11/05/2020

David di Donatello 2020, tra delusioni e il trionfo de Il Traditore

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 11/05/2020 Aggiornato il 11/05/2020

Il Traditore di Marco Bellocchio è il film trionfatore della 65esima edizione dei David di Donatello. Peccato che non siano mancate le delusioni in una serata, purtroppo, un po' noiosa

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La 65esima edizione dei David di Donatello ha segnato il trionfo, meritato e tanto sperato, de Il Traditore di Marco Bellocchio con ben sei premi tra cui quello come Miglior film e Miglior attore protagonista andato a Pierfrancesco Favino.

Non sono mancate le delusioni per altri riconoscimenti, senza parlare della serata condotta da Carlo Conti su Rai 1 che si è rivelata un flop, anche negli ascolti.

Pensate che ha fatto registrare l’8,4% di share, contro il 9,5% di Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2 (un film del 2012 quindi per nulla nuovo) e il 9,3% delle repliche di Scherzi a parte.

Cosa non è andato

Le premiazioni, a meno che non si tratti degli Oscar, risultano sempre piuttosto noiose e anche negli scorsi anni i David di Donatello hanno avuto il loro effetto sbadiglio. In più quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria, non si è potuto tenere il tradizionale show con red carpet, pubblico e premiati in sala. Il povero Carlo Conti si è quindi trovato a condurre la serata da solo in uno studio televisivo, con una scaletta che era in pratica un susseguirsi di elenchi di titoli e nomi. Unico diversivo la presenza di alcuni nominati, in collegamento dalle loro case (quasi tutti con dietro uno sfondo bianco, tanto per rendere ancora più fredda la situazione). Perché diciamo ‘alcuni’? Per il fatto che non ci sono stati collegamenti con i candidati dei vari premi tecnici. Il motivo? A noi sconosciuto, soprattutto considerando che c’è stato anche una sorta di spot dei vari attori in cui sottolineavano l’importanza di tutti coloro che lavorano dietro le quinte di un film. Diciamo che la cosa non è passata inosservata, anche sui social.

I premiati

Come vi dicevamo, è stato Il Traditore di Marco Bellocchio (che vi consigliamo di recuperare) a trionfare nell’edizione 2020 dei David di Donatello con ben sei premi: Miglior film, Miglior regista, Miglior sceneggiatura originale (firmata da Marco Bellocchio con Ludovica Rampoldi, Valia Santella e Francesco Piccolo), Miglior montatore (a Francesca Calvelli), Miglior attore protagonista (andato a Pierfrancesco Favino) e Miglior attore non protagonista (a Luigi Lo Cascio).
Non se l’è cavata male nemmeno Pinocchio di Matteo Garrone, nonostante abbia diviso la critica, che ha avuto la meglio nelle seguenti categorie: Miglior scenografo (Dimitri Capuani), Miglior costumista (Massimo Cantini Parrini), Miglior truccatore (Dalia Colli e Mark Coulier), Miglior acconciatore (Francesco Pegoretti), Migliori effetti speciali visivi (Rodolfo Migliari e Theo Demeris).

Ci aspettavamo invece che i giurati dei David prendessero maggiormente in considerazione un grande kolossal come Il primo re di Matteo Rovere, che si è portato a casa solo tre premi: Miglior produttore (Groenlandia, Gapbusters, Rai Cinema, Roman Citizen), Miglior autore della fotografia (Daniele Ciprì) e Miglior suono.
La dea fortuna di Ferzan Özpetek ha visto premiata Jasmine Trinca come Miglior attrice protagonista e, onestamente, non so chi se lo aspettava dato che si confrontava con una performance meravigliosa come quella di Lunetta Savino in Rosa o con la super-convincente Linda Caridi in Ricordi?. Grazie a questo film c’è stata anche la clamorosa vittoria di Diodato nella categoria Migliore canzone originale (con Che vita meravigliosa), che ha avuto la meglio persino su Thom York. Quest’ultimo, autore delle musiche di Suspiria di Luca Guadagnino, ha perso anche nella categoria Miglior musicista in cui si è preferita l’Orchestra di Piazza Vittorio per Il flauto magico di Piazza Vittorio. Senza nulla togliere a questi artisti nostrani, ma la penalizzazione del leader dei Radiohead è davvero inconcepibile.
Molto combattuto anche il David per la Miglior attrice non protagonista, andato alla fine a Valeria Golino per 5 è il numero perfetto di Igort. Lo stesso per quello del Miglior regista esordiente, vinto da Phaim Bhuiyan per Bangla. Da segnalare anche il premio Miglior sceneggiatura adattata andato a Maurizio Braucci e Pietro Marcello per Martin Eden.

A completare la lista dei premiati: Selfie di Agostino Ferrente è il Miglior documentario, Parasite di Bong Joon-ho il Miglior film straniero, Inverno di Giulio Mastromauro è il Miglior cortometraggio.
Il David Giovani è andato a Mio fratello rincorre i dinosauri di Stefano Cipani. A questi si aggiungono i già annunciati David dello spettatore a Il primo Natale di Ficarra e Picone e il David speciale a Franca Valeri.