14/11/2018

Baby K: riesplode il ritmo nel nuovo album con i duetti con J-Ax e Gemitaiz

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 14/11/2018 Aggiornato il 14/11/2018

Dopo essere stata colonna sonora dell'estate con il brano tormentone Da zero a cento la musica di Baby K torna con un album intitolato Icona

Baby-K

Se la scorsa estate avete ballato al ritmo di Da zero a cento, non potrete fare a meno di ascoltare e di innamorarvi di Icona, il nuovo album di Baby K (nei negozi, fisici e digitali, dal 16 novembre). L’artista italiana dall’anima cosmopolita è tornata in grande stile, con dieci canzoni che descrivono la società di oggi e in cui sarà molto facile ritrovarsi.

uno stile urban pop e rap ma con un’anima forte e femminile nel suo nuovo album. E se la musica ci farà scatenare anche i testi trasmettono messaggi di ottimismo che “tirano su”

Collaborazioni al top

Icona è il terzo album di Baby K (al secolo Claudia Judith Nahum) e arriva a tre anni di distanza dal precedente Kiss Kiss Bang Bang, dal quale era stato estratto un altro celebre tormentone estivo ovvero Roma-Bangkok feat. Giusy Ferreri.
Nella tracklist troviamo brani già conosciuti (in quanto usciti come singoli): oltre alla già citata Da zero a cento, ci sono Aspettavo solo te, Voglio ballare con te featuring Andrès Dvicio e il recente Come no.
Nell’album compaiono anche J-Ax presente nel brano Certe Cose, oltre a Vegas Jones e Gemitaiz che collaborano insieme in Vibe.
Lo stile? Un bel mix di rap e di urban pop, che, come sottolinea la stessa Baby K, la rappresenta pienamente.

La parola a Baby K

Se vi state chiedendo se il titolo Icona sia autoreferenziale, vista anche la sua immagine “forte” e d’impatto, siete fuori strada. Baby K infatti spiega: «Vuole essere una riflessione su cosa significa essere icona oggi, nell’epoca dei social. Quest’ultimi sono diventati come una sorta di palcoscenico, dove tutti sembrano sentire l’esigenza di esibirsi di fronte a un pubblico. Mi è capitato di vedere persino delle bambine messe in posa, per nulla naturali». E precisa: «Per me le icone sono ben altre, sono personaggi come Michael Jackson. Per guadagnarsi il titolo di icona ci vogliono sacrificio e dedizione all’arte, oltre che molto sudore e una rivoluzione anche interiore e personale».
Una rivoluzione che lei stessa cerca di fare con la sua musica, che si nutre di varie ispirazioni: «Sono nata a Singapore, dove sono stata fino ai tre anni, poi ho vissuto a Londra e tutto questo ha influito sulla mia formazione, sia culturale che artistica. Da questo deriva il sapore internazionale dei miei brani».
Come mai non canta in inglese? «Gli italiani sono molto legati al testo, che viene ascoltato con attenzione, è un fattore culturale. Nel mondo anglosassone invece si fa più attenzione al ritmo, quindi non voglio che si perdano per strada dei messaggi importanti».

Femminilità e introspezione

Un bel messaggio, per esempio, è lanciato dalla canzone Sogni d’oro e di platino che chiude la tracklist e a cui lei è particolarmente legata. «Parla di quanto sia importante continuare a sognare, soprattutto in un paese come il nostro dove è tutto difficile, anche dal punto di vista lavorativo. Sognare ti aiuta ad andare avanti a porti degli obiettivi di vita e lo faccio anch’io, perché fare musica è come stare sulle montagne russe». Icona è un album estremamente femminile: «Non riesco a fare a meno di portare la mia femminilità nei brani. È una cosa sincera, non calcolata. Mi piace scrivere canzoni che diano forza al ruolo delle donne, che non le descriva come vittime e succubi. Le donne sono super: oggi più che mai e c’è bisogno che qualcuno lo ricordi!».