09/02/2023

Sanremo 2023: top e flop della seconda serata

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 09/02/2023 Aggiornato il 12/02/2023

Nel corso della seconda serata del 73esimo Festival di Sanremo ci sono stati tanti momenti degni di nota, come l'intervento dell'attivista italo-iraniana Pegah Moshir Pour ma non sono mancate anche un paio di cadute di stile

Sanremo, 73° Festival della Canzone italiana, Seconda Serata. Pegah e Drusilla Foer

«Nel bene o nel male, purché se ne parli» dice Dorian Gray, celebre personaggio nato dalla penna di Oscar Wilde. E infatti il Festival di Sanremo, come da tradizione, trova sempre il modo di far parlare di sé e non solo per la musica.

D’altra parte la kemesse canora è anche un evento di costume, che per una settimana monopolizza letteralmente i media e anche gli interessi degli italiani.

La seconda serata del 73esimo Festival di Sanremo sta facendo parlare per alcune cadute di stile, ma a noi piace mettere in luce anche i bei momenti che ci ha regalato.

Il sociale a Sanremo per noi è top

Non dobbiamo mai dimenticare che la musica non è solo intrattenimento, ma anche contenuto, il modo migliore per veicolare dei messaggi importanti. E così l’attivista italo-iraniana Pegah Moshir Pour ha voluto portare la sua denuncia contro il regime islamico sulle note di Baraye, ovvero il brano di Shervin Hajipour che ha vinto il Grammy Award come Migliore canzone per il cambiamento sociale. Un brano, diventato inno delle proteste in Iran (scoppiate dopo la morte della giovane Mahsa Amin, rea di aver indossato il hijab in modo sbagliato), costate al suo autore un mese di carcere. Insieme a Pegah Moshir Pour è salita sul palco anche la nostra Drusilla Foer, che ha amplificato l’intensità di questo momento, che difficilmente scorderemo e su cui tutti dovremmo riflettere.

Come si deve riflettere su una realtà di casa nostra, messa in luce da Francesca Fagnani nel suo monologo. «Io ho potuto fare la giornalista, perché ho avuto la possibilità di studiare. Ma questo non deve essere considerato un privilegio bensì un diritto. E non parlo di Università, ma di scuola dell’obbligo» – ha dichiarato nel corso della conferenza stampa.

Il suo monologo nasce dopo aver parlato con alcuni giovani detenuti del carcere minorile di Nisida a Napoli (si, lo stesso a cui si ispira la serie tv Mare Fuori): lei ha cercato di capire cosa stava dietro i loro crimini e ha constatato non solo una situazione di degrado sociale, ma anche delle serie difficoltà per questi ragazzi di essere recuperati, di avere una seconda possibilità magari proprio attraverso lo studio. Chissà se un giorno le cose cambieranno.

Il politicamente scorretto per noi è flop

Arriviamo quindi all’altra faccia della medaglia ovvero al politicamente scorretto che si è respirato dentro e fuori l’Ariston e che, naturalmente, è ciò che oggi fa notizia.

Partiamo dalla nota leggermente meno dolente, ovvero Angelo Duro: conosciamo lui e la sua comicità spinosa, graffiante e a volte “cattiva”. Ci potevamo aspettare che potesse cambiare registro per il Festival? Assolutamente no e infatti Amadeus, prima di presentarlo (in tarda serata), ha avvisato i telespettatori consigliando anche di cambiare canale se facilmente scandalizzabili. Il problema è che l’attore ha un tantino esagerato, arrivando per una gag a tirarsi persino giù i pantaloni. Diciamo che forse non era il contesto adatto.

Come non era proprio il caso di rappare un durissimo freestyle dai toni polemici e politici, senza aver avvisato prima la Rai. Parliamo naturalmente di Fedez, che ha voluto giocare sull’effetto sorpresa nella sua performance programmata sulla Costa Smeralda. Ha preso di mira, oltre al consueto Codacons, diversi politici concentrandosi in particolare su Galeazzo Bignami, viceministro delle infrastrutture e dei trasporti, di cui ha mostrato e strappato la discussa foto che lo ritrae vestito da nazista. (Foto che, il  diretto interessato ha specificato più volte, essere stata scattata in passato durante una festa in costume).

Fedez si è appellato all’articolo 21 della Costituzione («Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione») dicendo che si prende tutta la responsabilità di quanto rappato.

Durante la conferenza stampa odierna Stefano Coletta, direttore dell’Intrattenimento Prime Time, ha preso le distanze  in quanto «si è trattato di un attacco frontale e personale, che va oltre la libertà di espressione».