08/05/2020

The Eddy: Damien Chazelle torna a raccontare il jazz

Veronica Colella Pubblicato il 08/05/2020 Aggiornato il 08/05/2020

L'8 maggio su Netflix arriva la serie tv firmata dal regista di La La Land che ci porta nella Parigi più multietnica per parlare ancora di jazz

The Eddy

Il 2020 è l’anno delle miniserie d’autore, almeno per Netflix. L’ultima arrivata è The Eddy, serie in otto episodi tra il noir e il musical ambientata a Parigi e firmata, tra gli altri, dal regista premio Oscar di La La Land (2016). che debutta l’8 maggio.

Anche se non siete amanti del jazz, ci sono ottimi motivi per darle una chance. A cominciare dal cast, che mette insieme André Holland di Moonlight (2016), Joanna Kulig di Cold War (2018) e Amandla Stenberg de Il coraggio della verità (2018).

Il santuario dei musicisti

The Eddy è un rifugio per chiunque voglia dimenticare i suoi problemi. A cominciare da Elliot Udo (André Holland), ex-pianista che ha lasciato la sua vecchia vita a New York per trasferirsi dall’altra parte dell’oceano e aprire il club insieme all’amico Farid (Tahar Rahim), che in mancanza di uno spiccato talento musicale si occupa del lato economico. O meglio dovrebbe, ma gli affari non decollano e il locale è sommerso dai debiti. Pur di tenerlo a galla Farid è ricorso a una serie di espedienti che hanno finito per peggiorare le cose, invischiandosi con la criminalità organizzata. Ai problemi del locale si aggiungono quelli personali, con l’arrivo dell’ingestibile figlia adolescente di Elliot, Julie (Amandla Stenberg), che non riuscendo a convincerlo a tornare a casa decide di rimanere a vivere con lui.
Nel corso della serie viene dedicato un episodio a ognuno dei musicisti che compongono l’ensemble diretto da Elliot, alternando tre lingue e lasciando un po’ di spazio all’improvvisazione per restituire l’atmosfera della vera scena musicale parigina. Con l’ambizione di innovarla, dimostrando che il jazz può ancora ricavarsi il suo spazio nella contemporaneità senza appoggiarsi troppo al passato.

Genio e sregolatezza

Tutti gli intermezzi musicali sono filmati come esibizioni live, senza simulazioni, da una band formata da musicisti veri e propri anziché da attori professionisti. L’unica eccezione a questa regola è Joanna Kulig, che però prima di recitare ha studiato all’Università della Musica Fryderyk Chopin. Nella serie interpreta Maja, la cantante del gruppo con cui Elliot ha una relazione piuttosto complicata. Chi ha già visto l’anteprima della Berlinale è rimasto particolarmente affascinato dal suo personaggio, che incarna la frustrazione di una persona dotata di un talento eccezionale ma sempre a corto di opportunità, anche a causa della tendenza ad auto-sabotarsi bevendo troppo. Se l’interpretazione della Kulig risulta particolarmente convincente, tra occhiaie e scoppi d’ira, è anche perché ai tempi delle riprese l’attrice non aveva il tempo di riposarsi granché. Quando le è stato proposto questo ruolo era incinta di nove mesi, trovandosi poi a gestire la vita sul set con un neonato al seguito.

Prima la musica, poi la storia

A onor del vero, The Eddy non è soltanto la serie di Damien Chazelle. Il regista ne ha diretto i primi due episodi, cedendo poi la macchina da presa a Houda Benyamina, Laila Marrakchi e Alan Poul. Il cuore del progetto è Glen Ballard, musicista e produttore con sei Grammy all’attivo, che ha iniziato a lavorare sui brani originali della serie già nel 2013. Innamorato di Parigi, nel suo intreccio di culture e fedi diverse, ha accarezzato per anni l’idea di una serie che raccontasse la città nel suo aspetto meno patinato. L’occasione giusta è arrivata quando Alan Poul gli ha suggerito Chazelle, che aveva già mostrato la sua predilezione per il jazz con la love story in bianco e nero Guy and Madeline on a Park Bench (2009). L’ultimo a essere coinvolto è stato lo sceneggiatore Jack Thorne, con il compito di creare una storia attorno alle canzoni scritte da Ballard insieme a Randy Kerber.