09/03/2021

Cistite: stop al fai-da-te

Lucia Fino
A cura di Lucia Fino
Pubblicato il 09/03/2021 Aggiornato il 09/03/2021

Riguarda moltissime donne e può essere causata da fattori diversi. Per questo servono terapie su misura

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Ne soffre, con episodi più o meno frequenti, il 40% delle donne, eppure è un problema sottovalutato e spesso anche mal curato con un discutibile fai-da- te e antibiotici ”autoprescritti”. La cistite è invece un disturbo complesso da risolvere con cure mirate, che non agiscano, in modo superficiale, soltanto sui sintomi ma sulle cause.

Tante cause, tante forme

Anche le cause non si limitano alla classica infezione batterica.  Accanto alla cistite acuta, da batteri, ci sono, infatti, i processi infiammatori cronici della vescica che si possono paragonare alla colite o alla gastrite, le cistiti abatteriche. Ci sono poi le “false cistiti”, in cui vengono trattati come cistiti altri disturbi fra cui la vulvodinia o le contratture del pavimento pelvico. Infine c’è la cistite post-coitale che si presenta dopo un rapporto sessuale, dovuta a microtraumi e lesioni che possono poi infettarsi.

Proprio perché i fattori scatenanti sono tanti, e così differenti, l’autocura con la bustina di antibiotico è molto pericolosa. Il disturbo si ripresenta dopo pochissimo e si possono sviluppare ceppi di germi antibiotico-resistenti particolarmente tenaci.

La parola allo specialista (giusto)

Una cura risolutiva passa allora dalla visita giusta. Ma chi è davvero lo specialista che può aiutarci quando la cistite si fa sentire? Moltissime donne chiedono consiglio solo al medico di base, altre si rivolgono al loro ginecologo. In realtà quello della cistite è un ”terreno di confine” in cui sono coinvolti più specialisti, il ginecologo certo ma non solo: quello a cui rivolgersi sarebbe l’urologo, il più competente nel campo dell’apparato urinario, della vescica e dei reni. Lo sbaglio che si fa comunemente è pensare che si tratti di un medico che si occupa di problemi solo ”maschili”: non è così… Per trattare la cistite nel modo corretto è bene fare un’urinocoltura con antibiogramma (per rilevare la presenza di batteri), un esame delle urine e quindi una visita urologica.

L’articolo completo è sul numero di Silhouette donna di marzo, ora in edicola.