03/02/2021

Sanremo 2021: un festival o una soap opera?

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 03/02/2021 Aggiornato il 03/02/2021

In questi giorni non si fa altro che parlare di Sanremo, per via delle polemiche innescate da una gestione (quella di Amadeus) che non riesce proprio a muoversi sulle orme del buonsenso

Sanremo 2021 - ariston

Il Festival di Sanremo è da sempre l’evento musicale e mediatico più seguito del nostro paese, però quest’anno la leggerezza solitamente portata dalle canzoni e dai gossip sta lasciando spazio alla pesantezza delle polemiche. Da giorni, infatti, siamo letteralmente bombardati da notizie che ci aggiornano sulla complicata organizzazione di questa edizione (prevista dal 2 al 6 marzo), che avrebbe dovuto fin dall’inizio tenere conto delle restrizioni e delle norme di sicurezza anti-Covid, ma che per un po’ è sembrata lontana dalla realtà.

E così, mentre kermesse internazionali di prestigio come il Sundance Film Festival e il Festival del Cinema di Berlino hanno optato per delle edizioni digitali, qui in Italia si pensava di fare un Sanremo non troppo diverso dal solito (e quindi affollato).

Quello che ci si aspettava da Amadeus (confermato direttore artistico e conduttore) era una nuova visione, che non c’è stata e continua a non esserci.

La querelle sul pubblico

Uno dei punti fermi per Amadeus? Il pubblico in sala. Da mesi ci sono trasmissioni tv che assumono dei figuranti e quindi potrebbe essere la soluzione anche per Sanremo, se non fosse che il direttore artistico l’ha presa in considerazione solo in un secondo (anzi terzo) momento. Non dimentichiamo, infatti, che inizialmente lui voleva riempire buona parte del Teatro Ariston con gente comune, che per motivi di sicurezza sarebbe dovuta stare su una nave tutto il giorno in attesa delle serate. Poi ha dichiarato che voleva avere in platea del personale ospedaliero vaccinato, meglio se ligure per una maggiore facilità negli spostamenti. Inevitabili, in entrambi i casi, le critiche. È quindi partita la ricerca dei figuranti e in particolare di coppie di congiunti, che possano occupare le poltrone vicine, ovviamente da sottoporre a test quotidiani per tutta la durata del Festival. Però ad un certo punto l’osservazione è scattata spontanea: l’Ariston non è un comune studio televisivo, bensì un teatro e in questo momento tutti i teatri e i cinema sono chiusi (con grande sofferenza del settore). Da qui gli attacchi di vari esponenti del mondo della cultura (da Moni Ovadia a Gabriele Lavia), degli esercenti e persino di Dario Franceschini (Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo). E Amadeus? Prima ha risposto al Ministro con un Tweet non propriamente elegante, poi ha minacciato di andarsene, ma ha fatto un passo indietro e ha dichiarato di rimettersi alle decisioni della Rai e del Comitato Tecnico Scientifico, che alla fine ha messo nero su bianco l’impossibilità di avere un pubblico.

I media e il pubblico, a rischio assembramento

E non è finita qui: solo di recente si sono resi conto che forse non era il caso organizzare fuori dal Teatro Ariston red carpet, palchi extra e postazioni varie. Il rischio di assembramento, infatti, è elevatissimo dato che da sempre durante il Festival la gente circola per strada con la speranza di avvistare i propri beniamini.

C’è poi la questione media: Amadeus ha sempre dichiarato di volere la sala stampa, con una selezione di giornalisti. Peccato che sono ormai mesi che le conferenze fisiche (salvo qualche rara eccezione) sono state sospese e si tengono in streaming, sempre per motivi di sicurezza. Ora sembra che, almeno su questo fronte, il direttore artistico si sia arreso però non è escluso che possa di nuovo tornare sui suoi passi.

Il numeroso cast

L’attenzione poi va anche al cast del Festival di Sanremo che, tra cantanti, componenti dell’orchestra, conduttori e ospiti (quasi tutti con entourage al seguito) è bello numeroso e necessita di garanzie di sicurezza, non solo sul palco ma anche dietro le quinte. Tra l’altro proprio quest’anno Amadeus ha pensato bene di aumentare il numero di Big in gara. Ricordiamo chi sono: Francesco Renga, Coma_Cose, Gaia, Irama, Fulminacci, Madame, Willy Peyote, Orietta Berti, Ermal Meta, Fasma, Arisa, Gio Evan, Maneskin, Malika Ayane, Aiello, Max Gazzè con la Trifluoperazina Monstery Band, Ghemon, La rappresentante di lista, Noemi, Random, Colapesce con Dimartino, Annalisa, Bugo, Lo Stato Sociale, Extraliscio feat. Davide Toffolo, Francesca Michielin con Fedez.

A loro si aggiungono gli otto Giovani: Avicola, Greta Zuccoli, David Shorty, Elena Faggi, Della, Folcast, Gaudiano e Wrongonyou.

Che dire poi del nutrito gruppo di ospiti e co-conduttori che dovrebbero affiancare Amadeus sul palco: da Fiorello a Zlatan Ibrahimović, da Achille Lauro a Elodie, da Matilda De Angelis a Naomi Campbell.

Solo con loro, se l’organizzazione non studierà tutto nei minimi particolari, ci sarà il rischio di assembramento continuo.

Cosa succederà?

Sono in tanti, compresi personaggi noti come Linus, che avevano suggerito di spostare il Festival in uno studio tv a Roma in modo tale a poter fare tutto secondo gli attuali canoni e in totale sicurezza. Un’alternativa che doveva essere presa in considerazione già mesi fa, invece di adottare la modalità struzzo fingendo che il Covid non esistesse. E hanno rischiato, perché il Cts avrebbe potuto costringere l’organizzazione a far slittare la kemesse o persino a cancellare questa edizione. A farne le spese poi sarebbero stati soprattutto gli artisti in gara, che hanno investito energie e speranze in questo Festival. Intanto nelle ultime ore è scoppiato anche l’affaire Fedez: pare che, per sbaglio, abbia inserito tra le Stories su Instagram un frammento della canzone che dovrebbe presentare con Francesca Michielin. Per lui non dovrebbe esserci esclusione.