14/09/2020

L’autopalpazione

Oltre ad adottare uno stile di vita più sano, c’è un’altra cosa che le donne possono fare per diminuire il rischio di ammalarsi: imparare a conoscere il proprio seno, guardandolo, toccandolo e sottoporlo ogni mese a un facile test: l’autopalpazione. Alcune donne la considerano poco importante, altre non la conoscono affatto, altre ancora la temono: il risultato è che statisticamente, moltissime donne non la eseguono. Purtroppo è un comportamento sbagliato.

Imparare a conoscere il proprio seno in condizioni normali e notare le sue eventuali variazioni è fondamentale. Infatti, questo esame così semplice e “fai da te” può consentire di riconoscere precocemente il tumore al seno e di curarlo con successo.
È fondamentale, però, non farlo con ansia: l’ideale è osservarsi e palparsi fin dalla giovane età, in diverse situazioni, così da capire com’è fatto il proprio seno e da notare eventuali alterazioni e presenze estranee. Sono i cambiamenti che devono far nascere il sospetto.
Non si deve vivere l’autopalpazione come un test per la ricerca del cancro, altrimenti sarà più dannoso che benefico, ma come modo per prendersi cura di sé. Se si conosce il proprio seno, l’autoesame si trasforma in una piacevole abitudine.

A che cosa fare attenzione

Molte donne si concentrano solo sulla ricerca di un eventuale nodulo sospetto. In realtà, nel corso di questa manovra possono essere notati altri segnali che devono spingere a consultare un medico, come:

– retrazioni o cambiamenti della pelle,

– perdite di liquido dai capezzoli,

– cambiamenti di forma della mammella o del capezzolo,

– gonfiore.

Si inizia con l’osservazione

Prima di eseguire la palpazione vera e propria, è bene osservare attentamente il proprio seno per scoprire eventuali alterazioni visibili a occhio nudo. Ecco come fare.

– Porsi davanti a uno specchio, in un ambiente ben illuminato, con le braccia alzate e piegate e le mani dietro la testa.
– Da questa posizione osservare ogni eventuale mutamento del colore della pelle, valutare, inoltre, se esistono screpolature del capezzolo, fossette di retrazione della cute simili alle fossette che si formano sulle guance quando si sorride. 
– Osservare, infine, se le due mammelle sono simmetriche (è normale, comunque, che una mammella sia più piccola dell’altra, quindi, ci si deve concentrare su eventuali variazioni insorte, cioè non presenti prima) e se i capezzoli hanno una forma regolare oppure se uno dei due è rientrante (e non lo era mai stato in precedenza).
– Ripetere i controlli in ciascuna delle seguenti posizioni: braccia lungo il corpo, braccia sopra la testa, mani premute con forza sui fianchi, per contrarre i muscoli pettorali, mani sui fianchi e busto leggermente piegato in avanti, e profilo di fianco.

– In caso di alterazioni anche lievi, rivolgersi allo specialista.

Poi l’ispezione manuale

A questo punto, occorre eseguire la palpazione vera e propria. Bisogna procedere in questo modo.
– Mettersi in posizione eretta e piegare il braccio destro dietro la nuca.
– Con i polpastrelli della mano sinistra palpare la mammella destra.
– Esercitare un massaggio in senso circolare, prima con una pressione superficiale, poi di media intensità, quindi più profonda.

– Si deve iniziare dall’ascella, continuando con ampi movimenti a spirale attorno alla curva del seno, verso l’interno e l’esterno del capezzolo.
– Esaminare con attenzione tutta la parte che va dall’ascella allo sterno e sotto il capezzolo e dalla clavicola al punto più basso del seno.
– Cercare di avvertire al tatto ingrossamenti, noduli o altre alterazioni.
– Ripetere la stessa operazione con l’altra mano sull’altro seno.

La fase da sdraiate

La palpazione da posizione sdraiata, a schiena in giù, costituisce un’altra fase della procedura.
– Sistemare un cuscino o un asciugamano sotto la spalla destra, in modo da distendere bene i tessuti della mammella.
– Porre la mano destra sotto la testa e usare la sinistra per esaminare il seno destro, come è stato fatto in posizione verticale, eseguendo una serie di movimenti circolari con le dita a tre diversi livelli di pressione: leggera, media e intensa.
– Analizzare l’intera area del seno e della zona sotto ascellare, ripetendo le manovre descritte sopra.
– Ripetere le stesse operazioni con l’altra mammella.

Il controllo finale con il “pizzicotto”

Alla fine dell’autopalpazione è bene premere delicatamente i capezzoli per verificare se c’è fuoriuscita di secrezione, valutandone eventualmente colore e quantità.

Circa un terzo dei tumori mammari, infatti, si sviluppa posteriormente al complesso areola-capezzolo. Per questo, oltre all’esame visivo e alla palpazione, è importante stringere il capezzolo fra le dita delicatamente.
Una lieve secrezione giallognola o lattescente è da considerarsi fisiologica (normale) mentre va segnalata al medico la fuoriuscita di liquido ematico (rossastro) o di secrezione acquosa (sierosa).

Se la secrezione si verifica senza dover ricorrere alla spremitura, o se si notano macchiettine sul reggiseno, è bene far presente la cosa al medico.

Da eseguire a intervalli regolari

L’autopalpazione del seno dovrebbe diventare un’abitudine, da ripetere periodicamente ogni uno-due mesi a partire dalla giovane età (20 anni circa).
Il momento migliore per effettuarla è normalmente tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo. Rispettare questi tempi è importante perché la struttura del seno si modifica in base ai cambiamenti ormonali mensili, e si potrebbero di conseguenza creare, in alcuni casi, confusioni o falsi allarmi.

Anche nel caso delle donne in gravidanza e in quelle in menopausa è importante eseguire l’autopalpazione a intervalli regolari. In questi casi può essere eseguita in qualunque momento del mese.

È bene dedicare alla procedura un tempo sufficiente (uno stacco di circa 30 minuti per se stesse) effettuandola in una stanza tranquilla e a una temperatura confortevole, magari con un sottofondo di musica.

Da sapere

1.     Per eseguire l’autopalpazione è necessario utilizzare i polpastrelli della mano. Non si devono sollevare le dita durante le manovre, ma occorre farle scivolare sulla pelle di tutto il seno: in questo modo si è sicure di non “saltare” alcuna area.

2.     Per facilitare lo scivolamento delle dita, è utile eseguire l’autopalpazione sotto la doccia, mentre si stende il sapone, o mentre si applica la crema. In questo modo, la manovra è più efficace.

3.     La pressione deve essere diversificata, variando di intensità.

4.     Un autoesame corretto prevede anche un’ispezione visiva allo specchio, per cogliere differenze nel seno.

5.     Talvolta, specialmente nelle donne giovani, la struttura del seno si presenta particolarmente densa e difficile da valutare correttamente con l’autoesame.