Teatro di inizio maggio tra scelte di vita, amori, turbamenti
In scena una carrellata di spettacoli dai temi interessanti, spesso in prima nazionale o già applauditi calorosamente in rassegne di anteprima
Il mese di maggio porta con sé le ultime proposte dei cartelloni invernali, in un turbinio di emozioni forti e di riflessioni su temi importanti della vita. Si parla di depressione, dei momenti che preludono alla morte, ci si interroga sul valore del sesso, sul significato dell’identità nazionale, sull’amicizia e sulla coscienza. Ecco la nostra selezione attraverso i principali teatri della nostra penisola.
Sono pièce in grado di calamitare l’attenzione con testi di autori contemporanei che sviscerano tematiche originali, inconsuete e spesso urticanti.
Su il sipario!
A Milano il Teatro Manzoni, dal 6 al 18 maggio, presenta “Vicini di casa”, con Gigio Alberti, Amanda Sandrelli, Alessandra Acciai e Alberto Giusta, per la regia di Antonio Zavatteri. Il testo è tratto dalla commedia Sentimental dello spagnolo Cesc Gay, che racconta in modo libero e provocatorio i rapporti fra due coppie che abitano una vicina all’altra: una in equilibrio precario, tra frustrazioni e abitudine, l’altra impegnata spesso in rumorose performance erotiche. Fantasie, vizi, segreti e spregiudicatezza si intrecciano, parlando con il sorriso di vita sessuale, ipocrisie e inibizioni e facendo sorgere una domanda allo spettatore: farò l’amore abbastanza spesso?
Le Fonderie Limone di Torino ospitano dal 30 aprile all’11 maggio “Come nei giorni migliori”, spettacolo firmato dal giovane Diego Pleuteri, diretto da Leonardo Lidi e debuttato con grande fortuna nel 2023. Il tema della pièce è l’amore, visto attraverso la storia di A e B, interpretati da Alessandro Bandini e Alfonso De Vreese. Poco importa chi siano veramente questi due amanti, ciò che conta sono le loro anime travolte da questo sentimento inesplorabile. Piccoli oggetti, gesti quotidiani, gli scontri, gli avvicinamenti, il segreto inesprimibile di tutto ciò che costruisce la vita di una coppia, nelle sue gioie e nei suoi dolori, dall’inizio alla fine.
Una prima nazionale arriva al Ridotto del Mercadante di Napoli (6-11 maggio): è “C’era una volta, manuale di sopravvivenza per immagini”, con drammaturgia e regia di Noemi Francesca. La regista spiega che è il tentativo di evocare lo spegnersi di uno sguardo sul mondo, attraverso la soggettiva di un uomo nella fase terminale della sua vita, alle prese con la veglia di parenti e amici, con gli ultimi sorrisi, gli ultimi saluti, gli ultimi sguardi. Una sorta di “filmato di famiglia” restituisce senso a tutto il vissuto, come se fosse un’avventura, una fiaba, che riemerge nella memoria e viene condivisa insieme ai presenti.
Sempre a Napoli, al Mercadante (30 aprile-11 maggio), il regista Patrick Guinand dirige la prima nazionale di “Serotonina”, l’adattamento per la scena del romanzo omonimo di Michel Houellebecq, campione di incassi nel 2019. Il piglio è quello peculiare dell’autore francese, che ha conquistato il pubblico con la sua critica radicale del vivere nelle società contemporanee. Il protagonista, interpretato da Andrea Renzi, è un ingegnere 46enne frustrato e depresso che affronta una deriva sempre più solitaria in cerca delle donne e degli amici del passato, affiancato da una compagna che partecipa al suo bilancio di vita. Tutte le sue strategie falliscono e l’angoscia tende a sopraffarlo, costringendolo ad aumentare le dosi dell’antidepressivo, fino al massimo.
“Ancora tempesta” di Peter Handke (premio Nobel 2019 per la letteratura), con Filippo Dini protagonista e con la regia di Fabrizio Arcuri, è in cartellone al Goldoni di Venezia (6-11 maggio) e al Verdi di Padova (14-18 maggio). L’opera, amara e folle, si articola in cinque dialoghi che l’autore, ormai anziano, intrattiene con i suoi avi, sloveni di Carinzia, riuniti per evocare l’epopea tragica e dimenticata di una minoranza oppressa, ma orgogliosamente protagonista dell’unico episodio di guerra partigiana svoltosi entro i confini del Terzo Reich.
Lo abbiamo conosciuto attraverso il film su Netflix, ma è un testo nato per il teatro: è “I due papi” di Anthony McCarten, che nella forma scenica è stato applauditissimo al suo debutto al Festival di Borgio Verezzi. Lo propone il Del Monaco di Treviso dall’8 all’11 maggio, con l’interpretazione di Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo e la regia di Giancarlo Nicoletti. Dieci anni fa, Benedetto XVI sbalordiva il mondo con le sue dimissioni, le prime dopo più di sette secoli. Cosa ha spinto il più tradizionalista dei Papi alla rinuncia e a consegnare la cattedra di Pietro al radicale ed empatico cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio? Incalzante e profondo, avvincente e ironico, il lavoro non è una soporifera dissertazione teologica ma ripercorre le “vite parallele” di due uomini molto diversi, accomunati dallo stesso destino. E, soprattutto, ci racconta la nascita di un’amicizia, speciale e inaspettata, fra due personalità fuori dall’ordinario. Al centro di tutto, una domanda senza tempo: quando si è in crisi, bisogna seguire le regole o la propria coscienza?
Una favola onirica ci aspetta al Teatro Ivo Chiesa di Genova il 7 maggio: si intitola “Sentinella, a che punto è la notte?” ed è tratta da Shakespeare, Collodi, Koltès. Il testo è di Carlo Orlando, la regia dello stesso Orlando con Eva Cambiale e protagonista è la Compagnia Scatenati, formata dagli attori detenuti della Casa Circondariale di Genova Marassi.
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