Teatro: l’attualità sale sul palco
Non solo violenza di genere, un argomento di cui si parla (troppo) spesso, ma anche riflessioni sull’inclusione del diverso, sulla giustizi, sulla solitudine e sui pregiudizi: sono alcuni dei temi caldi riflessi negli spettacoli di novembre e inizio dicembre
Chi pensa che il teatro sia soltanto svago, invenzione e fantasia non immagina quanto i temi caldi dell’attualità irrompano nelle pièce portate in scena in questo periodo. Sono numerosi infatti i lavori in cui si parla di trend topics come il femminicidio e la violenza sulle donne, di argomenti di interesse e di dibattito quotidiano come quello della giustizia, della libertà e dell’indipendenza, dell’inclusività, dell’odio, oppure temi legati alla morale. Autori e registi li calano in commedie o in spettacoli drammatici, ora vestendoli di ironia, ora approfondendoli con toni più seri.
In platea il pubblico ha sempre la possibilità di riflettere, prendendo spunto dalle vicende narrate sul palco.
Diversità e inclusione
Prende le mosse dal Frankenstein di Mary Shelley la pièce “Frankenstein – history of hate”, di Daniela Nicolò e Enrico Casagrande, una novità sul palco del Gustavo Modena di Genova dal 4 al 9 novembre. Attraverso due spettacoli complementari, “A love story” e “History of hate” sviscera la solitudine abissale di creature dai corpi ibridi, inquiete, che cercano relazioni impossibili, affetti non normati, riconoscimenti non concessi, e ciò che accade quando l’amore (negato, rifiutato, umiliato) si spezza. All’epoca di Shelley come ai nostri giorni.
Il tema del diverso è anche al centro di “You have to be deaf to understand” (Devi essere sordo/a per capire) di Diana Anselmo, attivista, regista e performer sordo (il maschile non è casuale ndr). Lo spettacolo prende spunto dall’omonima poesia di Willard J. Madsen, professore sordo della Gallaudet University di Washington, e la traduce in Visual Sign, forma poetica della lingua dei segni, comprensibile anche a chi non conosce quest’ultima. L’obiettivo del lavoro è scardinare il sentimento comune sui concetti di abilità e disabilità, promuovere l’inclusione e cancellare le barriere, rendendo possibile al pubblico sordo di fruire della performance e offrendo al pubblico udente una rappresentazione del vissuto dei sordi. La tournée, già in corso, tocca Mantova (7 novembre), Palermo (12 dicembre) e poi Bergamo (17 gennaio) e Torino (25 gennaio).
Indipendenza e solitudini al femminile
Dall’11 al 16 novembre, al Gobetti di Torino, “Anna Cappelli” di Annibale Ruccello ci guida nei labirinti di una mente piena di contraddizioni, esplorando i temi dell’indipendenza, della solitudine, dei sogni di futuro e del ruolo della donna nel corso della vita. In scena Valentina Picello, con la regia di Claudio Tolcachir.
Il rapporto con la fede
Nella “Vita di San Genesio”, al Ridotto del Mercadante di Napoli (13-23 novembre) il regista e autore Alessandro Paschitto analizza il rapporto fra la nostra vita piena di problemi, in cui nessuno sforzo per trovare soluzioni ci sembra mai sufficiente, e la religiosità, che finisce per diventare un appiglio quasi miracoloso in tanta confusione.
Tra desiderio e pregiudizi
Al Manzoni di Milano, dal 9 al 21 dicembre, si puntano i riflettori sul desiderio femminile, sui pregiudizi e su tabù non ancora superati: debutta “Scandalo”, una commedia di Ivan Cotroneo (che firma anche la regia) con Anna Valle e Gianmarco Saurino, in cui la protagonista, vedova di un uomo molto più anziano di lei, si innamora di uno molto più giovane e spregiudicato: quella spregiudicatezza che la società legittima per gli uomini, ma non per le donne. «È un gioco di seduzione e manipolazione» anticipa l’attrice.
Contro la violenza di genere
Nella settimana del 25 novembre, Giornata internazionale per eliminare la violenza sulle donne, sono molti i cartelloni che propongono spettacoli legati a questo drammatico tema.
Ad esempio al Teatro Franco Parenti di Milano, dal 25 al 30 novembre, arriva “Prima facie”, con Melissa Vettore e la regia di Daniele Finzi Pasca: è un monologo scritto dalla drammaturga australiana Suzie Miller che segue le vicende di Tessa, avvocata penalista, spesso impegnata in casi di violenza sessuale. Si parla di temi più che mai urgenti, come quello del consenso: negato, frainteso o manipolato.
Uno dei leit-motiv della programmazione del Teatro Carcano di Milano è la sua attenzione agli approfondimenti in chiave femminile. Anche quest’anno, perciò, non può mancare una rassegna che dilata il 25 novembre a una settimana di appuntamenti: si chiama “Oreste è salvo?”, con un richiamo al mito greco in cui Oreste, autore di matricidio, viene salvato da Atena, con un gesto che, letto a posteriori, sembra fissare i cardini politico-sociali delle culture successive e della società patriarcale. Sono previsti spettacoli con toni e linguaggi diversi. C’è “Pensieri e parole”, con Lella Costa e Fabrizio Rutschmann, un dibattito sul peso delle parole, che costruiscono o distruggono legami, possono curare, rimarginare oppure ferire, normalizzare stereotipi e disparità o accogliere e maggiori e restituire dignità. C’è “Maschiosfera e nuovi femminismi”, di e con Selvaggia Lucarelli, che scavando nel mondo del web affronta i temi dei miti e delle narrazioni tossiche che hanno poi derive violente, dei femminicidi e delle nuove forme di femminismo che sconfinano nel caos e nell’ideologia. C’è “Pugni nel cuore”, di e con Maurizio De Giovanni, in cui assumendo il punto di vista del carnefice lo scrittore racconta l’amore che diventa gelosia, ossessione e odio. C’è Ambra Angiolini che legge il potente monologo di Franca Rame “Lo stupro”, seguito da un video di Michela Murgia che reinterpreta da figura del seduttore in “Don Giovanni, l’incubo elegante”. C’è “Picchiamoci”, di e con Arianna Porcelli Safonov, un carnet di racconti sulle forme diverse di violenza. C’è “Karaoke femminista”, con Monica Nappo e Silvia Gallerano, una compilation di canzoni (anche di grande successo) colme di stereotipi e violenza a cui nemmeno le donne hanno fatto caso. Infine c’è “Tipico maschio italiano” di e con Lorenzo Maragoni, che chiama a raccolta gli uomini per cercare di gettare le maschere che sentono di dover indossare, per cercare di riconoscere i comportamenti problematici, per cercare delle alternative.
“Rumore di fondo” di Benedetta Palmieri, al Ridotto del Mercadante di Napoli (2-7 dicembre), vede in scena Carmine Ammirati, figlio di una donna uccisa nonostante 12 denunce: con un testo ispirato alla sua vita getta luce sul tema degli orfani di femminicidio, bambini privati dell’amore della mamma, che cercano di scacciare quel drammatico “rumore di fondo” che permea la loro esistenza.
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