06/05/2022

Willie Peyote ci presenta la sua Pornostalgia

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 06/05/2022 Aggiornato il 06/05/2022

È uscito Pornostalgia, il nuovo imperdibile album di Willie Peyote, ricco di riflessioni, influenze e collaborazioni. Ne abbiamo parlato direttamente con lui

Willie Peyote

Nell’epoca della “musica fluida” la produzione di nuovi brani è decisamente aumentata, ma pochi riescono a fare davvero la differenza, a lasciare il segno rimanendo per lungo tempo nelle playlist dei buoni intenditori. Tra questi ci sono sicuramente quelli firmati da Willie Peyote (al secolo Guglielmo Bruno), rapper e cantautore torinese che ora ci regala un nuovo album dal titolo Pornostalgia (edito da Virgin Records/Universal Music Italia). A nostro avviso tra le migliori opere uscite dall’inizio del 2022. Proprio per questo ci ha fatto piacere parlarne direttamente con lui, non via Zoom ma finalmente vis a vis.

La genesi di Pornostalgia

«Non c’è niente di porno in questo album se non il mio rapporto con la nostalgia, che nell’album precedente (Iodegradabile) ho affrontato il modo diverso, perché mi sono accorto che appena il tempo si ferma ci guardiamo alle spalle e diamo al passato un valore rassicurante, quasi pornografico. E in questo ritorno al passato ho guardato dentro me stesso». Inizia così la nostra chiacchierata con Willie Peyote, che nelle tredici tracce di Pornostalgia ha messo decisamente tanta carne al fuoco a livello di tematiche, sia personali che sociali, avvolte da sound molto raffinati e frutto di un mix di generi (è anche per questo che piacerà a un pubblico ampio).

«Mentre lavoravo a questo album ho ascoltato dei vecchi dischi e mi sono avvicinato al rap inglese, che trovo decisamente più vero e genuino di quello statunitense».

Quanto si sente cambiato in questi due anni? «In questo periodo tra i 35 e i 37 anni mi sono accorto che il tempo passa sul serio e mi sono ritrovato anche a dubitare del mio lavoro. Sarà che prima il passaggio a una major e poi la partecipazione al Festival di Sanremo (esperienza formativa e totalizzante, che però non credo di ripetere) mi ha portato a vedere la mia professione in maniera diversa. Sono fortunato, perché faccio un lavoro che mi appassiona, però bisogna dire che nell’industria discografica finiamo per essere tutti dei brand e si rischia di perdere la centralità dell’arte».

Le special guest dell’album

A impreziosire ulteriormente Pornostalgia ci pensano le numerose collaborazioni. «Il primo lockdown è stato strano perché tutto nuovo, il secondo ho sofferto molto e l’aiuto di amici come Samuel, con cui ci si ritrovava spesso, è stato per me fondamentale» – ci svela Willie Peyote – «È per questo che volevo assolutamente che lui ci fosse in questo album».

Oltre a Samuel ci sono altri artisti per lui di grande valore come Speranza & Jake La Furia, Aimone Romizi dei Fast Animals and Slow Kids, il producer bolognese Godblesscomputers e le due attrici brillanti del momento, ovvero Michela Giraud ed Emanuela Fanelli.

«Ho la fortuna di avere un rapporto di amicizia con entrambe e mi piaceva l’idea di coinvolgerle per dare dei colori diversi all’album. La loro presenza mi ha rassicurato, anceh perché ci siamo più volte trovati a confrontarci sugli stessi temi».

Temi e riflessioni

Fare schifo, la traccia che ha per special guest Michela Giraud, è considerato il manifesto di Pornostalgia in quanto vede l’artista prendere una precisa posizione contro questa società dominata dall’apparenza. La canzone infatti recita: «accettare anche di non essere perfetti, di non avere voglia, di essere tristi e incazzati anche senza magari un vero motivo potrebbe essere davvero una via rivoluzionaria»

«Mi rendo conto che ormai non c’è interesse nel fare discorsi intelligenti, basta guardare la tv dove a contare è solo la performance» – ci dice Wille Peyote – «La filosofia dominante è: bene o male, purché se ne parli. Questa cosa mi spaventa un po’ e mi mette in difficoltà. Se devo fare un discorso intelligente e utile devo fare in modo che sia fruibile, senza mettermi a fare il professore. Oggi tutti sono esperti di tutto». E continua: «La mia generazione andava a protestare, mentre la trap di oggi racconta il disagio proiettando il desiderio di diventare ricchi, tutto è esteriorità e non valore. È frutto della cultura attuale, però per fortuna ci sono anche i ragazzi di movimenti come Fridays for Future con la loro voglia di fare di più».

Però tiene a precisare: «Non voglio essere identificato come colui che traduce il pensiero altrui, soprattutto in questo momento storico in cui tutti la pensano diversamente. Certo, se poi qualcuno condivide ciò che penso mi fa piacere».

Una traccia che merita attenzione è anche Hikikomori, che richiama quei giovani che si allontanano dalla vita sociale per lungo attento. A tal proposito ci spiega: «Sono da sempre molto attento al tema della salute mentale e credo se ne parli troppo poco, nonostante quello che è successo negli ultimi due anni. Però il brano si riferisce anche ad altro, perché ormai teniamo a crearci dei confini, a rinchiuderci nella nostra bolla (anche di idee e pensieri) e quindi è come se fossimo chiusi anche fuori dalle mura domestiche».

Il Talk e il Tour

Willie Peyote ha deciso di presentare Pornostalgia con PEYOTeMES, uno speciale talk tour, che lui definisce «un evento vintage, perché è da due anni che non ci si incontra. Ai concerti la gente ascolta, ma non parla. Ad ogni tappa di questo tour avrò degli ospiti con cui conversare e saranno dei bei momenti intimi di condivisione, dimensione che la mia musica vorrebbe avere».

Dopo l’esordio milanese, queste sono le prossime tappe: 7 maggio Lecce (Officine Cantelmo), 8 maggio Bari (L’officina degli esordi), 9 maggio Torino (Hiroshima Mon Amour), 10 maggio Padova (Giardini Dell’Arena), 11 maggio Roma (Monk), 13 maggio palermo (Candelai), 16 maggio Firenze (Viper), 18 maggio Napoli (Foqus), 19 maggio Bologna (Estragon).

Invece il 18 giugno, dal Mamamia Festival di Senigallia (AN) partirà il suo tour estivo. «La band è sempre la stessa. Non sappiamo ancora quali pezzi del nuovo album suoneremo, perché a deciderlo sarà il pubblico che ora lo ascolterà. Di certo non mancheranno quelli vecchi, per riallacciare il rapporto con il pubblico» – spiega – «Di recente sono già salito sul palco e ho notato che c’è molta partecipazione, forse persino più del 2019. La gente ha proprio voglia di musica dal vivo!»