08/02/2022

Teatro: gli appuntamenti di febbraio con un omaggio a Totò

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 08/02/2022 Aggiornato il 08/02/2022

I cartelloni della prosa, per questo mese, sono ricchissimi di proposte: classici e sperimentazione, rivisitazioni inedite, prime assolute, attori di fama e giovani che salgono alla ribalta

I Soliti Ignoti

Tante storie che ci parlano del presente, immergendoci nel passato: è questo il filo conduttore della maggior parte delle proposte teatrali del mese di febbraio, in cui la parola d’ordine è identificazione. Il pubblico si riconosce nella coppia alle prese con un matrimonio che non funziona, nella scrittrice in crisi che non trova più l’ispirazione, nell’inventiva ingegnosa di un gruppo di ladri scalcinati del primo dopoguerra, nel fallimento di un progetto di vita o nelle bizzarre situazioni dell’esistenza portate sulla scena, ma tanto simili a quelle che capitano a tutti noi. Le narrazioni fanno sorridere, commuovere o riflettere, ma tutte ci portano a imparare qualcosa anche di noi stesse.

«Il ruolo del teatro è anche quello di saper comprendere il proprio tempo e i bisogni delle persone. E oggi, dopo mesi bui e incerti, il nostro bisogno è poter tornare a sorridere con leggerezza» Andrée Ruth Shammah, direttrice artistica Teatro Franco Parenti.

Sui palcoscenici italiani

Al Manzoni di Milano (8-20 febbraio) arriva la trasposizione teatrale del film “I soliti ignoti” di Mario Monicelli: un cult del 1958 che ci tuffa nell’Italia povera ma vitale di quel periodo. Fra gli attori, guidati dal regista Vinicio Marchioni, ci sono Giuseppe Zeno («Vogliamo ricordare la vivacità di quegli anni senza creare confronti con i mostri sacri di quel cast, perché con interpreti come Gassman sarebbe una battaglia persa”), Fabio Troiano, nel ruolo che fu di Mastroianni («La messa in scena non tradisce il film») e Ivano Schiavi, che interpreta lo scassinatore a riposo Dante Cruciani, ruolo che fu di Totò .

 

“La coscienza di Zeno”, con ideazione e regia di Stefano Cordella, è in cartellone al Teatro Verdi di Padova dal 9 al 13 febbraio: in un estenuante e tragicomico confronto con il suo psicanalista, il protagonista scava nel suo inconscio alla ricerca dell’origine della sua malattia. Negli stessi giorni (10-13 febbraio) il Goldoni di Venezia presenta “Tempest project”, uno spettacolo prodotto dal Théâtre des Bouffes du Nord di Parigi, nato da uno studio sulla Tempesta di Shakespeare e, in particolare, sul tema della magia che lo caratterizza.

 

Trionfa il sense of humor al Rossetti di Trieste, dove Claudio Bisio è mattatore di “La mia vita raccontata male” (8-9 febbraio), una sequenza di episodi e situazioni in cui si riflettono bizzarramente tante esperienze degli spettatori. Nei giorni successivi (11-13 febbraio) si passa dal teatro brillante a un classico, “Morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller, nella versione di Leo Muscato con un potente Alessandro Haber protagonista: il dramma e il fallimento di Willy Loman, self-made-man che troppo aveva creduto al sogno americano, è sempre d’attualità dal giorno del suo debutto newyorkese alla fine degli anni Quaranta.

 

Un’altra prova di grande intensità è quella che Lucia Mascino, sola in scena, offre in “Smarrimento” (Teatro Franco Parenti di Milano, dall’11 al 20 febbraio). L’attrice si muove fra i personaggi e gli spunti dei potenziali romanzi di una scrittrice in crisi, che risvegliano tante questioni esistenziali sospese, e la regista Lucia Calamaro anticipa: «E’ un dichiarato elogio degli inizi, del cominciare, del ricominciare».

 

Al Gobetti di Torino, Chiara Francini e Alessandro Federico interpretano uno dei testi più famosi di Dario Fo e Franca Rame, “Coppia aperta quasi spalancata” (15-20 febbraio): lei esasperata dai tradimenti di lui, lui superficiale e gaudente, con il mito della coppia aperta che frana quando si insinua il sospetto che un uomo sia entrato nella vita di lei.

 

Negli stessi giorni anche “La parrucca”, tratto da due atti unici di Natalia Ginzburg e diretto da Antonio Zavatteri, vede Maria Amelia Monti e Roberto Turchetta alle prese con un matrimonio che non funziona più al Teatro Carcano di Milano.

 

Fine mese all’insegna del grande Totò a Napoli (Teatro San Ferdinando, 22-27 febbraio), dove “L’ombra di Totò” di Emilia Costantini, con la regia di Stefano Reali, è un’intervista immaginaria a un personaggio che per anni fu al fianco del grande attore, seguendolo, sostenendolo e anche sostituendolo: Dino Valdi, controfigura affezionata e devota, attraverso i cui ricordi emerge una biografia non autorizzata del Principe della risata.