04/01/2020

Teatro: quattro amiche si raccontano nella cucina di Belle ripiene

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 04/01/2020 Aggiornato il 04/01/2020

Rossella Brescia, Tosca d’Aquino, Samuela Sardo e Roberta Lanfranchi sono protagoniste di una commedia inconsueta (in cui cucinano davvero e il pubblico degusta le pietanze), in tournée in tutta Italia

teatro belle ripiene

Una grande cucina professionale, vera e iperaccessoriata, con quattro amiche (Ida, Ada, Leda e Dada) che, per dare una svolta alle loro esistenze poco soddisfacenti, hanno deciso di aprire un ristorante e mirano a conquistare un’ambita stella Michelin. Questa è la scena su cui si alza il sipario di Belle ripiene. Una gustosa commedia dimagrante di Massimo Romeo Piparo, in tour dal 7 gennaio a fine marzo in 33 città di tutta Italia (con tappe al Teatro Manzoni di Milano, dal 14 al 19 gennaio, e al Sistina di Roma, dal 21 al 26 gennaio): uno spettacolo insolito, che riserva tante sorprese originali e coinvolge il pubblico dall’inizio alla fine.

Ridere e mangiare sono due grandi passioni degli italiani. Così ha preso forma questo racconto, con una cucina in cui mettere a nudo debolezze e frustrazioni, “fra aglio, peperoncino, farina e sale” spiega l’autore e regista

Quattro protagoniste super

Le quattro super-protagoniste, Rossella Brescia, Tosca d’Aquino, Samuela Sardo e Roberta Lanfranchi, cucinano in scena veri piatti delle loro regioni d’origine (la consulenza gastronomica per il menu è dello chef Fabio Toso), condividendoli poi con il pubblico in sala. E mentre sono ai fornelli parlano delle loro vite, dei loro uomini, si confidano sogni e frustrazioni, in un guazzabuglio esilarante di battute, colpi di scena, rivelazioni e riflessioni “for women only”.

Musica e ricette

Le attrici, che recitano mantenendo gli accenti delle loro regioni d’origine (Lombardia, Puglia, Campania e Lazio), raccontano che hanno dovuto fare un vero training culinario per preparare lo spettacolo: «Io ero già bravissima in cucina, naturalmente preparavo solo vegano perché sono contraria alla carne» esordisce Roberta Lanfranchi, facendo il verso alla sua Leda. E racconta: «Io sono quella dei rimedi naturali e somministro alle colleghe ogni genere di pozione senza grande successo, o con esiti opposti a quelli sperati». «Non me ne vogliate, sono io la cchiù bbrava e infatti nella pièce sono la capessa, quella che mette le altre in riga» ribatte Tosca d’Aquino, Ada. Ma la cosa più bella di questo testo è l’umanità delle quattro donne: «Si parla molto d’amore, la figura maschile ne esce un po’ “mazzolata” ma ciò che emerge davvero è il tema della solidarietà femminile, fortissima» aggiunge Tosca-Ada. Anche Samuela Sardo sottolinea l’importanza del supporto generoso fra donne: «Dada, il mio personaggio, che è una coatta romana, viene accolta per ultima nel ristorante con qualche dubbio ma con solidarietà: dicono che sono sconclusionata e problematica… beh, ho cinque figli e mi presento al ristorante prima con l’ovetto con l’ultima arrivata, poi li porto tutti… insomma, devo sempre pensare ai ragazzini mentre loro vogliono lavorare». Nella pièce c’è anche un momento-musical in cui Rossella Brescia, che interpreta la pugliese Ida, balla, mentre Roberta Lanfranchi canta: “Avete presente Dita Von Teese? Ecco, tutt’altra cosa. Vedrete, si ride moltissimo” rivela Rossella-Ida.