12/04/2024

Teatro: dinamiche di coppia sotto i riflettori

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 12/04/2024 Aggiornato il 12/04/2024

I cartelloni della seconda metà di aprile presentano tante relazioni matrimoniali, o famigliari, che sono sezionate e approfondite: perché cambiano le epoche, ma le situazioni si ripetono con sorprendenti analogie

Otello by Luigi De Palma

Uomini e donne, mariti e mogli, con o senza figli, famiglie tradizionali o aperte, contrasti e compromessi, frustrazioni e riconciliazioni: le dinamiche di coppia, talvolta complicate dai rapporti con i figli, vengono sviscerate in tanti spettacoli della seconda metà di aprile. Le drammaturgie e le ambientazioni sono diversissime (si va dalla cultura della Grecia del IV secolo a.C. con Aristofane, al mondo di Shakespeare o di Pirandello, fino agli autori contemporanei), ma non sfugge che bugie, tradimenti, gelosie, umori, segreti e ipocrisie si ripropongono in tutte le epoche.

Ancora una volta il teatro mostra che leggere l’animo umano, con le sue emozioni, le sue meschinità e la sua profondità, offre insegnamenti universali e permette al pubblico di identificarsi.

Su il sipario!

Al Teatro Manzoni di Milano dal 16 al 28 aprile, la commedia “Pigiama per sei” di Marc Camoletti, con Laura Curino, Antonio Cornacchione, Rita Pelusio e Max Pisu, guidati dal regista Marco Rampoldi, porta in scena il più classico dei triangoli. La relazione lui-lei-altro, in verità, nasconde un gioco di ruoli più articolato, fra equivoci e alibi che scatenano un crescendo di risate. Max Pisu sottolinea che “è uno spettacolo ambientato negli anni Ottanta, ma molto attuale” e Rita Pelusio aggiunge che “mette in luce le ipocrisie delle relazioni di coppia”.

Fino al 21 aprile al Manzoni di Roma è in cartellone “Chi l’ha vista?”, una commedia scritta e diretta da Paola Tiziana Cruciani, che la interpreta con Enzo Casertano, Manuela Bisanti e Alessandro Cecchini. Qui la famiglia perfetta, con due figli grandi ma ancora presenti in casa, si regge sulla figura della madre, Isa, che però una sera scompare. Si scoprirà se si tratti di un rapimento o di una fuga volontaria, ideata per osservare dall’esterno i propri congiunti e scoprirne segreti e dinamiche sconosciute fino a quel momento.

“I parenti terribili” di Jean Cocteau, con la regia di Pier Luigi Pizzi, è al Goldoni di Venezia dal 18 al 21 aprile con Mariangela D’Abbraccio, Luca Lazzareschi e Francesca Ciocchetti. È uno spaccato crudele della società, con una famiglia che vive chiusa in se stessa e isolata dal mondo esterno, fra legami morbosi, oscuri segreti ed emozioni forti e destabilizzanti.

A Padova Caterina Guzzanti e Federico Vigorito interpretano “Secondo lei”, scritto e diretto dalla Guzzanti stessa, al Teatro Verdi (17-21 aprile). È la narrazione, dal punto di vista femminile, delle dinamiche nascoste che regolano i rapporti all’interno di una coppia. L’amore, che dovrebbe essere un luogo sicuro e sano, diventa un silenzioso campo di battaglia in cui fraintendimenti, bisogni e necessità si confondono e affondano in un pantano inevitabile di aspettative tradite e promesse sistematicamente rimosse, imprigionando i due protagonisti in ruoli precisi e precari, mentre bramano soltanto di essere accettati, e creando distanza e imbarazzo fra di loro.

Scenario diverso al Del Monaco di Treviso con “Lisistrata” di Aristofane (18-21 aprile), un progetto della Compagnia dei Giovani con adattamento e regia di Giorgio Sangati. Ad Atene il malgoverno degli uomini ha superato ogni limite, imperversa la corruzione e una guerra devastante sta dissipando le casse dello stato e priva le donne di mariti, figli e padri. Lisistrata decide di radunare un gruppo di donne ed elabora una doppia strategia: lo sciopero sessuale ad oltranza fino al raggiungimento della pace e un colpo di stato per occupare l’Acropoli e prendere il potere. Aristofane scrive, di fatto, la prima commedia con protagonista una donna, affrontando il tema dell’emancipazione femminile.

“La vita che ti diedi” di Luigi Pirandello, al Carignano di Torino fino al 28 aprile, è un testo struggente diretto dal regista Stéphane Braunschweig, uno dei nomi più famosi della scena teatrale parigina e internazionale contemporanea. Qui il tema è quello della maternità e del lutto, affrontato dall’autore con un continuo gioco fra realtà e illusione che fa vacillare le nostre certezze. Come si può sopravvivere alla morte di un figlio? Affermando che non è morto, fingendo che sia ancora vivo. Sul palco Daria Deflorian, Federica Fracassi, Cecilia Bertozzi, Fulvio Pepe, Enrica Origo, Caterina Tieghi, Fabrizio Costella.

Al Duse di Genova (12-17 aprile) un classico shakespeariano, Otello, il paradigma dell’ottusa gelosia, viene diretto e interpretato da Jurij Ferrini con Rebecca Rossetti. La lettura che ne fa il regista, però, trasporta il senso della vicenda alla nostra coscienza moderna occidentale, evidenziando la tragedia più universale della violenza umana.