16/04/2021

I Coma Cose ci raccontano la loro Nostralgia

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 16/04/2021 Aggiornato il 16/04/2021

Dopo il successo sanremese con Fiamme negli occhi, i Coma Cosa presentano il loro nuovo album dal titolo Nostralgia

Coma Cose

Ci sono artisti che, con la loro musica e sensibilità, riescono a creare un legame empatico con il pubblico. È il caso dei Coma Cose, già amatissimi nel mondo indie, che dopo la partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo con Fiamme negli occhi hanno conquistato tante altre persone, di tutte le età.

Ora il duo, formato da Fausto Zanardelli e Francesca Mesiano (coppia nell’arte e nella vita), sono pronti per farci immergere in un nuovo capitolo del loro percorso artistico.

L’essenza dell’album

Si intitola Nostralgia, il loro secondo album in studio, in uscita il 16 aprile. «Nell’ultimo anno la nostra vita (come quella di tutti) è rimasta sospesa a causa del Covid e, dato che per scrivere abbiamo bisogno di vivere, siamo andati indietro nel tempo e abbiamo attinto alle storie del nostro passato (prima che ci conoscessimo) analizzandolo e raccontandolo con occhi contemporanei» così i Coma Cose, durante la conferenza stampa via Zoom, spiegano il motivo del titolo Nostralgia.
«È un concept album breve e concentrato: una scelta presa per una necessità narrativa» continuano. «Uno dei temi principali è la crescita, il passaggio all’età adulta che stiamo vivendo in prima persona. C’è fragilità e tanta intimità, che abbiamo cercato di salvaguardare racchiudendola in questo scrigno fatto di pennellate e sensazioni. Il fuoco rimane un fil rouge, perché crescendo c’è il rischio che venga ammaestrato, circoscritto e fatto bruciare meno. Però la nostra promessa è di mantenerci puri nella nostra ispirazione, alla ricerca del lato più nascosto delle cose».

Milano e il successo

Milanesi d’adozione, nel passato dei Coma Cose c’è la dimensione della provincia dove sono nati: «Noi, come tanti, siamo scappati dalla provincia che però ci rimane sempre dentro perché lì abbiamo vissuto alcune fasi importanti della nostra vita, come l’infanzia e l’adolescenza. Quindi ci manca quando siamo in città, ma appena torniamo vogliamo scappare subito. È il classico rapporto di odio e amore. C’è poi da dire che quest’anno, per via delle chiusure, abbiamo vissuto poco Milano e la sua offerta culturale, la sua creatività. Questo ci ha fatto tornare indietro nel tempo non solo con i ricordi, ma anche con le sensazioni della provincia».
Invece sul fatto che, grazie al successo sanremese, siano diventati mainstream dicono: «L’indie di oggi non è quello di vent’anni fa, ha cambiato la sua essenza anche grazie ai web e ai social, quindi negli ultimi anni la distinzione con il mainstream si è affievolita. E lo dimostra la lineup dell’ultimo Festival di Sanremo, che ha fotografato la scena reale attuale». E aggiungono: «Siamo comunque sicuri che Nostralgia piacerà al nostro pubblico della prima ora e forse potrebbe risultare inaspettato per quelli della nuova, dato che è un album che parla alla pancia e ha anche dei lati ruvidi. Speriamo comunque che tante persone possano ritrovarsi in queste canzoni».