06/12/2022

Prima della Scala: una storia di violenza e follia smaschera la brutalità del potere

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 06/12/2022 Aggiornato il 06/12/2022

L’attesissima messa in scena di Boris Godunov di Musorgskij getta luce su un tema universale: per questo può parlare al pubblico di oggi, così come ha coinvolto ed emozionato quello del passato

Godunov

La serata inaugurale del 7 dicembre alla Scala di Milano è da sempre un appuntamento irrinunciabile, sia per i melomani appassionati sia per chi ama le occasioni mondane e il gossip. Mai come quest’anno, però, l’argomento è fonte di acceso dibattito da settimane, perché la scelta di un’opera russa come Boris Godunov di Modest Petrovic Musorgskij, tratta dall’omonima tragedia di Aleksandr Puškin, con un artista russo come il basso Ildar Abdrazakov nel ruolo del protagonista, ha stimolato un acceso dibattito. «La scelta di questo spettacolo è nata tre anni fa. Abbiamo lavorato alacremente e poi è arrivata la guerra. La decisione non era facile, ma perché cancellare questo progetto? Noi non facciamo propaganda politica, è un grande capolavoro della storia dell’opera e nel libretto non c’è alcuna apologia di un regime. Forse, anzi, l’arte lancerà un messaggio più universale di armonia» puntualizza il sovrintendente Dominique Meyer.

“È un capolavoro affrontato con il gusto di oggi, che vuol dire sottolinearne la modernità, senza però estremizzarla” anticipa il Maestro Riccardo Chailly, che sarà sul podio a dirigere l’orchestra

Echi shakespeariani

La vicenda, che riecheggia quella del Macbeth e trae ispirazione da molti spunti shakespeariani, si svolge nel 1598. Alla morte dello zar sale al trono il nobile Boris Godunov, che in seguito si scoprirà essere il mandante dell’assassinio del giovane e legittimo erede Dimitri: un crimine che lo ha portato al comando, ma che lo perseguiterà con il senso di colpa e i suoi fantasmi fino alla morte, facendogli perdere il senno. Sullo sfondo il malcontento del popolo, una terribile carestia, disordini, tentativi di rivolta, violenza e sangue, in un intreccio aspro e cupo.

La parola al regista

Il regista Kasper Holten, con la sua messa in scena, sottolinea la contrapposizione fra il potere e la coscienza, fra la censura e la verità, che è importante testimoniare sempre: «È un’opera speciale, senza intreccio sentimentale. Parla di assolutismo, di cinismo, di manipolazione dell’opinione pubblica, smaschera la brutalità del potere e per questo è particolarmente appropriata ai tempi che viviamo» rimarca Holten. E sottolinea la scansione dell’opera in due parti: una in cui Boris viene raccontato dall’esterno, la seconda in cui si scava nella sua personalità, materializzando in scena i fantasmi che attanagliano la sua mente. Si tratta delle vittime dell’uomo di potere che lo inseguono, ne turbano la coscienza e che, ritornando a terrorizzarlo, trasmettono anche l’idea della ciclicità e ineluttabilità della violenza.

Gli altri protagonisti

Ildar Abdrazakov, alla sua sesta inaugurazione scaligera, interpreta Boris, un personaggio profondo e sfaccettato, con un vero physique du role. “Per me è un ruolo importantissimo, non solo di canto ma di anima” ammette.

C’è attesa anche per le scenografie dell’artista britannica Es Devlin, nel cui curriculum si passa dai grandi eventi, come le inaugurazioni delle Olimpiadi di Londra e Rio, ai tour di Adele o Beyoncé. Già il trailer annuncia poi costumi di notevole effetto, che rimandano al Cinquecento, all’Ottocento di Musorgskij ma prendono spunto anche dai giorni nostri: «Perché le vittime innocenti del potere sono nella Russia del 1598, sono nell’epoca in cui visse l’autore dell’opera e purtroppo saranno una costante anche nel futuro» osserva il regista.

Dove vederla

Come gli anni scorsi, la prima del 7 dicembre viene proposta da Rai Cultura con la diretta dalle 17,45 su Rai 1, Radio 3 e Rai Play. L’opera arriva anche in tutto il mondo, grazie alla collaborazione con moltissimi canali televisivi internazionali, al live streaming sulla piattaforma Medici TV e alle proiezioni in 60 sale cinematografiche di vari continenti. A Milano ritorna per l’undicesimo anno la Prima diffusa, iniziativa del Comune che propone in diretta il Boris Godunov sul maxischermo in Galleria e in una quarantina di altre sedi fra teatri, biblioteche, aeroporti, musei, centri di accoglienza, carceri e sedi di istituzioni pubbliche e private. Tutte le proiezioni hanno accesso gratuito e, spesso, sono accompagnate da approfondimenti.