07/02/2022

Sanremo 2022: cosa ci è piaciuto e cosa ci ha deluso

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 07/02/2022 Aggiornato il 07/02/2022
Sanremo 2022: top e flop

Il 72simo Festival di Sanremo si è concluso davvero in bellezza, tra ascolti record (con risultati che non si vedevano da svariati anni) e la vittoria meritatissima di Mahmood e Blanco con Brividi (diventata hit – internazionale – fin dal primo ascolto). Insomma, possiamo dire che non è andata niente male e che la terza edizione targata Amadeus è la sua migliore, sia dal punto di vista della conduzione che della direzione artistica.

Pare ci sia stato anche un maggiore coinvolgimento del pubblico giovane, molto attivo sui social e al Fantasanremo ovvero un gioco che ha tenuto banco non solo a casa, ma anche nella città dei fiori.

Fantasanremo-mania

Durante le serate sanremesi abbiamo sentito gli artisti pronunciare sul palco parole come “Papalina” o “Zia Mara” e non ne capivamo il motivo, però il sospetto che ci fosse qualche tipo di challenge è scattato. E infatti si trattava del Fantasanremo, un torneo online che ha divertito davvero tutti. Versione festivaliera del Fantacalcio, metteva a disposizione di ogni giocatore 100 baudi (la valuta del gioco) per acquistare cinque dei Big in gara per poi creare una squadra nominando un capitano. Spettava quindi agli artisti, con determinate parole e azioni (come regalare mazzi di fiori a qualcuno e andare tra il pubblico), fare in modo che le loro squadre guadagnassero punti. Tra quelli che si sono fatti coinvolgere di più ci sono Michele Bravi ed Emma, il cui video in cui viene inseguita dai carabinieri è diventato virale. Un video che è valso la bellezza di 50 punti.

Largo alla leggerezza pensosa

È proprio questo mood giocoso che ci è piaciuto di questo Sanremo 2022: c’era una grande voglia di leggerezza (più che comprensibile dopo questo periodo difficile) e, come ci hanno raccontato gli artisti che abbiamo “incontrato virtualmente”, c’era una gran voglia di fare gruppo lasciando quasi da parte la competizione. Un clima che è arrivato anche al pubblico risultando contagioso.

Ci sono poi le canzoni, entrate subito nelle nostre playlist, che raccontano storie, frammenti di vita e stati d’animo, ma lanciano anche messaggi. Qualche esempio? Fabrizio Moro con Sei tu sottolineato come l’amore sia l’arma migliore per vincere contro la depressione; Aka7even con Perfetta così invita ad amarsi per come si è; La Rappresentante di Lista usa il registro del pop più colorato e frizzante per parlare (anche) di ambiente tanto che per ribadire il concetto ha voluto, per la cover Be My Baby, Cosmo che dal palco ha lanciato il messaggio Stop greenwashing.

Pollice su anche sul fronte moda: in questa edizione si è voluto osare un po’ più del solito, anche con outfit genderless (da Achille Lauro a Sangiovanni, passando dai vincitori Mahmood e Blanco), anche se non sono mancati i classici abiti da sera (alcuni da sogno, come quelli di Noemi).

Sognando meno monologhi costruiti e più spontaneità

Se non si fosse capito, questa edizione del Festival di Sanremo ci è piaciuta molto, però c’è qualcosa che andrebbe rivisto. Non capiamo infatti perché le co-conduttrici prescelte o gli ospiti debbano per forza fare dei monologhi impegnati, che nella maggior parte delle volte risultano forzati. Insomma, noi sposiamo pienamente la filosofia di Sabrina Ferilli che, nel corso della finale, ha detto: “perché devo legare la mia presenza qui ad un problema cosmico?”. Certo, abbiamo amato molto quello di Drusilla Foer sull’unicità, ma quello è stato più che altro un momento di puro spettacolo pregno di anima. E diverso ancora è stato quando Maria Chiara Giannetta ha toccato il tema della cecità, portando sul palco i suoi consulenti per Blanca: quello è stato puro servizio pubblico.

Invece perché Lorena Cesarini è partita subito in quarta, all’inizio della sua serata, con un monologo sul razzismo così privo di spontaneità nonostante la riguardasse direttamente? E che dire del focus haters proposto da Marco Mengoni e Filippo Scotti, così recitato da apparire fastidioso? Un consiglio per il prossimo anno: più verità e meno teatralità.