05/09/2018

Venezia 75, è il momento di Natalie Portman con Vox Lux

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 05/09/2018 Aggiornato il 05/09/2018

Natalie Portman è una pop-star dark, tormentata e ambigua nel nuovo film di Brady Corbet. Una sfida per la diva americana che, dopo il Cigno Nero, torna a ballare, questa volta sulle musiche ipnotiche di Sia

VoxLux

A due anni dalla presentazione di Planetarium, Natalie Portman torna alla Mostra del Cinema. Stavolta è protagonista del film Vox Lux di Brady Corbet, in concorso a Venezia 75, che la vede negli inediti panni di una pop-star eccentrica e dall’animo dark. A firmare le musiche è Sia, mentre le coreografie sono a cura di Benjamin Millepied, marito della Portman, che conobbe nel 2009 proprio mentre le insegnava a ballare per il film Il cigno nero (anche quello presentato al Lido). Nel cast troviamo inoltre Jude Law, Stacy Marin e la giovanissima Raffey Cassidy. Voce narrativa, fuori campo, di Willem Dafoe.

La trama

La narrazione inizia nel 1999, quando la protagonista Celeste ha 14 anni. Un mattina si trova nella sua classe di musica quando, all’improvviso, un suo compagno arriva e inizia a sparare all’impazzata uccidendo buona parte dei suoi compagni e ferendo lei. Sopravvissuta per miracolo, scrive (insieme alla sorella Eleonor) una canzone per cercare di esprimere il suo stato d’animo, la paura che ha provato in quei momenti e il dolore per la perdita di così tante persone.
Durante una commemorazione delle vittime, decide di cantarla e, ripresa dalle telecamere, viene notata da un manager che decide di farle incidere il pezzo. Inizierà così la scalata al successo di Celeste, che la vedrà cambiare e perdere la sua innocenza.
C’è poi un salto temporale e ci si ritrova nel 2017: Celeste ha 31 anni, è una pop-star adorata dai suoi fans, ma difficile da gestire per i suoi collaboratori, per la stampa, ma anche per la sua famiglia, in particolare per la figlia adolescente che ha avuto da giovanissima e che vive principalmente con la zia Eleonor.
Celeste sta per lanciare il nuovo album e iniziare l’ennesimo tour, quando un fatto di cronaca fa aumentare la tensione: arriva infatti la notizia che un gruppo di terroristi ha sparato sui bagnanti di una spiaggia della Croazia, indossando delle maschere che richiamavano quelle di un suo video. E per lei gestire la situazione, sia emotivamente che mediaticamente, non sarà facile.

La parola ai protagonisti

“Mi è piaciuto tantissimo interpretare Celeste: d’altra parte chi non vorrebbe, almeno una volta nella vita, essere una pop-star?” – dichiara Natalie Portman durante la conferenza stampa veneziana – “Ho visto numerosi documentari musicali, ma non mi sono ispirata a nessuna artista in particolare. Poi è stato divertente anche ballare sui pezzi scritti da Sia: con mio marito abbiamo fatto anche tante prove a casa!”
E aggiunge: “Io solitamente non amo giudicare i personaggi che interpreto, però posso dire che lei non è un mostro”. Colpa dello star-system musicale che l’ha cambiata? “Intorno a una pop-star si può formare un sistema di corruzione in cui la vita e il mercato si fondono in maniera pericolosa. Chi fa musica ed è sempre in viaggio può cadere più facilmente nel tranello rispetto a noi attori, che invece ci muoviamo solo per lavorare a determinati progetti”.
A interpretare prima Celeste in versione adolescente e poi sua figlia è la giovane Raffey Cassidy: “Quando ho letto la sceneggiatura mi sono subito entusiasmata all’idea di fare ben due personaggi, tra l’altro così diversi. È stato bello lavorare su questo set”.
Stacy Martin è invece Eleonor: “Quando si trova all’ospedale insieme alla sorella, le promette di prendersi cura di lei e fa di tutto per mantenere il suo impegno. Io non ho una famiglia, quindi ho dovuto scoprire proprio lavorando a questo film cosa può significare fare una scelta così pura”.
Il regista Brady Corbet tiene poi a precisare: “Con questo film non ho alcuna intenzione di essere didattico o pedagogico. Si tratta di una sorta di favola, piena di riferimenti alla storia recente su cui riflettere insieme. Si dice che il ventesimo secolo è stato segnato dal male e che il ventunesimo potrebbe vederlo manifestarsi ancora di più”.