24/09/2020

La bronchite cronica

La bronchite cronica è molto diversa dalle altre malattie croniche che interessano i bronchi, cioè l’enfisema e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) (LINK A ENFISEMA E BRONCOPNEUMOPATIA), tuttavia i sintomi che la caratterizzano sono spesso simili a quelli degli altri due disturbi, anche nel caso in cui non fossero tutti e tre presenti insieme, come di fatto può accadere.

I SINTOMI

La bronchite cronica è caratterizzata da un’alterazione importante dei bronchi che in sua presenza si trovano in uno stato di infiammazione continuo.

I sintomi della bronchite cronica “semplice”, cioè non associata a enfisema o a Bpco, sono rappresentati dalla presenza di tosse con produzione di muco, per almeno tre mesi (anche non consecutivi) in un anno, per almeno due anni di seguito.

Può accadere che il muco contenga pus: in questo caso si parla di bronchite cronica mucopurulenta, in cui i sintomi sono pressoché identici a quelli della bronchite cronica semplice, se si esclude appunto il tipo di catarro.

Inizialmente la tosse compare solo nei periodi invernali, ma con il passare degli anni diventa sempre più frequente e tende  a manifestarsi anche in altri periodi dell’anno.  La tosse che caratterizza la bronchite cronica, oltre a costituire una fonte di disagio fisico, interferisce sulla qualità della vita sociale, in quanto gli accessi sono spesso fonte di imbarazzo.

LE CAUSE

Il principale responsabile della bronchite cronica semplice è il fumo di sigaretta. Dai vari studi condotti al riguardo è emerso infatti che le sigarette danneggiano la motilità delle ciglia bronchiali (che, muovendosi, tengono i bronchi puliti) e compromettono le ghiandole che producono il muco, alterando la struttura e la funzionalità dei bronchi.

Nei giovani fumatori si osserva un difetto meccanico a livello dei bronchi (cioè lavorano in maniera difettosa), che è però reversibile, cioè in genere scompare in chi smette completamente.
L’inquinamento atmosferico è un altro fattore favorente: si è osservato, infatti, che chi vive in zone dove sono attive numerose industrie è più a rischio sia di sviluppare la bronchite cronica sia di andare incontro a continue riacutizzazioni della malattia (accessi di tosse più numerosi anche associati a respirazione faticosa). 

Un altro importante fattore di rischio è l’esposizione per ragioni professionali a polveri o a gas nocivi per le vie aeree.

Esiste poi una predisposizione familiare a sviluppare la malattia, anche se non è ancora chiaro se dipenda dalla genetica o solo dallo stile di vita condiviso: i figli dei fumatori, che vengono esposti al fumo passivo, sono più spesso colpiti da malattie delle vie aeree, ma forse solo perché sono costretti a respirare un’aria inquinata.

LE CONSEGUENZE

La bronchite cronica  mantiene i bronchi in uno stato di continua infiammazione che li rende particolarmente vulnerabili nei confronti dell’aggressione dei virus e dei batteri che li possono raggiungere dall’esterno, per esempio durante le epidemie di influenza.

Favorisce inoltre la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) e l’enfisema.

Nelle donne, gli accessi di tosse indeboliscono il perineo, cioè la fascia muscolare che sostiene i visceri contenuti nell’addome, tra cui la vescica, predisponendo alla comparsa dell’incontinenza urinaria da sforzo (Ius), caratterizzata da perdite involontarie di urina in particolari circostanze (correndo, ridendo, tossendo, a volte salendo le scale).

LA DIAGNOSI

Spesso la diagnosi di bronchite cronica semplice viene posta dal medico solo valutando il tipo di tosse e i sintomi riferiti dalla persona.

Vale ancora come strumento diagnostico la percussione del torace (martellare con le dita) che, se c’è bronchite cronica, determina un suono risonante, così come si utilizza l’auscultazione con il fonendoscopio, che può rilevare sibili, ronchi (rumori sordi e profondi) e talvolta crepitii.

Possono inoltre essere prescritte altre indagini, volte a valutare la gravità del danno a carico dei bronchi e a escludere un eventuale coinvolgimento dei polmoni. Tra gli esami che possono essere suggeriti c’è la radiografia del torace, la Tc (tomografia computerizzata) o Tac, che serve a valutare in modo approfondito le condizioni non solo dei bronchi ma anche dei polmoni, e la spirometria, utile per avere indicazioni sulla funzionalità respiratoria.

LE CURE

Prima di tutto è necessario smettere di fumare ed evitare anche l’esposizione al fumo passivo. L’addio alle sigarette rallenta sensibilmente la progressione della bronchite cronica e, in generale, riduce la frequenza e l’intensità della tosse.

A tutte le persone con bronchite cronica viene inoltre vivamente raccomandato il vaccino antiinfluenzale, perché contrarre l’influenza può peggiorare notevolmente i sintomi.

All’occorrenza, il medico può prescrivere farmaci broncodilatatori, nel caso in cui inizino difficoltà respiratorie dovute a un restringimento dei bronchi.

Un’attività fisica moderata ed esercizi respiratori che consistono semplicemente nell’allenarsi a respirare espandendo il più possibile il torace (inspirazioni ed espirazioni ampie e profonde) possono rivelarsi di beneficio.

È consigliabile inoltre bere molto, perché l’assunzione di liquidi favorisce la fluidificazione del muco bronchiale e, quindi, lo rende più facile da espellere.

LA BRONCHITE CRONICA ASMATICA

Può accadere che la bronchite cronica si associ all’ostruzione dei bronchi: in questo caso a volte si utilizza la definizione di “bronchite cronica asmatica”.

Poiché questa forma migliora con i farmaci broncodilatatori e presenta, come nell’asma, iperreattività bronchiale, spesso anche per gli specialisti risulta difficile distinguerla nettamente  dall’asma.

La differenza può consistere nel fatto che nella bronchite asmatica tosse e muco compaiono molto prima (mesi o addirittura uno o più anni) prima della difficoltà a respirare, mentre in caso di asma prima compaiono il respiro affannoso e la difficoltà a svuotare dell’aria i polmoni e successivamente la tosse cronica accompagnata da catarro.