30/04/2019

Pinocchio: da Garrone a Del Toro, tutti pazzi per il burattino di Collodi

Veronica Colella Pubblicato il 30/04/2019 Aggiornato il 30/04/2019

La storia del burattino di Collodi non smette di appassionare. Sono in arrivo la versione di Garrone con Roberto Benigni, quella di Guillermo del Toro per Netflix e anche il remake live action targato Disney

PINOCCHIO  GARRONE

A metà marzo a Sinalunga, in provincia di Siena, sono iniziate le riprese del Pinocchio di Matteo Garrone. Un esperimento particolarmente interessante dal momento che il regista, autore di film crudi e viscerali come Dogman e Gomorra, potrebbe regalarci uno sguardo completamente nuovo su una storia che pensiamo di conoscere a memoria.

Nel ruolo di Geppetto ritroviamo Roberto Benigni, il cui primo (costosissimo!) Pinocchio moderno non aveva avuto il successo sperato. Il suo amore per la storia è comunque innegabile e a vederlo nelle prime foto di scena la scelta sembra davvero perfetta.

Il resto del cast non è da meno: Gigi Proietti sarà Mangiafuoco, Massimo Ceccherini e Rocco Papaleo saranno il Gatto e la Volpe, mentre il protagonista sarà Federico Ielapi, che nonostante la giovane età ha già recitato in Quo Vado? e Moschettieri del Re. Per vederlo dovremo avere ancora un po’ di pazienza: l’uscita è prevista per il 2020.

Gli altri adattamenti in programma

Ma Garrone non sarà l’unico a rivisitare la storia di Pinocchio: un’altra versione è in arrivo su Netflix, questa volta firmata da Guillermo Del Toro, che con Il labirinto del fauno e La forma dell’acqua è diventato il regista di riferimento per gli amanti delle fiabe dark.

«Nessuna forma d’arte ha influenzato la mia vita e il mio lavoro come ha fatto l’animazione e con nessun altro personaggio ho creato un legame così forte come feci con Pinocchio» ha dichiarato il regista messicano, che ha intenzione di calare il suo Pinocchio in stop motion in un’atmosfera molto diversa.
Dalle anticipazioni si sa che dovrebbe essere ambientato in epoca fascista e che riguarderà la scoperta del mondo di “un’anima innocente con un padre menefreghista”.

Pinocchio sarà anche inserito nella lunga serie di remake live action che la Disney sta realizzando dei suoi classici più amati, per il quale è già riuscita ad agganciare Tom Hanks (Geppetto) e Paul King, il regista di Paddington.

C’era una volta un pezzo di legno…

Prima ancora di essere un libro Le avventure di Pinocchio era un romanzo a puntate, formula molto di moda nel 1881. Carlo Collodi aveva pubblicato i primi capitoli sul Giornale per i bambini, interrompendosi in un punto critico: il povero Pinocchio era impiccato a un ramo della Quercia Grande, in balìa del suo destino. Fortunatamente nel 1883 la storia è stata ripresa e conclusa, in un volume che è diventato un vero e proprio bestseller.

Più che il romanzo, edificante e moralista, nella memoria collettiva è rimasto il cartone animato, datato 1940. Prima di allora Pinocchio era già stato portato a teatro, era diventato il protagonista di un film muto in Italia e di un film sperimentale con i burattini in Giappone, ma è stato il classico Disney a garantirgli un successo planetario. Inizialmente al box office fu un mezzo disastro, ma alla lunga il film – primo lungometraggio d’animazione a portarsi a casa due Oscar per la musica – si è guadagnato l’amore del pubblico.

L’indimenticabile sceneggiato degli anni ’70

A contendersi il titolo di miglior versione di Pinocchio (almeno finora) è lo sceneggiato Rai a puntate di Luigi Comencini del 1972, con l’allora esordiente Andrea Balestri. Una versione splendida, con un cast eccezionale: Nino Manfredi nel ruolo di Geppetto, Gina Lollobrigida come Fata Turchina, Franco e Ciccio nei panni del Gatto e la Volpe e Vittorio De Sica in quelli del Giudice. Purtroppo, la versione di Benigni del 2002 non è stata altrettanto apprezzata: nonostante la scia del grande successo ottenuto con La vita è bella, gli incassi fuori dall’Italia sono stati deludenti. La critica ha elogiato il Lucignolo di Kim Rossi Stuart ma non è stata altrettanto tenera con Roberto né con la moglie Nicoletta Braschi, che nel film interpretava la Fata Turchina.