Antibiotico-resistenza: perché riguarda tutti noi
Occorre una riflessione sulle conseguenze che l’assunzione eccessiva di questi farmaci può avere sulla vita quotidiana
Hanno rivoluzionato la medicina, salvando milioni di vite e rendendo gestibili infezioni un tempo potenzialmente mortali. Ma proprio la fiducia smisurata in questi farmaci ha portato a un abuso.
L’antibiotico-resistenza rappresenta oggi una delle più grandi e sottovalutate minacce alla salute pubblica globale.
«Non è altro che la capacità sviluppata dai batteri di sopravvivere a farmaci progettati per ucciderli, un fenomeno parte dell’evoluzione naturale dei batteri che diventa preoccupante per la velocità con cui questa resistenza sta aumentando, un ritmo molto più rapido rispetto alla scoperta di nuovi antibiotici» precisa la dottoressa Laura Mazzotta, specializzata in Igiene e Medicina Preventiva, Nutrizione clinica presso il Poliambulatorio Aesthe Medica di Ferrara.
Perché succede
«Perché gli antibiotici sono stati utilizzati troppo e, soprattutto, male. Prescrizioni eccessive, terapie incomplete, uso improprio in ambito veterinario e agricolo, automedicazione: tutto questo ha creato pressione selettiva sui batteri, favorendo la sopravvivenza dei ceppi più resistenti» spiega l’esperta. «Questo vuol dire che oggi ci troviamo ad affrontare infezioni che un tempo si curavano facilmente e che ora richiedono terapie più lunghe, più invasive o, nei casi peggiori, prive di alternative efficaci». La preoccupazione non è teorica: secondo l’OMS, l’antibiotico-resistenza è già responsabile di centinaia di migliaia di morti ogni anno, e il numero è destinato a crescere.
Cosa possiamo fare
«La lotta all’antibiotico-resistenza non è un compito esclusivo di medici, ospedali e istituzioni: ogni persona può contribuire in modo significativo modificando alcune abitudini quotidiane» commenta Mazzotta. Tre comportamenti in particolare sono considerati fondamentali dai principali enti sanitari internazionali, perché rappresentano la base della prevenzione e dell’uso corretto degli antibiotici.
1) Assumere antibiotici solo quando prescritti da un medico, evitando completamente il fai da te. Questo significa non utilizzare farmaci avanzati da terapie precedenti, non accettare antibiotici consigliati da amici o familiari e non “pretenderli” durante la visita quando non sono necessari. Ogni antibiotico ha un bersaglio preciso e va usato solo per infezioni batteriche documentate o fortemente sospette.
2) Completare sempre il ciclo di terapia per tutti i giorni indicati, anche quando i sintomi scompaiono. L’interruzione precoce favorisce la sopravvivenza dei batteri più resistenti e può portare a ricadute più difficili da curare. Completare la terapia significa eliminare del tutto il batterio, riducendo il rischio di selezionare ceppi pericolosi.
3) Cercare il più possibile di prevenire le infezioni, perché meno ci si ammala, meno si ha bisogno di antibiotici. Lavare le mani frequentemente, vaccinarsi, mantenere un buon stile di vita, coprirsi quando si tossisce e arieggiare gli ambienti sono azioni semplici ma potentissime: riducono la circolazione di virus e batteri, proteggendo noi stessi ma anche chi ci sta accanto.
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