15/08/2020

Robert Pattinson, da vampiro a pipistrello

Veronica Colella Pubblicato il 15/08/2020 Aggiornato il 18/08/2020

Preferisce i film d'autore ma non teme sfide e paragoni. E dopo essere stato inseguito per anni dai paparazzi ha imparato a far rispettare la sua privacy

Pobert Pattinson

Negli ultimi tempi Robert Pattinson si è tenuto parecchio impegnato. A fine agosto lo vedremo in Tenet di Christopher Nolan, probabilmente il film più atteso dell’anno, poi su Netflix con The Devil all the time thriller psicologico in cui recita al fianco di Tom Holland e Bill Skarsgård. E l’anno prossimo vestirà i panni di Batman, ruolo per cui si è sottoposto a un disciplinato regime di workout per poi ritrovarsi in quarantena senza neanche il vantaggio di poter ingrassare senza sensi di colpa.

Flemma britannica

Ci sono ruoli a cui non si può dire di no, anche se intimidiscono. I paragoni sono fastidiosi ma inevitabili, soprattutto con Christian Bale. Il fatto che nessuno l’abbia giudicato credibile nella parte non lo ha spaventato, anzi. Rende tutto più intrigante, come ha raccontato a GQ in una lunga intervista durante il lockdown. Bloccato a Londra insieme alla fidanzata con tre sole magliette di ricambio, nell’appartamento affittato dai produttori di Batman, ha scelto di prendere con filosofia sia le critiche di chi non lo ritiene all’altezza del ruolo (probabilmente perché non l’ha mai visto recitare sul serio) sia gli appelli disperati della sua personal trainer, che gli raccomanda di continuare ad allenarsi anche a set deserto. In sua difesa, a questo Bruce Wayne non dovrebbero servire addominali d’acciaio. La minaccia da sventare è una cospirazione che affonda le radici nel mondo criminale di Gotham, per cui saranno più utili le doti investigative di quelle atletiche. Al cinema lo vedremo con tutta probabilità nell’autunno del 2021, con una data provvisoria fissata per ottobre.

Sì. c’è vita dopo Twilight

Quando ha iniziato a recitare, intorno ai 15 anni, Robert Pattinson aveva in mente Jack Nicholson. Ecco perché dopo una piccola parentesi come idolo delle ragazzine, prima con Harry Potter e poi con la saga di Twilight, ha preferito dedicarsi a progetti più maturi e tenere un profilo più basso, tornando finalmente a respirare dopo anni di persecuzione da parte dei paparazzi. È vero, alla domanda “cosa ti sei portato via dal set di Breaking Dawn?” aveva risposto “La mia dignità”, ma era solo una battuta – semplicemente i grandi progetti non sono nelle sue corde. Le sue preferenze vanno piuttosto al cinema d’autore, percorso iniziato con Little Ashes, il film di Paul Morrison in cui interpretò Salvador Dalì, uscito lo stesso anno del primo Twilight. Il primo a dargli una possibilità è stato Cronenberg, che l’ha scelto come protagonista in Cosmopolis (2012) e come comprimario in Maps to the stars (2014), ruolo per cui ha ricevuto una nomination ai Canadian Screen Awards. E poi ci sono stati Anton Corbijn (Life, 2015), Werner Herzog (Queen of the desert, 2015), Brady Corbet (L’infanzia di un capo, 2015), i fratelli Safdie (Good Time, 2017), Robert Eggers (The Lighthouse, 2019) e il regista colombiano Ciro Guerra, per l’adattamento del romanzo Aspettando i barbari di J.M. Coetzee (2019). L’unica con cui ha dovuto faticare è stata Claire Denis, ma solo perché il ruolo a cui puntava in High Life (2018) era stato originariamente scritto per Philip Seymour Hoffman, molto più anziano e con una fisicità completamente diversa. Le ha dato la caccia per tre anni, ma quando ha finalmente ottenuto una chance è stato amore a prima vista. Tanto che lei lo ha voluto con sé anche in The stars at noon, in uscita nel 2021.

Troppa pubblicità uccide l’amore

La sua relazione più chiacchierata, lo sanno anche le pietre, è stata quella con Kristen Stewart, ora felicemente accasata con la sceneggiatrice Dylan Meyer. In retrospettiva, entrambi ammettono che innamorarsi sul set sia stata una pessima idea. Troppa pressione e troppa pubblicità, tanto che a un certo punto hanno preferito lasciarsi prima che la loro relazione diventasse definitivamente un prodotto. Non è stato il tradimento, su cui persino Donald Trump ha sentito il bisogno di twittare definendolo “imperdonabile”, anche perché Robert sembra essere il tipo di persona che preferisce rimanere in buoni rapporti con le ex. Se non ama parlare di quel periodo, né della successiva rottura con FKA Twigs a un passo dal matrimonio, è solo per autodifesa. Ecco perché non ha mai rilasciato un commento sulla sua relazione con la modella Suki Waterhouse,