17/10/2019

Maleficent 2: Aurora divisa tra madre (Angelina Jolie) e suocera (Michelle Pfeiffer)

Veronica Colella Pubblicato il 17/10/2019 Aggiornato il 17/10/2019

Secondo capitolo della saga con Angelina Jolie. In arrivo una nuova avversaria per Malefica: è Michelle Pfeiffer, la regina Ingrith futura suocera di Aurora, assetata di guerra

maleficent 2

Maleficent 2 – Signora del Male, sequel del film sulla cattiva Disney più iconica di sempre, arriva nelle sale italiane giovedì 17 ottobre. Diretto da Joachim Rønning, questo secondo capitolo metterà a confronto due visioni del mondo, incarnate dall’intransigente Regina Ingrith (Michelle Pfeiffer) e da una Aurora ormai cresciuta, ma ancora in grado di vedere la bellezza in ogni creatura.

La trama e il cast

Questa fiaba ha inizio dal punto dove di solito le storie finiscono: Aurora e il suo principe (interpretati da Elle Fanning e Harris Dickinson) hanno intenzione di convolare a giuste nozze, cinque anni dopo la Maledizione che aveva gettato la principessa in un sonno simile alla morte.
Il secco rifiuto di Malefica (Angelina Jolie) ad acconsentire al matrimonio nasce dal desiderio di proteggerla, ma Aurora la convince a dare una possibilità a Filippo e alla sua famiglia. Una volta arrivate alla corte di Ulstead tuttavia l’accoglienza riservata dalla Regina Ingrith alla sua futura consuocera è tanto cortese quanto velenosa. La sovrana disprezza profondamente le creature magiche ed è pronta a manipolare sia l’innocenza di Aurora che la rabbia di Malefica per giustificare una guerra. Ingrith non è la sola a desiderare lo scontro: anche tra le Fate c’è una fazione convinta che annientare gli umani sia l’unica soluzione per proteggere la propria gente, capitanata dal malvagio Borra (Ed Skrein, il primo Daario Naharis del Trono di Spade). Nel cast troviamo anche Chiwetel Ejiofor (Conall), Sam Riley (il corvo Fosco), Robert Lindsay (Re Giovanni), Jenn Murray (Gerda, una brillante inventrice al servizio di Ulstead), Imelda Staunton (Giuggiola), Juno Temple (Verdelia) e Lesley Manville (Fiorina).

Lo scontro madre-figlia

Come madre di un esercito di figli – alcuni adottivi – il lato del personaggio con cui Angelina Jolie è riuscita a identificarsi di più è proprio quello materno. Anche lei da giovane non riteneva plausibile l’idea di diventare un giorno il genitore di qualcuno, ma la maternità può essere un modo per riscoprire sé stesse: “Malefica confrontandosi con la maternità perde tutte le sue sicurezze, ma allo stesso modo la maternità è ciò che la salva, perché lei è fatta così: un po’ squilibrata, un po’ selvaggia”.

Il messaggio di fondo del film è che non serve assomigliarsi per essere una famiglia e il fatto che Malefica venga da un mondo diverso rispetto a quello di Aurora non sminuisce il loro legame.

La capacità dell’amore di guarire le ferite del passato era al cuore della trama del primo capitolo, in cui la sceneggiatrice Linda Woolverton ha approfondito le ragioni che hanno reso Malefica così determinata a vendicarsi, salvo poi pentirsene quando si affeziona sinceramente ad Aurora. Ora che Aurora non è più (solo) la sua bambina, come tutte le madri anche Malefica dovrà venire a patti con il suo desiderio di indipendenza e con il fatto che non sempre i figli seguono la strada che i genitori sceglierebbero per loro. Anche questa volta la sceneggiatura è affidata alla Woolverton, affiancata nella scrittura da Micah Fitzerman-Blue e Noah Harpster.

La paura del diverso

Presentando il film ad Alice nella città – sezione parallela del Festa del cinema di Roma dedicata al cinema per ragazzi – Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer hanno messo in risalto l’altro grande pregio del film, ovvero il messaggio di inclusione di cui vuole farsi portatore. Anziché vestire Aurora in un’armatura da Giovanna d’Arco e mandarla in guerra, gli sceneggiatori hanno preferito riaffermare il valore della dolcezza e dell’apertura verso l’altro, contro l’egoismo e l’avidità di chi sfrutta la paura della diversità per fomentare divisioni.