05/06/2025

Inquinamento da plastiche: i documentari che raccontano come combatterlo

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 05/06/2025 Aggiornato il 05/06/2025

In occasione del 5 giugno, Giornata Mondiale dell'Ambiente, vi segnaliamo dei documentari in grado di far riflettere e sensibilizzare

reefbuilders

Il 5 giugno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente, istituita nel 1972 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite (in occasione dell’istituzione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente). L’edizione di quest’anno ha come tema la lotta all’inquinamento da plastiche e, non a caso, le celebrazioni si terranno a Jeju, città della Corea del Sud che è all’avanguardia nel riciclo di questo materiale.

La vita nei nostri mari è in pericolo proprio per via dei comportamenti dell’uomo ed è per questo che vogliamo consigliarvi la visione di documentari in grado di farci aprire gli occhi.

La pesca industriale

È uscito da poco nelle sale Breath di Ilaria Congiu, un documentario patrocinato da Legambiente Italia e Extinction Rebellion Italia, che esplora il cambiamento climatico, l’inquinamento e la pesca industriale attraverso gli occhi di chi ha visto il mare cambiare.

Nata in Senegal, dove suo padre dirige un’azienda di esportazione di pesce congelato, Ilaria è cresciuta con il mare come amico, ma ad un certo punto si è ressa conto che le acque che amava sono diventate sempre più silenziose e prive di vita. Un forte senso di perdita l’ha spinta quindi a interrogarsi sul ruolo della sua famiglia nel depauperamento degli oceani. Questo sentimento diventa il punto di partenza per un viaggio tra Italia, Tunisia e Senegal, dove la regista incontra cinque “figli del mare”, le cui storie personali e testimonianze dirette la portano a confrontarsi con suo padre e a riflettere sulle contraddizioni legate al consumismo e alla pesca industriale.

«Breath non è solo un documentario, è un invito a riflettere su come le nostre azioni quotidiane influenzino il mondo che ci circonda», afferma Ilaria Congiu. «Ho voluto raccontare le storie di chi vive il mare da vicino, chi lo ha visto cambiare e, soprattutto, chi lotta per proteggere l’ambiente. Il mare non è solo un ecosistema, ma una parte di noi, della nostra identità» – racconta la regista.

Le barriere coralline

Riusciremo a salvare i coralli prima che sia troppo tardi? Questa è la domanda da cui parte Reef Builders, il documentario di Stephen Shearman che racconta una delle più ambiziose sfide ambientali del nostro tempo, ovvero il ripristino delle barriere coralline attraverso il progetto Sheba Hope Grows™, promosso da Mars Sustainable Solutions.

Quella che viene raccontata è una storia di impegno concreto, ambientato su un’isola dell’Indonesia, dove comunità locali e scienziati uniscono le forze per riportare in vita una barriera corallina ormai compromessa. Lo trovate in streaming su Prime Video.

La “riqualificazione” dello squalo

Il 10 giugno verrà presentato in anteprima a Milano (presso Santeria Toscana) Shark Preyed dei fratelli Andrea e Marco Spinelli: si tratta di una serata organizzata da FACE con Y-40 THE DEEP JOY, ovvero la piscina di acqua termale più profonda al mondo (ci si potrà registrare gratuitamente all’evento su DICE).

Il documentario Shark Preyed è frutto di di più di tre anni di ricerca e riprese, in viaggio tra Italia e Spagna.

Punto di partenza per i registi sono stati dei numeri davvero allarmanti: ogni anno vengono uccisi più di 100 milioni di squali e razze, con alcune popolazioni declinate del 95%. Il 36% di queste popolazioni, circa un terzo quindi, sono a rischio di estinzione, con gravi conseguenze su tutto l’ecosistema marino. Negli ultimi 50 anni il loro numero si è ridotto del 70%. Verdesca, palombo, smeriglio, spinarolo, mako o gattuccio: secondo il Food Balance Sheet della FAO, (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) nel 2017 circa il 3% del consumo totale pro capite di prodotti di pesca e acquacoltura era composto da elasmobranchi (squali e razze). Pensate inoltre che, tra il 2009 e il 2021, l’Italia è risultata essere il terzo più grande importatore di prodotti di squalo a livello globale, con circa 98mila tonnellate di prodotti di squalo importati.

Shark Preyed è più di un documentario, è un progetto di “riqualificazione” dello squalo nella società moderna, animale cardine nel mantenimento dell’equilibrio della biodiversità marina, storicamente demonizzato e attualmente a rischio di estinzione.