08/06/2019

The Handmaid’s Tale 3: il tempo della ribellione è arrivato

Veronica Colella Pubblicato il 08/06/2019 Aggiornato il 08/06/2019

In esclusiva per l'Italia su TimVision sono già disponibili i primi episodi della terza stagione di The Handmaid's Tale. Ecco dove eravamo rimasti e qualche anticipazione

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Per le serie tv giugno è il nuovo settembre: in esclusiva su TimVision ritorna The Handmaid’s Tale, la serie ispirata a Il racconto dell’Ancella, con l’attesa terza stagione in onda ad appena 24 ore di distanza dagli USA.

I primi tre episodi sono già disponibili e ogni giovedì verrà caricata una nuova puntata, seguendo la programmazione di Hulu.

Per chi non dovesse ricordarsi dove eravamo rimasti con la nostra distopia preferita, ecco un breve riassunto e qualche piccola anticipazione.

Le cose importanti da ricordare

Nella seconda stagione abbiamo allargato lo sguardo oltre la vita delle Ancelle, scoprendo come si vive nelle Colonie e nelle famiglie di basso rango. La visita dei coniugi Waterford in Canada viene accolta da proteste di piazza, grazie alla diffusione delle lettere che June (Elisabeth Moss) è riuscita a far avere a Luke (O-T Fagbenle). Le convinzioni sulla bontà di Gilead iniziano a vacillare anche all’interno, soprattutto dopo l’esecuzione pubblica dell’adultera Eden, la moglie adolescente di Nick (Max Minghella), e del ragazzo di cui si era innamorata. Gli atti di resistenza culminano nell’esplosione del nuovo Centro Rosso e Emily (Alexis Bledel) viene riportata indietro dalle Colonie insieme ad altre donne fertili, per sostituire le Ancelle morte nell’attacco. La sua nuova postazione ci introduce al Comandante Lawrence (Bradley Whitford), architetto di regime che ha inventato il sistema delle Colonie. Metterlo nella lista dei buoni sarebbe azzardato, ma per Emily sembra provare una sincera simpatia, tanto da aiutarla a scappare quando, in un impeto di rabbia, accoltella l’insopportabile Zia Lydia (Ann Dowd).

La svolta di Mrs. Waterford

Persino l’intoccabile Serena Joy (Yvonne Strahovski) ha dovuto fare i conti con la perdita dei suoi privilegi: inizia a subire punizioni corporali per la sua disobbedienza all’autorità del marito e capisce che nessuna è al sicuro quando il Comandante Waterford (Joseph Fiennes) le fa amputare un dito per aver letto un passaggio della Bibbia ad alta voce. A dispetto del suo ruolo nella creazione di Gilead, lei e June diventano riluttanti alleate ed è proprio Serena a permetterle di portare via la neonata nell’episodio finale. La spaccatura nella coppia di carnefici promette molto bene, sperando che gli autori non ci ripensino. Le critiche alla scorsa stagione avevano a che fare soprattutto con la ripetitività di alcune dinamiche e sarebbe un vero peccato se si impedisse al personaggio di Serena di crescere.

Il momento della sorellanza

La storia riprende dal punto esatto in cui si era interrotta, con June che affida la sua bambina a Emily e resta indietro per non abbandonare la prima figlia, Hannah (Jordana Blake). Se anche questa volta non abbiamo visto June oltrepassare il confine, con massima frustrazione di noi tutti, è perché gli sceneggiatori vogliono usarla come cardine dell’imminente ribellione. Elisabeth Moss promette in un’intervista all’Hollywood Reporter che non sarà una stagione lineare come le precedenti. Per poter diventare la leader della Resistenza June è dovuta cambiare radicalmente e la seconda metà della stagione ce lo dimostrerà. Anche Amanda Brugel (che nella serie interpreta Rita) si è lasciata andare a qualche anticipazione con Build: vedremo molte alleanze improbabili e la costruzione di una sorellanza, che coinvolge le Martha tanto quanto le Ancelle. Non ha potuto scendere nei dettagli, ma vi basti sapere che leggere il copione l’ha esaltata così tanto da farle voglia “di entrare in un bar e attaccare rissa con qualcuno”. Dal produttore Warren Littlefield sappiamo che si scoprirà finalmente il passato di Zia Lydia e che avremo più chiaro chi comanda davvero a Gilead, ben più in alto di Mr. Waterford.