dimenticare quelle a carico di due delle sue strutture principali: i denti e le gengive. Dalla carie alla parodontite, ecco le più comuni.

La carie

È il problema più diffuso a carico dei denti, a tutte le età: anche i bambini di pochi anni e le persone mature, infatti, possono esserne colpiti.

La carie è un processo infettivo dei tessuti duri del dente causato dallo Streptococco mutans, un batterio sempre presente nel cavo orale. Quando, però, i residui di zuccheri semplici (contenuti in dolciumi, caramelle, bevande gassate) non vengono eliminati dalle superfici dentarie con la normale pulizia quotidiana, creano un ambiente acido che, a lungo andare, indebolisce lo smalto dei denti. Di conseguenza, quest’ultimo può essere aggredito facilmente dallo Streptococco mutans, che causa piccoli fori, ossia la carie.

Un’igiene orale poco accurata favorisce l’accumulo della placca batterica, sia sui denti sia a livello delle strutture del parodonto (tutto ciò che sta attorno all’elemento dentario e lo supporta). Di conseguenza, qui si crea un ambiente privo di ossigeno, l’ideale per lo sviluppo dei batteri “cattivi”, che iniziano così a colonizzare la zona, causando problemi alle gengive.

Le cause

Oltre alla cattiva igiene orale, alla base di questo problema possono esserci una predisposizione familiare e la scarsa resistenza dello smalto agli attacchi degli agenti che favoriscono la comparsa della carie (questa resistenza varia da persona a persona).

I sintomi

Inizialmente, la carie non dà sintomi perché lo smalto è privo di sensibilità. Se, invece, viene intaccata la dentina (il secondo strato) si inizia ad avvertire fastidio e dolore, specie in seguito a variazioni di temperatura (caldo e freddo) o masticando cibi dolci.

Se non si interviene, la carie si diffonde fino alla polpa, la parte più interna che nutre il dente stesso. Così si verifica uno stato infiammatorio, che può causare un ascesso, spesso purulento.

Le cure

In caso di carie è indispensabile ricorrere alle terapie di un dentista il prima possibile; in genere basta un’otturazione se si interviene tempestivamente.

Se il danno raggiunge la polpa, si ha un dolore persistente (spesso più forte di notte, poiché, stando sdraiati, il sangue affluisce più facilmente alla parte malata), il dente è profondamente danneggiato ed è necessaria la devitalizzazione dell’elemento.

L’ascesso

Si tratta di una raccolta di materiale purulento, che va dalla base delle gengive fino alla radice dei denti.

Le cause

Solitamente, è causato da infezioni batteriche che si propagano nei tessuti dentali come conseguenza di fattori come la scheggiatura di un dente, una carie che si è sviluppata molto in profondità o non è stata curata, un trauma, un’infiammazione.

I sintomi

Il sintomo più caratteristico dell’ascesso dentale è rappresentato da un dolore persistente e in genere pulsante. È associato quasi sempre a infiammazione locale.

La persona accusa spesso gonfiore gengivale, alitosi, ipersensibilità dentinale e può avere anche difficoltà di masticazione e sensazione di sapore amaro in bocca. Possono inoltre comparire febbre e ingrossamento dei linfonodi del collo.

Le cure

Solitamente, per risolvere la situazione è necessario incidere l’ascesso per drenare il pus (solitamente in anestesia locale) e prescrivere una cura antibiotica sistemica (per bocca o per via endovenosa). Lo specialista può prescrivere anche farmaci antidolorifici per alleviare il dolore.

Il granuloma

Il granuloma è un’infiammazione cronica che colpisce l’apice della radice del dente, la parte opposta alla corona, che è saldamente impiantata nella gengiva.

Le cause

In genere all’origine c’è la necrosi, cioè la morte, della polpa dentale, la parte molle che sta all’interno del dente: la sua decomposizione, infatti, dà origine a tossine che fuoriescono dai canali dentali e causano l’infiammazione.
A sua volta, la necrosi può avere diverse cause: una carie molto consistente, che intacca anche le parti più profonde del dente, un’otturazione o una devitalizzazione non perfette, un trauma, una cattiva occlusione dentale.

I sintomi

In genere questo problema si sviluppa in modo del tutto silente, cioè senza provocare dolore. Questa situazione si può protrarre anche per diversi anni, senza che la persona avverta alcun fastidio.
Dopo qualche tempo, però, l’infiammazione diventa acuta e compare dolore, che in alcune persone può essere sopportabile, mentre in altre è lancinante.

Spesso, inoltre, la gengiva intorno al dente dolorante diventa gonfia ed emette un po’ di materiale purulento. Il pus è formato da batteri, tossine e globuli bianchi.

Le cure

Nella maggior parte dei casi, la cura del granuloma consiste in un intervento di pulizia totale dei canali del dente, cioè in una devitalizzazione.
A seguito di questo intervento il tessuto infiammato diminuisce, fino a scomparire. In altri casi, fortunatamente più rari, il granuloma deve essere trattato chirurgicamente.

La gengivite e la parodontite

La gengivite è l’infiammazione reversibile del solo tessuto gengivale. Si tratta del primo stadio della parodontite: nelle persone non suscettibili rimane confinata alle gengive, mentre in quelle predisposte l’infiammazione diventa infezione e si estende progressivamente al resto del parodonto, l’insieme delle strutture preposte a sostegno dei denti.

Le cause

Alla base della parodontite c’è sempre una cattiva igiene orale. Se i denti non vengono puliti nel modo corretto, infatti, accumulano placca batterica, che va ad alterare la flora batterica orale.
Di conseguenza, i batteri patogeni finiscono con il prendere il sopravvento e aggredire le strutture del parodonto, generando problematiche come lesioni orali, sanguinamenti, instabilità o addirittura perdita dei denti.
Se non si spazzolano correttamente i denti, su di essi si accumula la placca, una biopellicola formata da residui alimentari e da batteri tenacemente adesi tra di loro e alle superfici dentali. Se la placca non viene eliminata costantemente, calcifica (poiché la saliva è ricca di sali di calcio) e diventa tartaro: un materiale molto duro che non si rimuove con il semplice spazzolamento.
Il tartaro crea sui denti una superficie ruvida e rugosa sulla quale si continua a stratificare, con grande facilità, altro sporco.

I fattori di rischio

Sono diversi i fattori di rischio che aumentano le probabilità di soffrire di parodontite:
– predisposizione genetica: è una malattia familiare, caratterizzata da un discreto grado di ereditarietà;
– fumo: nei pazienti fortemente fumatori, se quest’abitudine non si riduce drasticamente, è più difficile ottenere una guarigione stabile;
– squilibri ormonali (come quelli tipici della gravidanza e della menopausa): contribuiscono a destabilizzare l’assetto generale dell’organismo;
– stress: rende più vulnerabili all’aggressione da parte dei microrganismi patogeni;
– farmaci (come contraccettivi orali o calcio-antagonisti): possono influire negativamente sulla salute orale.

I sintomi

In molti casi, la parodontite evolve in maniera silenziosa, dando segni importanti solo quando è a uno stadio avanzato. Per questo, è importante imparare a riconoscere anche le più piccole alterazioni.
Il primo campanello di allarme è rappresentato dal sanguinamento gengivale, specialmente durante la pulizia dei denti e il consumo di cibi duri, associato a gonfiore e arrossamento.
Un altro sintomo della malattia è l’alitosi persistente, ossia l’alito cattivo. Si tratta della diretta conseguenza dell’accumulo di residui alimentari, batteri e placca.
Dovrebbero spingere a rivolgersi a un esperto anche un allungamento dei denti, dovuto alla recessione e retrazione delle gengive, e un cambiamento nella loro posizione nel corso degli anni.

Se non viene curata nelle fasi iniziali, la parodontite evolve in profondità: la gengiva si allontana dal dente, creando tasche in cui si accumulano i batteri; il collegamento fra dente e gengiva viene distrutto; l’osso viene riassorbito. I denti, di conseguenza, diventano mobili. Negli stadi più avanzati, la malattia causa la perdita degli elementi dentari.
Ma una parodontite trascurata non causa conseguenze solo a livello della bocca. Recentemente è stato dimostrato che esiste una relazione fra le malattie delle gengive e le malattie croniche sistemiche più diffuse, quali le malattie cardio-vascolari, il diabete, l’obesità e l’artrite reumatoide.

Le cure

Oggi, i medici hanno a disposizione diversi trattamenti per curare la parodontite. A seconda della situazione e della propria esperienza, possono ricorrere a:

– una terapia antibiotica;

– l’igiene dentale professionale per rimuovere placca e tartaro sopragengivali;

– le levigature molto meticolose delle radici fatte col microscopio operatorio;

– la terapia fotodinamica con il laser, che da un lato distrugge i microrganismi nocivi, dall’altro biostimola i tessuti circostanti, portandoli a una naturale ricrescita;

– interventi chirurgici, come il lembo parodontale, che è volto all’eliminazione del tartaro subgengivale,

– la pulizia chirurgica delle tasche gengivali, interventi più complessi per ricostruire la gengiva danneggiata, l’osso o il legamento parodontale.

Consigli utili

Per ridurre il rischio di sviluppare problemi a carico di denti e gengive è importante:

– sottoporsi a controlli regolari dal dentista una-due volte all’anno, e a sedute di igiene orale professionale almeno due/tre volte all’anno;

– non sottovalutare importanti segni: gengive che sanguinano durante lo spazzolamento o spontaneamente, mobilità aumentata dei denti, alitosi, denti scoperti e più radi tra di loro in conseguenza di gengive che si ritirano, sensibilità al caldo e al freddo;

– curare l’igiene orale domiciliare. L’uso di spazzolino e dentifricio tre volte al giorno non basta: con l’aiuto dell’igienista dentale, occorre imparare a utilizzare correttamente, in maniera personalizzata, i presidi di cui ogni bocca necessita (filo interdentale, scovolini, idropulsori eccetera).