13/03/2022

AIRC: le ricercatrici in prima fila contro i tumori femminili

Alberta Mascherpa Pubblicato il 13/03/2022 Aggiornato il 13/03/2022

I numeri al femminile in Italia sono sempre importanti. Ecco perché è fondamentale sostenere la ricerca, impegnata a rendere il cancro sempre più curabile

Portrait of a young scientist using a microscope in a lab

182mila casi di tumori femminili nel 2021 fanno stimare che una donna su tre riceverà una diagnosi oncologica nella sua vita.

I numeri più elevati restano quelli del cancro al seno con 55mila casi, seguiti dai 20.200 del tumore al colon-retto, i 13.330 al polmone, i 9800 alla tiroide, gli 8300 all’utero.

Numeri significativi che vanno comunque confrontati con altri più rassicuranti: la sopravvivenza a 5 anni è arrivata al 65% dei casi mentre sono quasi due milioni le donne che hanno superato un cancro grazie ai progressi della ricerca e all’alto livello di assistenza oncologica.

La ricerca è vita

La ricerca rimane la chiave per battere questo insidioso nemico. Se nel mondo secondo i dati dell’Unesco Institute for Statistics meno del 30% dei ricercatori è donna, la percentuale in Italia sale al 34%. AIRC, primo polo privato di finanziamento indipendente sul cancro in Italia, ragiona invece al femminile. Sono ben 3500 infatti le ricercatrici AIRC impegnate a rendere il cancro sempre più curabile. Nel 2022 AIRC ha destinato oltre 43 milioni di euro a 394 borse di studio e progetti di ricerca guidati da una principal investigator. È donna il 62% degli oltre 5.000 ricercatori coinvolti in borse di studio e progetti sostenuti da AIRC. Tra loro c’è anche Gaia Giannone, oggi all’Istituto di Candiolo – Fondazione del Piemonte per l’Oncologia – IRCCS, che si occuperà di carcinoma ovarico presso l’Imperial College di Londra. Il suo progetto prevede analisi di ultima generazione sul carcinoma ovarico sieroso di alto grado, il più frequente e aggressivo fra i tumori dell’ovaio, per individuare le mutazioni che avvengono durante la progressione tumorale e lo sviluppo di resistenze, con lo scopo di personalizzare le terapie in ogni fase della malattia.

Le donne in prima fila

AIRC mette a disposizione diversi tipi di finanziamento per sostenere le ricercatrici e i ricercatori in tutte le fasi della loro carriera. Sostiene ad esempio lo sviluppo delle attività di IFOM, centro di ricerca ad alta tecnologia fondato nel 1998 con l’obiettivo di studiare la formazione e lo sviluppo dei tumori a livello molecolare e di trasferire le nuove conoscenze dal laboratorio al letto del paziente nel più breve tempo possibile. In IFOM lavorano 269 ricercatori, 150 dei quali sono donne. C’è persino un laboratorio speciale: il “laboratorio G”, dedicato alle ricercatrici in gravidanza, equipaggiato con strumenti che non mettono a rischio la salute del bambino e della mamma e le permettono di continuare a condurre la propria ricerca anche durante la gravidanza.