27/05/2022

Libri: dizionario minimo dei romanzi d’amore

Veronica Colella Pubblicato il 27/05/2022 Aggiornato il 27/05/2022

Piccola guida a tutte (o quasi) le declinazioni del rosa, per andare incontro ai gusti delle amiche o affinare i propri

romanzi rosa

Di romanzi d’amore ne abbiamo sempre un gran bisogno. Sono un pronto soccorso emotivo per le giornate storte e ottimi compagni di viaggio per chi vuole lasciare i problemi a casa.

Lo schema che seguono è piacevolmente familiare – “due persone si incontrano, si amano e lottano per superare le difficoltà che gli impediscono di essere felici”, per dirla con Sepúlveda – ma negli anni il sottobosco del romance si è popolato di generi e sottogeneri diversi.

Ognuno ha i suoi ingredienti, amati e odiati cliché che permettono di andare sul sicuro nella scelta della prossima lettura.

Generi e sottogeneri

Se non sapete da dove iniziare, il rosa contemporaneo racchiude tutte le storie ambientate nel presente o almeno in un passato molto recente. In Italia è ben rappresentato dalle prolifiche Felicia Kingsley, autrice di commedie romantiche come Prima regola non innamorarsi e La verità è che non ti odio abbastanza, e Anna Premoli, autrice di Non sono una signora e Sfida all’ultimo bacio (tutti pubblicati da Newton Compton Editori), a cavallo tra contemporaneo e chick-lit.

Un sottogenere nato negli anni ’90 per proporre uno spaccato di vita di giovani e lanciatissime single in carriera, disastrate quanto basta per renderle raggiungibili alle lettrici. Umoristici, ma non sempre: si spazia dallo stile ironico e leggero del Diario di Bridget Jones (BUR) e della serie I love shopping di Sophie Kinsella alla valle di lacrime in cui si sprofonda leggendo Io prima di te di Jojo Moyes (Mondadori).

Più recente il filone dei new adult, rivolti alla generazione successiva e orientati, più che al culto del tacco dodici e del Martini, all’età di transizione verso il mondo degli adulti. Dalla controversa serie di Anna Todd, After (Sperling & Kupfer), alla saga fantasy di Sarah J. Maas Una corte di rose e spine (Mondadori), possono variare sensibilmente nello stile e nell’ambientazione. Forse meno espliciti dell’erotica vera e propria, quella di E.L. James e Sylvia Day, non si tirano indietro quando si tratta di scendere nei particolari.

Non ha bisogno di presentazioni il rosa storico, dall’epoca regency dei romanzi di Julia Quinn e Mary Balogh al Settecento della corposa saga di Outlander di Diana Gabaldon (Corbaccio), poi migrata tra gli scaffali dei più rispettabili romanzi storici.

Una menzione d’onore la merita anche il paranormal romance, sottogenere che mescola al rosa l’horror e l’urban fantasy. Dall’invasione di vampiri e licantropi post-Twilight ai romanzi di autrici come Cassandra Clare e Victoria Schwab, passando per il tentativo (riuscito) di rendere romantici gli zombie di Isaac Marion in Warm bodies (Fazi).

I temi ricorrenti

Alle lettrici di romance i luoghi comuni non dispiacciono, anzi. Possono essere un metodo efficace per scegliere a occhi chiusi tra i libri che quasi sicuramente si ameranno e quelli che è meglio lasciare sullo scaffale.

C’è chi ama lo slow burn, ovvero l’innamoramento a fuoco lento che lascia molto spazio all’introspezione, e chi il suo opposto, ovvero l’amore a prima vista; chi adora i ritorni di fiamma (second chance, come il tira e molla tra Emma e Dexter in Un giorno di David Nicholls, Neri Pozza); chi è patito di relazioni imperfette e chi di soul mates, ovvero di anime gemelle, oppure ancora di amori proibiti o sfortunati (star-crossed lovers), tema molto caro alle scrittrici new adult.

Un altro spartiacque sono le dinamiche tra i protagonisti: c’è chi preferisce leggere di amici che diventano amanti (friends to lovers) o di nemici che cedono prima alla passione e poi all’amore (enemies to lovers), di chi ama i triangoli amorosi o di chi li detesta. E di chi non ha nessuna intenzione di scegliere, opzione aperta dal cosiddetto reverse harem (come quello messo su da Anita Blake di Laurell K. Hamilton, cacciatrice di vampiri protagonista di una serie pubblicata da Editrice Nord).

Tra i cliché che non stancano mai c’è poi quello dei personaggi costretti dalle circostanze a fingersi una coppia per poi diventarlo davvero (fake relationship, appunto), cugino di quello dei matrimoni combinati a lieto fine (il primo Bridgerton li abbraccia tutti e due), a sua volta parente stretto di ogni pretesto che incastra lui e lei in uno spazio ristretto (stuck together) o li mette in condizione di condividere l’unico letto a disposizione. Infine, non mancano le situazioni al limite dell’improbabile, dai miliardari in incognito (secret billionaire) ai cattivi ragazzi che permettono di soddisfare aspirazioni da crocerossina (bad boy).