Teatro: è il momento dei classici
Goldoni, Cechov, Pirandello, Shakespeare: tra la fine di ottobre e la metà di dicembre i più grandi drammaturghi trovano spazio nei cartelloni di tutta Italia, tra fedeltà e riletture
Sia il pubblico che ama il rigore filologico, sia quello che predilige le riletture dei grandi testi in chiave attuale troveranno pane per i loro denti. Nelle prossime settimane sono in arrivo moltissimi spettacoli dei più famosi drammaturghi di ieri, da Shakespeare a Pirandello, da Goldoni a Tennessee Williams e a Cechov, ma anche la prima parte di un originale trittico che prende le mosse da un’opera come I promessi sposi: tutti classici dal valore universale che possono ancora insegnarci moltissimo, perché parlano di sentimenti e dinamiche umane eterne.
Amori e sotterfugi, conflitti e gesti generosi, invidie e astuzie, rimpianti e perfidie potrebbero appartenere anche alla nostra epoca ed è facile riconoscersi nei personaggi creati dai grandi, anche se vari secoli fa.
Su il sipario!
Nel segno di Goldoni
Fra novembre e dicembre la palma del più rappresentato va a Carlo Goldoni, che ha ben tre commedie in scena. “Sior Todero brontolon”, al Carignano di Torino (28 ottobre – 9 novembre), è una delle pièce più amate. Avaro, imperioso, irritante con la servitù, opprimente con il figlio e la nipote, diffidente e permaloso, il “brontolon” è interpretato da un grande del palcoscenico come Franco Branciaroli, diretto dal regista Paolo Valerio, che rivela: «Ho scelto di ambientare lo spettacolo nel retropalco di una famiglia di marionettisti: mi piaceva l’idea che Franco Branciaroli, in scena, fosse come un grande marionettista che soprintende i movimenti di tutti». Le date successive sono a Pavia (14-16 novembre), a Genova (27-30 novembre), a Bressanone, Merano, Mantova e al Goldoni di Venezia (12-14 dicembre).
“Gli innamorati”, con la regia di Nicolò Tomassini, è alle Fonderie Limone di Moncalieri (TO) il 17 novembre e racconta di due giovani che si amano e si feriscono senza tregua, fra passione e incomprensioni: insomma, è lo specchio di qualunque relazione sentimentale in ogni epoca.
“La vedova scaltra”, in programma al Quirino di Roma (25 novembre – 7 dicembre) con la regia di Giancarlo Marinelli, benché sia stata scritta nel Settecento è un testo modernissimo sull’emancipazione e la liberazione della donna.
Il ritorno di Tennessee Williams
Anche Tennessee Williams, uno dei più grandi drammaturghi statunitensi del Novecento, ha vari testi in cartellone. C’è “Un tram che si chiama desiderio” al Franco Parenti di Milano (11 novembre – 7 dicembre), con Sara Bertelà, Stefano Annoni, Silvia Giulia Mendola, Pietro Micci e la regia di Luigi Siracusa. La vicenda della tormentata Blanche mette a nudo temi attualissimi come il sesso e l’omosessualità, il disagio mentale, la famiglia come luogo non sano, il maschilismo e la femminilità maltrattata.
C’è poi al Verdi di Padova (25-30 novembre) “La gatta sul tetto che scotta” del giovane regista Leonardo Lidi, con Valentina Picello: qui si esplorano l’animo umano e i suoi travestimenti, perché tutti i personaggi sono mascherati da qualcosa che non vorrebbero essere. La pièce sarà anche a Bari (17-21 dicembre) e, con il nuovo anno, a Trieste (Rossetti, 8-11 gennaio), Bolzano, Prato, Reggio Emilia e Milano (Parenti, 10-15 febbraio).
Immancabile Cecov
“Il gabbiano” di Cechov, con Giuliana De Sio e la regia di Filippo Dini, debutta al Verdi di Padova (4-9 novembre): è un confronto generazionale da cui emerge l’assurdità del destino umano, con tutti i personaggi impossibilitati a realizzare un miglioramento della propria vita. La tournée proseguirà fra l’altro al Del Monaco di Treviso (13-16 novembre), al Goldoni di Venezia (28-30 novembre) e al Carignano di Torino (2-14 dicembre).
Pirandello cult
Una delle commedie più note di Luigi Pirandello, “L’uomo, la bestia e la virtù”, è al Gobetti di Torino (25 novembre – 7 dicembre) nella versione di Roberto Valerio con Vanessa Gravina, Max Malatesta, Franca Penone e Nicola Rignanese: in un intreccio di verità e apparenze si scandaglia l’animo umano, fra ipocrisie, passioni e istinti animali.
Oscar Wilde non delude mai
Meno nota dei lavori precedenti è la commedia di Oscar Wilde “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, in scena al Parenti di Milano dal 4 al 9 novembre, con Lucia Poli e Giorgio Lupano sul palco e la regia di Geppy Gleijeses. È il ritratto brillante e irriverente di una società ipocrita e ossessionata dalle apparenze.
Spazio a Shakespeare
Fra novembre e dicembre c’è spazio anche per Shakespeare. Al Carignano di Torino (18-30 novembre) “Re Lear” scava nell’animo umano attraverso follia, ingratitudine e fragilità. Gabriele Lavia dirige e interpreta, insieme a un solido cast di interpreti, l’anziano sovrano, cieco di fronte a un mondo che non riconosce più.
Al Teatro Strehler di Milano (12-30 novembre) arriva “Riccardo III”, icona shakespeariana della malvagità più feroce e deforme, nella versione di Antonio Latella con Vinicio Marchioni protagonista. Lo spettacolo è poi a Firenze (2-7 dicembre), al Carignano di Torino (16-23 dicembre) e, in gennaio, a Bolzano, Reggio Emilia, Bologna, in febbraio al Mercadante di Napoli.
L’anniversario manzoniano
Attesissimo a Milano è il nuovo progetto triennale di arte partecipata del Teatro Carcano, a cura di Serena Sinigaglia, che prende le mosse da I promessi sposi del Manzoni nel 240° anno dalla sua nascita. L’obiettivo è riflettere su temi universali come la giustizia, il potere, la giovinezza, la malattia. Quest’anno (3-7 dicembre) “L’eredità di Manzoni” è un quiz-show, dove il pubblico è chiamato a partecipare, direttamente sul palco, rispondendo a domande e sollecitazioni sull’opera e la vita dell’autore. Il fine è conoscere, il mezzo è il teatro e il pubblico diventa “concorrente”, parte attiva dello spettacolo accanto a Lella Costa che, tra un brano e l’altro de I promessi sposi, tra un contributo video e l’altro, porrà le domande.
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