01/01/2023

Teatro: il 2023 inizia nel segno delle donne

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 01/01/2023 Aggiornato il 01/01/2023

Tante attrici sulla scena, ma anche un caleidoscopio di tematiche e storie di cui le donne sono protagoniste

Teatro Capodanno

Nelle prime settimane del 2023 i cartelloni di parecchi teatri italiani, da Nord a Sud, si tuffano nell’universo femminile. Salgono sul palcoscenico attrici amatissime dal pubblico, nuovi talenti della recitazione e perfino giornaliste di chiara fama, destreggiandosi fra approfondimenti più seri e satira provocatoria. Ma il fil rouge che accomuna gli spettacoli è la narrazione di vicende che ruotano intorno a tante problematiche “da donne”.

Si parla di violenza e abusi, di ruoli conquistati o subiti nella società di ieri e di oggi, di maternità, di emancipazione, di sensibilità e c’è anche l’ironia sferzante con cui l’occhio femminile sa guardare le nevrosi contemporanee.

Su il sipario!

Il Teatro Duse di Bologna dà il via a una rassegna che si intitola proprio “DuseRacconti – Storie di donne”. Apre il ciclo il nuovo spettacolo di Anna Maria Barbera (7 gennaio). Poi, il 26 gennaio, è la volta di Paola Minaccioni con “Dal vivo sono molto meglio”, per la regia di Paola Rota: una sequenza di caratteri con i loro dubbi e le loro manie. Sono tutti personaggi dell’attrice con un tocco di grande attualità, nati in tv, a teatro e alla radio: inappuntabili manager, raffinate poetesse, razziste inconsapevoli, impiegate improbabili. E poi ci sono tante imitazioni, per ridere anche delle donne famose della società in cui viviamo. Dopo lo spettacolo sagace di Serena Dandini, “Vieni avanti, cretina”, che gioca sulla stupidità al femminile (21 febbraio), arriva Arianna Porcelli Safonov con la sua comicità (9 marzo): il monologo “Fiaba-fobia” getta luce sulle paure più comuni e a volte assurde fra cui ci dibattiamo, da quella dei ragni a quella delle malattie veneree, dalla pandemia all’aereo. Un modo per esorcizzare, con ironia, le nostre debolezze.

Anche il Carcano di Milano (non a caso guidato da due donne, Lella Costa e Serena Sinigaglia) continua una stagione che scava spesso nella realtà femminile. Dal 26 al 29 gennaio arriva “Dentro. Una storia vera, se volete”, scritto e diretto da Giuliana Musso che ne è anche interprete insieme a Maria Ariis. È un lavoro sull’occultamento della violenza, una storia vera di abuso su una ragazzina, ispirata dall’incontro dell’autrice con una donna e con la sua storia segreta. Qualche settimana dopo (7-9 marzo) ritorna in scena anche l’applauditissima pièce di Johnna Adams “Il nodo”, con Ambra Angiolini e Arianna Scommegna, una mamma e un’insegnante alle prese con il dramma del bullismo e delle sue conseguenze: l’obiettivo e sottolineare l’importanza cruciale che le donne hanno nei rapporti con gli adolescenti.

Concita De Gregorio è ideatrice e protagonista in scena di “Un’ultima cosa, cinque invettive, sette donne e un funerale”, al Mercadante di Napoli il 10 febbraio. “Mi sono appassionata alle parole e alle opere di alcune figure luminose del Novecento. Donne spesso rimaste in ombra o all’ombra di qualcuno. Ho studiato il loro lessico e ho avuto infine desiderio di rendere loro giustizia” spiega De Gregorio. Le cinque donne sono Dora Maar, compagna e musa di Picasso, la poetessa Amelia Rosselli, la pittrice Carol Rama, la scrittrice Maria Lai e la fotografa Lisetta Carmi. “A ciascuna è dedicata un’orazione funebre, immaginando che siano loro stesse a parlare ai propri funerali per raccontare chi sono. Invettive, perché le parole e le intenzioni sono veementi e risarcitorie. Ho usato per comporre i testi soltanto le loro parole – parole che hanno effettivamente pronunciato o scritto in vita – e in qualche raro caso parole che altri, chi le ha amate o odiate, hanno scritto di loro” chiarisce ancora l’autrice. Dopo Napoli, lo spettacolo approda al Duse di Genova (7 marzo), al Gobetti di Torino (4 aprile), al Kismet Opera di Bari (16 aprile).

Ancora al Gobetti di Torino, dal 21 al 26 febbraio va in scena “Come tutte le ragazze libere” di Tanja Sljivar, con la regia di Paola Rota e un cast di sole donne capitanato da Silvia Gallerano (“un tentativo di libertà in una piccola città”, recita il claim dello spettacolo). Ispirata da un fatto di cronaca, la pièce racconta di sette tredicenni rimaste tutte incinte durante una gita scolastica: una sfida alle regole di una società in cui i concetti di famiglia e patriarcato stanno stretti alle protagoniste.