30/08/2023

Venezia 80: si apre con il Comandante Pierfrancesco Favino

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 30/08/2023 Aggiornato il 30/08/2023

È Comandante di Edoardo De Angelis, con protagonista Pierfrancesco Favino, il film d'apertura (in concorso) della 80esima Mostra del Cinema di Venezia

Venezia, 80th Venice Film Festival 2023, giorno 1 - Photocall film “Comandante”. Nella Foto Pierfrancesco Favino

Si aprono le danze, anzi le visioni, della 80esima Mostra del Cinema di Venezia con il film d’apertura ovvero Comandante di Edoardo De Angelis (che ha sostituito Challengers di Luca Guadagnino, la cui uscita è slittata per via dello sciopero degli attori hollywoodiani del sindacato SAG-AFTRA), con protagonista uno degli attori italiani più amati ovvero Pierfrancesco Favino (che vedremo anche in Adagio di Stefano Sollima).

Nel cast troviamo anche Massimiliano Rossi, Johan Heldenbergh e Silvia D’Amico. La sceneggiatura è scritta da Sandro Veronesi e Edoardo De Angelis, dalla quale è tratto l’omonimo romanzo edito da Bompiani. Da segnalare inoltre le musiche, composte da Robert Del Naja.

Il film, in concorso, uscirà poi nelle sale (grazie a 01 Distribution) dal 1° novembre.

La vera storia di del comandante Salvatore Todaro

Comandante racconta la vera storia di Salvatore Todaro, al comando del sommergibile Cappellini della Regia Marina durante la Seconda Guerra Mondiale.

Il film si sofferma su quanto avvenuto nell’ottobre del 1940 quando, navigando in Atlantico, nel buio della notte, si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente, il Kabalo, che in seguito si scoprirà di nazionalità belga e carico di materiale bellico inglese, che apre improvvisamente il fuoco contro il sommergibile e l’equipaggio italiano.

Scoppia una breve ma violenta battaglia nella quale Todaro affonda il mercantile a colpi di cannone. È a questo punto che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare.

Per farlo è costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini. Quando il capitano del Kabalo, sbarcando nella baia di Santa Maria delle Azzorre, gli chiede perché si sia esposto a un tale rischio contravvenendo alle direttive del suo stesso comando, Salvatore Todaro risponde con le parole che lo hanno reso una leggenda: «Perché noi siamo italiani».

La parola ai protagonisti

«È un grande onore essere qui per noi» – esordisce così il regista Edoardo De Angelis – «Mi sono imbattuto in questa storia nel 2018, poi ho incontrato la penna e l’umanità di Sandro Veronesi e così non è nato solo il film, ma anche il racconto che sottolinea cosa significa essere italiani. Mi commuove l’idea di come Salvatore Todaro intendeva la forza, ovvero come la capacità di andare in soccorso a un uomo più debole».

«Anche noi in mare possiamo sentirci Salvatore Todaro» – dice Pierfrancesco Favino, che racconta tra le altre cose il lavoro che ha fatto sulla lingua (Todaro, infatti, era nato a Messina ma era veneto di origine ed era cresciuto a Chioggia): «Si è preferito il veneto piuttosto del chioggiotto per rendere la parlata più calda e con meno asprezze. Il veneto è stata una nota molto importante del personaggio, per fare in modo che l’ingresso nell’emotività non fosse scontata. Ad aiutarci in questo percorso è stata una nostra collega ovvero l’attrice Maria Roveran, che è stata fondamentale».

L’unico ruolo femminile di Comandante è andato a Silvia D’Amico, che racconta: «Salire a bordo di questo film è stato incredibile, non tanto per il suo valore politico ma per l’umanità. Farne parte è stato un privilegio enorme, una missione».