12/09/2021

Venezia 78: Leoni al femminile e che parlano italiano

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 12/09/2021 Aggiornato il 13/09/2021

La 78esima Mostra del Cinema di Venezia si è conclusa con il Leone d'oro a L'Événement di Audrey Diwan e il Leone d'argento a È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino

Venezia 78 - leone d'oro

Si è conclusa splendidamente la 78esima Mostra del Cinema di Venezia, con il trionfo della settima arte coniugata al femminile e con grandi soddisfazioni per i cineasti di casa nostra.

Il Leone d’oro è andato a L’Événement della regista francese Audrey Diwan (che arriverà nelle sale italiane ad ottobre con il titolo 12 settimane, distribuito da Europictures), un film tratto dal romanzo autobiografico di Annie Ernaux e che tratta un tema difficile e doloroso come l’aborto.

Invece il Leone d’argento – Gran premio della giuria è stato assegnato a È stata la mano di Dio  di Paolo Sorrentino, che è salito sul palco visibilmente commosso (essendo anche un film con una forte componente autobiografica) e ha toccato il cuore di tutti noi dicendo, durante il suo discorso: «Quando sono morti i miei genitori, al funerale, il preside mandò una delegazione di soli quattro compagni di scuola. Ci rimasi malissimo, ma stasera non importa, è venuta tutta la classe e siete voi».

Però le emozioni della cerimonia di chiusura, condotta dalla madrina Serena Rossi, non sono finite qui. Ecco tutti i vincitori di questa edizione della Mostra.

Gli altri vincitori di Venezia 78

Il concorso di Venezia 78 era pieno di bei film e immaginiamo che non sia stata impresa facile per la giuria (presieduta dal regista Bong Joon-ho e composta da Saverio Costanzo, Virginie Efira, Cynthia Erivo, Sarah Gadon, Alexander Nanau e Chloé Zhao) scegliere chi premiare.

Di certo non stupisce vedere Jane Campion ricevere il Leone d’argento per la miglior regia con The Power of the Dog.

Il Premio Osella per la migliore sceneggiatura è invece andato a Maggie Gyllenhaal per The Lost Daughter, la sua opera prima come regista. Invece il Premio speciale della giuria è stato assegnato a Il buco di Michelangelo Frammartino.

Sul fronte degli attori a trionfare sono stati Penélope Cruz, Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile per Madres paralelas di Pedro Almodovar e John Arcilla, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile per On the Job 2: The Missing 8 di Erik Matti.

E non dimentichiamo il Premio Marcello Mastroianni ad un attore o attrice emergente che è andato, meritatamente, a Filippo Scotti per È stata la mano di Dio (attenzione perché di questo ragazzo sentiremo molto parlare anche in futuro).

Orizzonti e altre sezioni

Non dimentichiamo poi l’altra sezione competitiva, ovvero Orizzonti che ha eletto come miglior film Piligrimai di Laurynas Bareiša. Invece il Premio speciale della giuria è andato a El gran movimiento di Kiro Russo.

Per la miglior regia è stato premiato Éric Gravel per À plein temps, film per il quale Laure Calamy (attrice nota anche per avere partecipato alla serie tv Chiami il mio agente!) ha vinto il premio per la migliore interpretazione femminile. Miglior interpretazione maschile è invece quella di Piseth Chhun per Bodeng sar.

E ancora: Péter Kerekes e Ivan Ostrochovský sono stati premiati per la miglior sceneggiatura per il film Cenzorka, invece Cristóbal León e Joaquín Cociña per il miglior cortometraggio con Los huesos.

A questi si aggiunge il premio degli spettatori Armani Beauty che ha visto trionfare Il cieco che non voleva vedere Titanic di Teemu Nikki.

Anche quest’anno è stato assegnato il Leone del futuro – Premio Venezia opera prima “Luigi De Laurentiis”: il titolo prescelto è Imaculat di Monica Stan e George Chiper-Lillemark, che si è anche aggiudicato il GdA Director’s Award, premio ufficiale delle Giornate degli Autori.

C’è poi il Gran Premio Settimana Internazionale della Critica andato a Zalava di Arsalan Amiri, che ha ricevuto anche il Premio Internazionale FIPRESCI.

Infine segnaliamo il Premio Leoncino d’Oro istituito da AGISCUOLA vinto da Freaks Out di Gabriele Mainetti.