11/01/2019

Marco Giallini: ruvido e sincero come i suoi personaggi

Elena Goretti
A cura di Elena Goretti
Pubblicato il 11/01/2019 Aggiornato il 11/01/2019

A tu per tu con il protagonista del film al cinema Non ci resta che il crimine, abbiamo scoperto che somiglia ai personaggi che lo fanno amare dal pubblico, ma senza esagerare

Marco Giallini

Qualcuno dovrebbe inventare degli sketch dal titolo “Gli effetti di Marco Giallini sulla gente” parafrasando i più famosi “Effetti di Gomorra” dei The Jackal su Youtube. Questo perché quando l’attore romano passa in mezzo alle persone è tutto un gridare il suo nome, chiedere autografi, avvicinarsi per fare un selfie, anche richiamando quello che al momento è uno dei suoi personaggi più noti, ovvero Rocco Schiavone.

Eppure lui è tutt’altro che un tipo da folla e da clamore, perché schivo e genuino tanto quanto gli uomini che interpreta in tv e al cinema, allergico a giacca e cravatta e più a suo agio con maglione, giacca di pelle nera e jeans.

Anima rock

Malgrado la fama arrivata, dirompente, negli ultimi 10 anni con Romanzo criminale – La serie, ma anche ACAB di Stefano Sollima, Se Dio vuole di Edoardo Falcone e Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, Giallini ha mantenuto intatta la sua anima da rocker, da padre innamorato (di due figli maschi) e da uomo comune che si racconta sempre con sincerità e generosità con tutti. Noi comprese, che lo abbiamo incontrato alla vigilia dell’uscita (il 10 gennaio) del suo nuovo film Non ci resta che il crimine di Massimiliano Bruno, dove interpreta una specie di guida turistica dei luoghi dove spadroneggiava la Banda della Magliana e che improvvisamente torna indietro nel tempo come nel più famoso film con Benigni e Troisi, a fronteggiare quegli stessi criminali.

Il rapporto con i suoi personaggi

Tra i vari aneddoti che ci ha raccontato sulla storia, ci ha confidato anche come vive il rapporto con i personaggi che lo hanno reso più famoso: «Capita spesso che le persone mi fermino per strada e mi dicano: che bella la frase che dici in Perfetti sconosciuti, quella che nelle relazioni bisogna saper disinnescare. Però purtroppo quello non sono io. Nella realtà io sono diverso, faccio un casino…! Quello che cerco di fare è essere schietto, onesto. Perché devo levarmi la possibilità di dire la verità su me stesso? Certo, poi mi accorgo che c’è tanta gente a cui non frega granché di quello che penso io, di come sono veramente. Allora all’inizio mi pento di essere stato sincero, ma poi mi dico… “ma che ‘mme frega!”».